Murray, Djokovic e gli altri: il Superpagellone delle Atp World Tour Finals

[tps_title]Introduzione[/tps_title]

Siamo così arrivati alla fine di questa stagione 2016. A trionfare è stato Andy Murray, che in terra britannica, nella O2 Arena, ha vinto il suo primo titolo delle Atp Finals, battendo Novak Djokovic e mantenendo così il primato conquistato appena tre settimane fa in vetta al ranking.
Ora è il momento di trarre le somme e dare qualche voto agli otto partecipanti dell’ultimo torneo dell’anno.

[tps_title]Dominic Thiem[/tps_title]

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Voto: 2

Continuo a pensare che chi definisca il rovescio come il colpo migliore dell’austriaco sia cieco o sotto effetto di funghi allucinogeni che provocano gravi distorsioni della realtà. Ripeto, giocatore esageratamente pompato, che riesce nella titanica impresa di perdere un set contro il tetraplegico Monfils. Certo, paga inesperienza e mancanza di carisma, ma non riesco proprio a vederlo come futuro dominatore del tennis mondiale. Lascia spazio a Pouille, grazie.

[tps_title]Gael Monfils[/tps_title]

Voto: 3

Il povero francese, dopo aver raggiunto l’insperata qualificazione al Master, subisce un pesante infortunio cadendo dal trapezio durante l’esecuzione di un triplo salto mortale in un’esibizione del Cirque du Soleil, che lo costringe, ahinoi, ad abbandonare precocemente la competizione. Lo sostituisce più che degnamente David Goffin, esprimendo, nel poco tempo a disposizione, un ritmo ed una condizione ottima. Certo, conquista tre game, ma questi sono dettagli.

[tps_title]Stan Wawrinka[/tps_title]

Voto: 4

E niente, lui è così. Vince uno slam all’anno, getta Novak Djokovic per un paio di mesi dentro un vortice infinito di depressione ed isterismo e gioca gli altri tornei con lo stesso flemma della presidentessa Boldrini duranti i continui richiami ai colleghi deputati. Agili sconfitte con Murray e Nishikori, vittoria tirata contro il tremendo Cilic. Avrei tutto il materiale necessario per lapidarlo e sottoporlo a pubblica umiliazione, ma lo amo troppo, e me lo tengo così. Che vi piaccia o no.

[tps_title]Marin Cilic[/tps_title]

Voto: 5

Orribilmente macchinoso, lento e monotono. Sfortunato nell’infido sorteggio, certo, ma logicamente inferiore agli altri, per capacità tecniche, tattiche e mentali. Arriva a Londra con l’insperata speranza (gioco di parole gradevole come il croato, appunto) di ricevere un nuovo miracolo dalla Madonna di Medjugorje che invece, burlona, lo colpisce alle spalle destinandogli una fine ingloriosa. Ora lo aspetta la finale di Davis e, in coppia con Karlovic, il divertimento sarà assicurato.

[tps_title]Kei Nishikori[/tps_title]

Voto: 3

Rabbrividisco sentendolo paragonato ad Agassi e, conoscendo la mia situazione, immagino cosa questa affermazione possa scaturire in Andre stesso. Supera il girone con merito, glielo riconosco, ma qui finisce la sua breve storia. In semifinale, opposto ad un Djokovic instabile in piena crisi di mezz’età, racimola la bellezza di due game, faticando pure. Sono sempre più convinto che abbia la sindrome di Berdych e, andando a memoria, sembra sia proprio una patologia incurabile. Auguri.

[tps_title]Milos Raonic[/tps_title]

Voto: 8

Lo vedo passeggiare in mezzo al campo, brutto, sgraziato e gobbo. Ci sarebbero tutti i presupposti per un ritratto da film horror, ma, in fondo, gli voglio bene. Sorridente e tranquillo, armato di padella incordata meticolosamente scaglia sassate al servizio e dritti micidiali, aggirando la palla con lentezza inaudita ma inspiegabile efficacia. Arriva a match point contro il numero 1, cedendo dopo quasi quattro ore di partita. I miglioramenti sono notevoli e la classifica gli dà ragione. Bravo lui.

[tps_title]Novak Djokovic[/tps_title]

Voto: 6

Urla stizzito come dama in menopausa (complimenti al guru per l’ottimo lavoro svolto), lancia racchette, spara palle in tribuna cercando il fuori campo. Baciato dalla dea bendata che lo inserisce del girone dei vegetali, illude il pubblico e gli espertoni che, ammirandone le idilliache prestazioni, senza mezzi termini lo danno come favorito per la vittoria finale. Perde, continua a perdere. Lento, falloso, stanco. Finisce il regno del numero 1 meno amato di sempre (dopo Lendl). Parlando oggettivamente, tutto ciò non potrà far altro che fargli bene. E noi, finalmente, respireremo una ventata di aria fresca (insomma).

[tps_title]Andy Murray[/tps_title]

Voto: 10

Spalanca le vampiriche fauci e addenta i suoi malridotti avversari. Parla con il suo angolo (voto 10 per la pazienza) lamentando ogni tipo di fastidio. Corre, corre, corre. Incarna perfettamente ciò che Djokovic rappresentava fino a poco tempo fa. Una macchina inscalfibile ed inscalfibilmente soporifera. La Regina Madre però applaude e si commuove, mentre Judy attende impaziente il titolo di baronessa. Da oggi, secondo i recenti trattati, il regno di Scozia (e perché no, infialiamoci dentro anche l’Australia) si trasformerà in terribile dittatura, dove a dominare la scena saranno improbabili lord dalle alte cavigliere e giovani scapoli intriganti ed avvenenti. Però Murray, eddai, vacci ogni tanto a rete. Per favore.

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