Elena Vesnina: un sogno chiamato Wimbledon

Era il primo agosto 1986, e nessuno poteva immaginare cosa quella bambina di nome Elena sarebbe stata in grado di fare quasi trent’anni dopo.

La giovane Vesnina viene introdotta al tennis all’età di 7 anni da parte della madre Irina, ma ad insegnarle effettivamente come giocare è Jurij Judkin, istruttore dell’accademia di sport di Sochi.

L’avventura nel circuito professionistico inizia nel 2003, anche se i primi risultati iniziano ad arrivare dopo due anni: nel 2005, infatti, conquista il proprio primo titolo di doppio a Quebec City in coppia con Anastasia Rodionova. Nel 2006, la russa riesce a distinguersi anche in singolo, raggiungendo i quarti a Strasburgo e Forest Hills, ma soprattutto il quarto turno agli Australian Open, dove viene sconfitta solo dalla testa di serie numero 6 Nadia Petrova. A fine anno è numero 44 del mondo ed è davvero promettente.

epa00616131-elena-vesnina-of-russia-in-action-against-julia-schruff-FH2M1N

Tra 2007 e 2008 continua a farsi notare principalmente nel doppio: vince i tornei di Hobart (con la Lichovceva) e Indian Wells (con la Safina); inoltre, gioca alle Olimpiadi di Pechino 2008, sempre in doppio, in coppia con Vera Zvonareva e raggiunge i quarti di finale.

2009 e 2010 sono due stagioni positive sia per il singolo che per il doppio: raggiunge ben 4 finali (Auckland, New Haven, Istanbul e Tashkent) perdendole tutte, rispettivamente contro Dementieva, Wozniacki, Pavlyuchenkova e Kudryavtseva. Facendo coppia con Victoria Azarenka raggiunge la finale del Roland Garros 2009 mentre, l’anno successivo, arriva in finale a Wimbledon in coppia con Vera Zvonareva, perdendola da Vania King e Yaroslava Shvedova.

Il 2011  è una buonissima stagione per la russa: finale in singolo a Charleston, ma soprattutto tre titoli di doppio e una finale persa al Roland Garros in coppia con Sania Mirza. I veri buoni risultati di doppio arriveranno però l’anno successivo: infatti, nel 2012, decide di iniziare a fare coppia fissa con Ekaterina Makarova; da allora arriveranno 5 titoli (di cui 2 slam) e 10 finali (tra cui il master 2013 e ben 3 slam).

In singolo, la stagione migliore è sicuramente il 2013: in quell’annata, infatti, vinse i suoi primi due, e per ora unici, titoli (Hobart e Eastbourne). Il 2016 della russa, fino ad ora, era stato decisamente migliore in doppio che in singolo: la finale ottenuta a Charleston è decisamente inferiore agli ultimi atti raggiunti a Roma e al Roland Garros in coppia con la Makarova. Per cui, alla vigilia di Wimbledon, nessuno si aspetta che lei arrivasse alle semifinali.

Proprio al periodo prima di Wimbledon risale un siparietto tra la Vesnina e Bruno Soares su twitter. Sanno tutti che, dopo il Roland Garros, Ivan Lendl è tornato nel team di Andy Murray e che lo scozzese, poco dopo, avrebbe vinto per la quinta volta il torneo del Queen’s. Dopo di questi avvenimenti, Soares scrisse su twitter:”Mi sembra di giocare meglio ora che Lendl è di nuovo con Andy, che è fratello di Jamie, che è il mio compagno di doppio #thelendleffect”. La risposta di Vesnina, compagna di doppio misto del brasiliano, è stata pronta:”Bruno, allora, per logica, sarò io la prossima sotto il #thelendleffect”. E mi sa che aveva proprio ragione la russa.

Ora la Vesnina dovrà battere la numero uno del mondo Serena Williams per tenere vivo il proprio sogno a Wimbledon. Ma nessuno sa di cosa sia capace l’effetto Lendl…

Exit mobile version