I 5 momenti più importanti della carriera del “dongiovanni” Radek Štěpánek

[tps_title]CARRIERA GLORIOSA [/tps_title]A metà novembre ha detto basta: all’età di 39 anni Radek Štěpánek ha deciso di appendere la racchetta al chiodo. Una decisione maturata da un giorno all’altro, ma che forse era la più logica considerando l’ultimo degli infiniti infortuni che ha dovuto superare nel corso della carriera: l’operazione alla colonna vertebrale gli aveva fatto saltare tutta la stagione, quindi, la scelta di giocare solo in doppio nel 2018. In seguito alla separazione dal tecnico Markem Všetíčkem, con il quale collaborava da 16 anni, la definitiva decisione: lasciare il tennis ed intraprendere la carriera di coach, senza rischiare ulteriori, interminabili, calvari. Il ceco, classe ’78 e originario di Karviná, ha iniziato a giocare quando ancora la sua Repubblica Ceca era unita alla Slovacchia sotto l’unica nazione Cecoslovacchia, per poi rendersi autonoma nel ‘93,  ammirando le gesta di Ivan Lendl e Martina Navratilova, cecoslovacchi anche loro, che hanno ispirato lo stesso “Steps”, ma anche Martina Hingis, poi naturalizzata svizzera, e la generazione d’oro rappresentata da Petra Kvitova, Karolína Plíšková e Tomas Berdych. Un paese con una grande tradizione tennistica, che proprio durante questi anni è tornata a risplendere, con la conquista di due Coppe Davis consecutive, nel 2012 e 2013, contro la Spagna, nella O2 Arena di Praga teatro della prima edizione della Laver Cup 2017, e contro la Serbia, due nazionali che dispongono di fior di campioni. Già nel 2009 la giovane Repubblica Ceca aveva conquistato la finale, perdendo malamente per 5-0 contro gli iberici, per poi prendersi la rivincita 3 anni dopo e riconquistare l’insalatiera dopo 32 anni, quando l’allora Cecoslovacchia batté l’Italia per 4-1. Soprattutto in campo femminile il tennis ha vissuto una fioritura unica: 10 i successi totali, 5 negli ultimi 6 anni, con l’unica finale persa nella sua storia nel lontano ’86: la scuola ceca rappresenta una certezza nello sort più nobile del mondo. E proprio di questa accademia fa parte il buon vecchio Steps, che ora vive a Montecarlo e non più nell’industriale cittadina ai confini con la Polonia, che nel corso della carriera ha vinto 5 titoli in singolare e 18 in doppio, di cui 2 Slam, oltre il bronzo nel doppio misto del 2016 e le due Coppe Davis. Ex #8 della classifica mondiale, nel 2008 ha anche partecipato alle ATP Finals, uscendo di scena al Round Robin. Ha uno score di 24 vittorie contro i top 10, ha raggiunto nel magnifico 2012 ha anche la quarta posizione nel ranking di doppio, specialità in cui ha vinto gli Australian Open nel 2012, anno in cui ha vinto anche gli ATP 1000 di Miami e Shanghai, e gli US Open nel 2013, lì dove aveva perso nel lontano 2002 e poi nel 2012, anno nel quale raggiunge la semfinale del Masters di doppio. Il suo ritiro si sentirà molto, considerando la sua umiltà e passione per il tennis, sport che ha iniziato a tre anni e gli ha dato una certa popolarità e ammirazione, come mostrano gli apprezzamenti dei colleghi e…delle donne. Il classe ’78 infatti, è stato fidanzato con la tennista svizzera Martina Hingis e sposato con la tennista Nicole Vaidišová. Ha avuto anche una relazione con Petra Kvitová. Uno che ci sa fare, in campo e…fuori: per onorare la sua carriera, ecco i 5 momenti più belli ed importanti della carriera da tennista, prima di anni di successo da coach, sin da subito nel prossimo futuro, con la collaborazione con Novak Djokovic. 

[tps_title]5. IL 2006 E I QUARTI A WIMBLEDON[/tps_title]

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All’età di 26 anni solitamente si raggiunge la maturità sportiva e anche Radek nel 2006 compie una stagione unica, che non ripeterà in più, per quanto riguarda il singolare. È l’anno del best ranking per il ceco, che raggiunge, in seguito al miglior piazzamento personale a Wimbledon, l’ottava posizione, ma ci vorranno altri due anni per partecipare alle ATP Finals. Nell’anno in cui l’Italia vince i Mondiali di calcio, il tennista originario di Karviná vince il primo titolo a Rotterdam battendo Christophe Rochus e raggiunge la terza finale ATP, dopo quella del 2004 a Parigi-Bercy, ad Amburgo, dove ne esce sconfitto. Il percorso che lo porta al torneo più ambito che si disputa tra giugno e luglio è incoraggiante, considerando che si tratta di una delle migliori stagioni di Steps. Il ceco vince subito al primo turno in quel di Londra contro il canadese numero 125 al mondo Frank Dancevic in 3 set; quindi, approda al secondo turno, dove vince con qualche fatica contro il belga Xavier Dalisse in 4 set, lasciando il primo degli 8 set del torneo. Il terzo turno è quello delle grandi occasioni: dall’altra parte della rete c’è Juan Carlos Ferrero, ex numero 1 al mondo, posizione raggiunta nel 2003. L’ex vincitore del Roland Garros si porta avanti di due set, peraltro combattuti, finiti per 7-5 7-6 (3); ma il buon Štěpánek come al solito non molla, mostrando la grande generosità che lo ha contraddistinto, quindi recupera e vince terzo e quarto set per 6-4 6-2. L’ultimo set, quello decisivo, è al cardiopalma, con colpi sopraffini, due velocisti e abili nel gioco, che portano il match sulle 4 ore e 3 minuti di gioco, conclusosi per 11-9 per il ceco. Il demerito di Ferrero di aver sottovalutato l’avversario si fa sentire, mentre Radek si gode il momento e approda alla seconda settimana di uno Slam per la prima volta in carriera. Agli ottavi batte Fernando Verdasco, ancora una volta uno spagnolo, ancora una volta in svantaggio, ma che mostra il grande cuore del ceco che vince per 6-74 6-3 4-6 6-4 6-2 contro il #30 del mondo. Il ceco vive un torneo magnifico, che sarebbe potuto andare avanti, se solo non avesse incontrato Jonas Bjorkman, #59 ATP, in un torneo evidentemente povero di giocatori top. Dopo due match al 5°, Radek non è stanco e gioca altre 4 ore contro lo svedese e sfiora il colpaccio, ma questa volta è lui che si fa rimontare: 6-73 6-4 7-65 6-77 4-6. Resterà il più importante risultato in un Major, ma è la dimostrazione della sua abilità su tutte le superficie e di come il 2006 sia una grande stagione, conquistando anche il trofeo di Marsiglia in doppio.

[tps_title]4. US OPEN 2013: IL SECONDO SLAM[/tps_title]

Il 2013 è un altro anno importante per la carriera del classe ’78: raggiunto il terzo turno agli AO ad inizio anno del torneo del singolare maschile, eguagliando i piazzamenti del 2003, 2005, 2007 e 2009, giunge a Wimbledon per partecipare al torneo di doppio con il fedelissimo Leander Paes, dove raggiunge le semifinali, per poi ripetersi l’anno dopo. L’estate americana porta in dote la finale di Washington in coppia con Mardy Fish, perdendo da  Julien Benneteau e Nenad Zimonjić per 7-6 7-5. Agli US Open, Steps partecipa di nuovo con il tennista indiano, e compie un percorso incredibile, culminato con la vittoria del torneo di New York. L’esordio vede i futuri vincitori vincere contro Jarkko Nieminen e Dmitry Tursunov in due set; il secondo turno il duo ceco-indiano sfida Daniel Brands e Philipp Oswald, vincendo in rimonta per 4-6 6-3 6-4. Il terzo turno è quello delle grandi occasioni, contro i francesi Michael Llodra e Nicholas Mahut, perdendo ancora un set ma riuscendo a vincere ugualmente per 7-5 4-6 6-3. L’approdo ai quarti vede sfidarli contro Aisam-Ul-Haq Quereshi, ex n.8 al mondo nella specialità di doppio, e Jean- Julien Rojer che ha partecipato alle ultime Finals di Londra, anch’essi sconfitti in tre set prima dell’attesa semifinale contro i gemelli Bryan che l’anno precedente avevano vinto il torneo proprio a discapito della coppia Štěpánek- Paes. Dopo il primo set vinto 6-3 per la coppia americana, arriva la rimonta e la voglia di rivalsa dei futuri vincitori, che vincono 6-3 6-4. La finale contro Peya e Soares poi è un gioco da ragazzi, che vede il duo ceco-indiano trionfare per 6-1 6-3 vendicando la finale 2012 e quella del 2002 che il ceco perse con il compagno di doppio Jiří Novák. L’ultimo successo in doppio maschile avverrà nel 2015 a Bogotà con Édouard Roger-Vasselin, prima della sconfitta di gennaio scorso a Doha con Vasek Pospisil, ultimo match in carriera di doppio prima dell’ultima contro David Goffin a Melbourne. Il 2013 si conclude con la sua vittoria fondamentale per il punto decisivo contro Dušan Lajović con il punteggio di 6-3 6-1 6-1, vincendo sulla Serbia per 3-2: è l’ultimo match vinto con qualcosa di importante in palio, dopo l’ultimo successo del 2011 contro Gael Monfils per la conquista del torneo di Washington. Durante questo periodo disputa vari Challenger, conquistandone per 3.

[tps_title]3. BRONZO ALLE OLIMPIADI 2016[/tps_title]

A quasi 40 anni, Radek Štěpánek ha ancora voglia di vincere e di stupire, e probabilmente, se non avesse avuto l’operazione, avrebbe continuato ad inseguire il sogno. Si presentano le Olimpiadi 2016, a Rio de Janeiro: il rapporto non è mai stato ottimo con i Giochi Olimpici, date le eliminazioni al primo turno delle precedenti due edizioni e quella al secondo turno in doppio nel 2012. In Brasile la Repubblica Ceca ottiene un invito dall’ITF (l’organizzazione che amministra Slam e Olimpiadi ndr), e la rappresentano Radek Štěpánek e Lucie Hradecká, vincitrice di 19 ITF, del Roland Garros nel 2011 e degli US Open nel 2013, come il suo connazionale, di doppio femminile e ancora il torneo di Parigi nel 2013 in doppio misto. Steps viene convocato per anzianità e perché potrebbe avere la chance di andare a medaglia, mentre Lucie per l’abilità in doppio come mostrato con la vittoria dell’argento alle Olimpiadi 2012 e le vittorie di Fed Cup. I due probabilmente sarebbero usciti subito, dato il sorteggio che li metteva contro Muguruza- Nadal, ma dato il ritiro di quest’ultimi, i cechi avanzano e vincono contro Begu- Tecau, garantendosi la finale terzo e quarto posto. In semifinale sfidano i futuri vincitori della medaglia d’oro, Bethanie Mattek-Sands e Jack Sock che vincono per 6-4 7-6 (3) e che poi batteranno Venus Williams e Rajeev Ram in una finale tutta americana, per via dell’invito alla coppia sconfitta per sopperire ad un impoverimento della specialità, bistrattata dai top giocatori. Radek Štěpánek e Lucie Hradecká si giocano il terzo posto contro il duo indiano Mirza- Bopanna, specialisti nel doppio, sconfitti 6-1 7-5 e portando a casa un’altra medaglia da aggiungere al palmares della pluripremiata Repubblica Ceca.

[tps_title]2. IL 2012 E GLI AUSTRALIAN OPEN[/tps_title]

Il 2012 è probabilmente la rinascita di Rasek, che dopo 6 anni dai primi trionfi in singolare e i quarti di Wimbledon, vive una stagione magnifica in doppio. In singolare riesce a portare a casa vari match di Coppa Davis, ma le sue priorità cominciano a spostarsi verso la specialità di coppia: l’anno inizia subito alla grande con la conquista degli Australian Open con Leander Paes, in un torneo immacolato, in cui il duo ceco-indiano, all’inizio del duopolio, perdono appena un set. Il torneo comincia contro la coppia di casa, Jones- Smith, sconfitti con un doppio 6-2 prima di sfidare i vincitori degli AO 2015 Bolelli-Fognini, anch’essi sconfitti in due set, per 6-2 7-6 (5). Il torneo prosegue con la sfida contro il francese Michael Llodra e Nenad Zimonjic, contro cui vincono 7-5 7-6 (2); approdati ai quarti contro Eric Butorac e Bruno Soares sconfitti per 6-4 7-6 (4), il duo ceco-indiano approda in semifinale contro Max Mirny, bielorusso che nel 2002 sconfisse il ceco e Novak nella finale US Open, e Daniel Nestor, con il quale, Štěpánek ha raggiunto la finale a Melbourne nel 2016, perdendo poi contro Jamie Murray e Bruno Soares. Nell’emozionante semifinale, ancora una volta Paes e “Steps” hanno la meglio, lasciando il loro primo, ed unico, set per strada. In finale, ecco i gemelli Bryan, sconfitti per 7-6 (1) 6-2, che si riprenderanno la rivincita a settembre a Flushing Meadows, dove vinceranno 6-3 6-4. Il primo dei due Slam conquistati dai due, è l’inizio di un sodalizio produttivo, soprattutto nel corso del 2012: nella primavera americana, Štěpánek e Paes conquistano anche l’ATP 1000 di Miami, sfidando, ancora, Mirny e Nestor, che trovano nella coppia rivelazione del 2012, la propria bestia nera. La finale termina con il punteggio di 3-6 6–1 10-8 conquistando così il sud degli Stati Uniti. I due hanno fame di vittorie, e dopo le Olimpiadi, ecco la stagione americana, con l’appunto già citata finale di New York, che porta comunque i due in quarta posizione mondiale e conquistare almeno una volta in tutte e 4 le prove Slam, un posto tra i migliori 4 di ogni prestigioso torneo. Si passa in Asia, dove arriva un’altra finale, ed un’altra sconfitta, questa volta a Tokyo, contro Peya-Soares, su cui i due si prenderanno la rivincita l’anno dopo a New York. I due approdano in finale anche a Shanghai, e questa volta, la musica cambia: il secondo 1000 dell’anno è portato a casa, ai danni degli indiani Mahesh Bhupathi e Rohan Bopanna per 67-7 6-7 10-5, con la presenza di 3 indiani su 4 giocatori in campo, scrivendo la storia e proseguendo la grande tradizione indiana in questa specialità. Il 2012 si conclude con la semifinale alle ATP Finals, dopo aver vinto tutte e 3 le sfide nel girone per poi perde proprio dalla coppia indiana per 6-4 1-6 10-12 in una sfida mozzafiato.

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1. DECISIVO IN COPPA DAVIS

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L’anno migliore della carriera di Štěpánek. Il 2012. L’anno del possibile inizio del declino all’alba dei 34 anni del ceco, si è trasformata in una stagione esemplare, portando a casa gli Australian Open e i due ATP 1000 in doppio ma soprattutto la Coppa Davis. Quella coppa che mancava in Repubblica Ceca dal 1980, ben 32 anni di astinenza, per un paese abituato a vincere, che ad oggi, vanta 3 insalatiere, die delle quali portate a casa dall’uomo della Provvidenza, che aveva appena due anni quando Ivan Lendl conquistò con la sua Cecoslovacchia contro l’Italia, la prima Davis della propria storia. Proprio dall’Italia comincia il percorso della Coppa Davis 2012 della Repubblica Ceca, che in casa, batté il primo turno gli azzurri per 4-1. Al secomdo turno, un’altra vittoria schiacciante ai danni della Serbia, che perderà anche l’anno dopo in finale contro i cechi, mentre l’Italia si apprestava allo spareggio contro il Cile. L’approdo in semifinale contro l’Argentina è con i fiocchi, con una vittoria strepitosa e tirata per 3-2, il medesimo risultato della finale. Già, la finale: dopo tre anni, ecco di nuovo Repubblica Ceca-Spagna. A Praga, alla O2 Arena, c’è la rivincita del 2009 quando gli iberici vinsero 5-0 contro i cechi al Palau San Jordi di Barcellona, che dal quel giorno, si legarono al dito la sconfitta. In particolare uno: Radek Štěpánek, colui che ha cambiato la storia. Merito anche degli altri componenti del gruppo, la domenica pomeriggio dell’ultimo weekend della stagione tennistica vede la situazione sul 2-2. Il punto decisivo, il 5º match è quello tra Stepanek e Almagro, con il ceco, più anziano del rivale di sette anni, che gioca un match d’attacco, come è nelle sue caratteristiche. Dopo aver vinto il primo set 6-4 rimontando da 2-4, Stepanek ha avuto quattro set point nel secondo agli ultimi turni di servizio di Almagro: due sul 5-4 ai vantaggi, due consecutivi (era 40-15) sul 6-5. Lo spagnolo di Murcia, numero 11 del mondo (il ceco è 37), si è salvato, ma è poi franato sotto il peso della tensione e della responsabilità nel tie break, dominato da Stepanek, che se lo è assicurato senza concedere un punto all’avversario. Il ceco ha accusato un calo nella terza partita: break di Almagro (4-2) che questa volta non si è lasciato sfuggire l’occasione come nel primo parziale e ha chiuso 6-3. E’ stata però solo un’illusione per gli spagnoli: nel quarto set Stepanek ha ripreso a giocare il suo spettacolare tennis d’attacco travolgendo il rivale, meno a suo agio su una superficie indoor velocissima. Subito 3-0 con i tredicimila della O2 Arena in festa. Sotto 5-2 Almagro al servizio ha annullato il primo match point con un vincente, ma si è arreso nel game succesivo su un rovescio in rete: 6-3 per il ceco dopo quasi quattro ore e Davis ai cechi. 6-4 7-5 3-6 6-3 il punteggio finale per San Radek, che regala la seconda Davis di sempre ai suoi mentre la Spagna perde l’opportunità, senza Nadal infortunato, di vincere la 4ª Coppa Davis in 5 anni. Radek ha fatto la storia. Il dongiovanni ceco ha riscritto la Storia del suo paese. 

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