Next Gen ATP Finals 2017: le pagelle dei magnifici 8

[tps_title]NEXT GEN ATP FINALS 2017[/tps_title]

Ieri si sono concluse le Next Gen ATP Finals 2017, prima edizione del torneo riservato alle migliori 8 promesse del circuito. La competizione tenutasi a Milano, e che probabilmente sarà la sede fino al 2021, è stata vinta da Hyeon Chung per 3-4(5) 4-3(2) 4-2 4-2 ai danni di Andrey Rublev. Entrambi autori di un grande percorso, in un torneo che guarda al futuro, sia con i partecipanti, che con le nuove regole, per ambire ad un grande avvenire, veloce e moderno, soprattutto per le emittenti televisive. Infatti, è noto che il nuovo regolamento sia stato stipulato sia per provare a cambiare un tennis ritenuto “obsoleto”, che forse è preferito dai più, sia per esigenze delle tv, che sono sempre in difficoltà con i palinsesti data l’imprevedibilità della durata degli incontri, ora ristretta in un paio d’ore generalmente. Un cambio importante, un passo verso il futuro, che ha visto gli 8 partecipanti spinti a far bene, a crescere ulteriormente, con l’obiettivo di vincere trofeo e un importante prize money che ha dato motivazioni a tutti di far bene fino all’ultimo, rendendo la competizione equilibrata fino alla fine, complice anche la possibilità di accrescimento d’incasso in seguito ad imbattibilità e vittorie. Ora che la stagione è conclusa, con l’ultimo torneo che ha inizio oggi a Londra del Master conclusivo, è giusto provare a dare i voti agli 8 tennisti che hanno partecipato alla kermesse milanese:

 [tps_title]IL VINCITORE[/tps_title]

HYEON CHUNG 10

Chung-Next-Gen-Finals2017

Dominatore assoluto del torneo. Da 6° del lotto, 7° se avesse partecipato Sascha Zverev, una scalata incredibile, fino a battere la testa di serie n.1 Andrey Rublev con il risultato di 3-4(5) 4-3(2) 4-2 4-2. Un trofeo portato a casa senza se e senza ma, da outsider, partendo dal basso, ha sorpreso tutti, rimanendo imbattuto nel corso della competizione concludendo con 5 vittorie su altrettante partite, 15 set vinti e appena 6 persi. Un rullo che compressore, che ha iniziato il suo percorso di maturazione nel 2013, quando perse la finale di Wimbledon juniores contro quel Gianluigi Quinzi che forse è stato l’unico a mettergli pressione nel corso del torneo. Per il sudcoreano c’era stata subito la vittoria ai danni dell’amato Denis Shapovalov al primo incontro, “piallando” il futuro sfidante finalista per 4-0 4-1 4-3(1), prima di soffrire contro il “rivale” Quinzi ma portando ugualmente a casa il match per1-4 4-1 4-2 (6)3-4 4-3(3). Poi le semifinali contro l’altro russo Daniil Medvedev, prima dell’epopea finale che lo ha decretato vincitore della prima edizione delle Finals under 21. Ha concluso la stagione alla posizione 54, perdendo nell’ultimo 1000 dell’anno contro Rafael Nadal che ha conquistato definitivamente la posizione numero 1 al mondo. Nel 2018 un possibile exploit nel circuito maggiore per il tennis veloce e moderno del buon asiatico.

[tps_title]LO SCONFITTO[/tps_title]

ANDREY RUBLEV 9

Una delle rivelazioni della stagione, non si è smentito neanche in quel di meno. Era considerato il favorito in virtù della classifica di #1 nella Race to Milan, ma il suo percorso traballante si è fermato in finale. Il numero 37 al mondo ha fatto un grande torneo, disputato con costanza e grandi qualità tecniche con rovesci taglienti e diritti lungolinea fenomenali. Qualificatosi come secondo dietro Chung, nel primo match aveva penato e non poco contro il padrone di casa, battendolo solo al 5° per 1-4 4-0 4-3(3) 0-4 4-3(3). Poi la sconfitta sonora citata prima contro il futuro vincitore e infine la vittoria decisiva nello spareggio contro il canadese, spuntandola anche in questo caso al set decisivo. Nelle semifinali infine, ecco Borna Coric, battuto facile in 3 set, 4-1 4-3(6) 4-1, complice anche le condizioni avverse del croato, prima della finale già scritta. Dopo Umago e gli ottavi a New York, il sosia di Zverev jr cercherà di crescere ancora l’anno prossimo, forte di una Next Gen Finals in più…

[tps_title]TERZO CLASSIFICATO[/tps_title]

DANIIL MEDVEDEV 8

La medaglia di bronzo va al russo numero 65 del mondo: secondo nel girone B dietro Borna Coric, ha mostrato qualche difficoltà nel chiudere i match, ma nonostante i 198 cm di altezza e qualche incertezza nei fondamentali, è riuscito a classificarsi sul gradino più basso del podio. Un buon risultato per colui che è diventato celebre per aver battuto Stan Wawrinka a Wimbledon a luglio, mese in cui ha raggiunto il best ranking con la posizione 48. Ancora nessun titolo per il tennista originario di Mosca, ma curando meglio alcuni particolari, può ambire ad importanti palcoscenici, considerando anche l’abilità nel saper soffrire. Un esempio lo è stato il primo incontro contro Khachanov, battuto in rimonta per 2-4 4-3(6) 4-3(3) 4-2 oppure ancora rimontando contro la delusione del torneo Jared Donaldson, battuto per (3)3-4 4-2 4-3(1) 4-0. Due vittorie, intervallate però dalla netta sconfitta subita contro Borna Coric, senza aver la possibilità di rivincita nella finale 3° e 4° posto, conquistata dopo la sconfitta contro Chung per4-1 4-1 3-4(4) 1-4 4-0, dove gli è mancata un po’ di freddezza. Particolari da curare, per una crescita da esplorare!

[tps_title]AI PIEDI DEL PODIO[/tps_title]

BORNA CORIC 8,5

Da premiare il gran ritorno del 20enne croato dopo gli infortuni al ginocchio che ne hanno minato la stagione passata. Professionista da quando aveva 17 anni, due stagioni fa raggiunse il best ranking diventando 33 al mondo, mentre oggi è 48. Una grande stagione dunque coronata con la vittoria del ATP di Marrakech, primo titolo, contro Philipp Kohlschreiber, a cui ha annullato 5 match point in finale. Per il “Most Improved 2014” inoltre, anche una vittoria prestigiosa valevoli per i quarti di Madrid contro Andy Murray. A Milano partiva da testa di serie numero 4, ma probabilmente non meritava il cucchiaio di legno: forse più del russo meritava il bronzo, soprattutto per il tennis mostrato nel torneo e le 3 vittorie su 3 match nel girone dominato. I problemi lo hanno frenato, sperando non sia nulla di grave, considerando che sta ritornando, come mostrato nel girone in cui ha battuto Medvedev, Khachanov e Donaldson, prima di perdere da Chung e contro lo stiramento alla coscia sinistra. Un infortunio che non gli ha permesso di giocare la finalina, vinta a tavolino dal russo, che invece ha giocato un’esibizione con Ross Hutchins, ex n°26 al mondo del ranking di doppio ma soprattutto co-direttore del torneo insieme a Sergio Palmieri. Al 2018 allora Borna!

[tps_title]IL BEFFATO[/tps_title]

DENIS SHAPOVALOV 7+

Il tennista canadese, grande promessa del tennis mondiale, premiato con gli ATP Awards qualche giorno fa con i titoli di ” Star of Tomorrow” e di “Most Improved of the Year 2017”, è stato beffato sul più bello. Il classe ’99, autore di un grande exploit nell’estate americana con la semifinale a Montreal contro il futuro vincitore Alexander Zverev e con gli ottavi di finale agli Us Open, è uscito allo scontro diretto, da terzo del gruppo A. La testa di serie #3 del torneo, che peraltro era il più giovane nel lotto dei partecipanti, è parso scarico, forse ancora un po’ inesperto, concludendo la competizione come l’aveva iniziata: con una sconfitta. Il tennista di origine israeliane, all’esordio ha perso contro l’imbattuto sudcoreano Hyeon Chung, che da 6° del ranking, ha dominato il girone: 1-4 4-3(5) 4-3(4) 4-1 il punteggio. Dal primo set vinto, alla sconfitta finale, arrivata in modo combattuto , considerando i due tie-break giocati contro l’asiatico. Se contro Chung, Shapovalov non era favorito, il pronostico era a suo favore contro il positivo Gianluigi Quinzi, vincendo solo al 4° set, sfiorando il set decisivo. Un pronostico (quasi) spazzato via dalla grande forma e dal grande coraggio del marchigiano, che ha tenuto dopo un set non giocato, prima di perdere per un po’ di sfortuna un match in cui il 18enne ha mostrato la sua precaria condizione fisica. 4-1 4-1 (5)3-4 4-3(5) il punteggio finale, che ha dato la possibilità a Shapo di giocarsi le ultime chance contro il futuro finalista. Il match decisivo, l’ultimo del girone, vedeva contro il canadese e Andrey Rublev, che ha portato a casa lo spareggio per la seconda piazza per 4-1 (8)3-4 4-3(2) 0-4 4-3(3), in uno dei match più belli e tirati del torneo. Avrebbe potuto partecipare alla finalina, ma anche il suo forfait non ha permesso di assistere ad un’esibizione di livello. Una beffa sul più bello per Denis, che al termine di un torneo poco brillante, non è riuscito a concludere l’ultimo tassello: quello della vittoria. Al 2018 per il salto di qualità. tempo al tempo, intanto una buona sufficienza per cominciare prima del “decollo”.

[tps_title]IL BEFFATO 2.0[/tps_title]

KAREN KHACHANOV 6,5

È stato beffato come il canadese, ma a differenza del 18enne, Karen, pro già a 4 anni, avrebbe potuto spingersi oltre, date le esperienze di quest’anno e la presenza di un girone non impossibile da superare. Se magari da Shapo si pretendeva un po’ troppo, per il russo il passaggio dei gironi era quasi d’obbligo, considerando l’ottima battuta e il buon diritto. Ma probabilmente la forma psicofisica è venuta mancare, non riuscendo a concludere il girone al secondo posto, con il rammarico del primo match e di una differenza set pari a 0. Nel primo match, d’apertura, quello in cui aveva le chance di staccare gli altri, si è fatto sopraffare dalla pressione, soprattutto quando tutto sembrava andar liscio, avendo vinto il primo set: 2-4 4-3(6) 4-3(3) 4-2 in favore di Medvedev, ha condizionato sicuramente il percorso del russo 21enne. Poi la vittoria facile contro il surclassato americano, per poi lottare ma rimanendo beffato contro l’en plein di vittorie di Coric, perdendo per (3)3-4 2-4 4-2 4-0 4-2. Un grande rammarico, soprattutto per i due set di vantaggio: resettare e ripartire, dalla posizione #45.

[tps_title]LA SORPRESA[/tps_title]

GIANLUIGI QUINZI 7

La grande sorpresa del torneo. Il ritorno meno atteso, oscurato un po’ dalle qualificazioni, che hanno permesso al marchigiano di farsi strada tra gli altri migliori 7 under 21, in casa, ripartendo, riuscendo, finalmente, a farsi notare al grande pubblico. Si era perso terribilmente dopo quel Wimbledon che sembra un po’ una maledizione per i vincitori juniores, scivolando alla posizione 306 ATP, dopo il best ranking i maggio con posizione 226. Peccato che non valga come punti, ma un grandissimo percorso, in sordina, passando dalle qualificazioni, fino a sfiorare più volte il colpaccio, animando il centrale grazie alla presenza di un italiano, proprio colui riconosciuto da tutti come la speranza del tennis nostrano. E se si saprà confermare dopo questa positiva esperienza, con aggiustamenti al diritto e nella gestione dei momenti chiavi, potrà disegnarsi uno spazio importante all’interno nel circuito. Arrivato ultimo nel girone più difficile, ha tenuto subito testa a Rublev prima di perderci al 5° al tie-break, stessa sorte con Shapovalov al 4°, per poi riperdere al 5° a giochi fatti nella remake della finale sull’erba del 2013. A presto Gianluigi, con la speranza che la strada intrapresa, sia quella giusta…

[tps_title]LA DELUSIONE[/tps_title]

JARED DONALDSON 5

La grande delusione del torneo. Il peggiore, semplicemente inadeguato all’interno dei migliori 8. Probabilmente, questo Quinzi, avrebbe potuto portare a casa la vittoria, complice una pessima condizione e mezzi inappropriati per competere a certi livelli. L’unico rappresentante della scuola americana a Milano ha fallito, rimanendo a secco come il nostro Quinzi, ma vincendo appena 1 set e perdendone 9 rispetto ai 5v e 9p dell’italiano. In ritardo di condizione, scarico e impotente contro la potenza dei russi, che hanno piallato il povero Jared. Nel primo match, il migliore, sconfitta contro Coric, ingiocabile nel girone, per 4-3(2) 4-1 4-3(5), con due tie-break tirati; poi le sconfitte contro Khachanov per 4-1 4-3(3) 4-2 e Daniil per (3)3-4 4-2 4-3(1) 4-0 hanno concluso anzitempo il torneo. Un importante esame di coscienza per uno con la classifica 55, tra i migliori nel lotto, che verosimilmente dovrà migliorare in futuro, soprattutto sull’atteggiamento, parso spesso svogliato e fuori forma. Rimandato.

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