Chiamato all’ultimo secondo per il forfait di Juan Martin Del Potro, Frances Tiafoe ha l’onore e il piacere di partecipare attivamente a questa prima edizione della Rod Laver Cup, curioso trofeo ispirato alla golfistica Ryder Cup che vedrà sfidarsi i migliori tennisti europei con i rappresentanti del resto del mondo. Il tutto sotto lo sguardo vigili dei due “commissari tecnici” che si troveranno ancora una volta contro: Bjorn Borg e John McEnroe.
UNA STORIA IMPROBABILE – Il 2017 è stata la stagione in cui il mondo si è realmente accorto di questo giovane ragazzo di origini afroamericane del Maryland. In realtà gli addetti ai lavori del buon Frances sapevano già da diversi anni,almeno da quando divenne il più giovane vincitore dell’Orange Bowl nella categoria under 18: era il 2013 e aveva solo 15 anni. Ultimo trofeo al termine di una carriera junior da strabuzzare gli occhi. Era la giusta prima ricompensa per un ragazzo umile e combattente, come la sua famiglia: papà Frances Tiafoe Sr e la madre Alphina Kamara sono originari della Sierra Leone, dove hanno vissuto la povertà in pieno: il padre lavorava in miniera sin da quando era un adolescente. La coppia riuscì a emigrare negli Stati Uniti scampando così alla guerra civile, giungendo cpsì in Maryland dove nasce Frances Jr e suo fratello gemello, Franklin (che ha giocato a tennis per la Salisbury University in Maryland). Frances Sr viene assunto dopo poco, nel 1999 con i figli appena nati, come operaio per la costruzione di un nuovo centro tennistico. Al termine del lavoro i proprietari apprezzano il lavoro di questo giovane emigrato da un paese africano senza pace e lo assumono come custode: pulisce di giorno il centro e si prende cura dei campi in terra la sera. I giovani gemelli Tiafoe crescono quindi nel circolo e iniziano a giocare sin da bambini, ma sarà Frances ad essere il campione di famiglia…e non solo. Ad oggi è il principale prospetto del tennis a stelle e strisce.
SCALATA DEL RANKING – Tutto questo è costantemente nella testa di Frances Tiafoe Jr. Lontano dal prototipo del tennista sbruffone che sciupa il talento (vero Kyrgios?), il ragazzo del Maryland non nasconde le sue ambizioni, ma si rende perfettamente conto della fortuna che si ritrova per le mani. Dopo l’Orange Bowl ormai si sentiva pronto per entrare nel circuito professionistico, nonostante fosse ancora ben lontani dalla maggiore età. Il 2014 è un anno di assestamento, prime partite giocate e posizione numero 1145. Il 2015 parte la scalata: primi risultati, si passa dai Futures ai Challenger, prime finali Challenger e poi debutto anche nei primi ATP 250 e in un Master 1000 con wild card (a Cincinnati). Non è mancato il capitolo Slam, con il primo turno al Roland Garros (perde da Klizan) e infine all’US Open, dove esce per mano di Troicki. Tuttavia questi debutti lo fanno risultare l’unico giocatore, dai tempi di Chang e Sampras, a giocare due Slam in un anno senza aver ancora compiuto diciotto anni. A fine stagione la classifica recita 176: quasi mille posizioni scalate, e Frances ha ancora 17 anni. Il 2016 inizia con una sequela di finali challenger, ma l’agognato primo trofeo tra i grandi arriva sul cemento canadese di Granby. Si ritorna anche all’Us Open, sempre con wild card, stavolta contro l’idolo di casa John Isner: Frances porta a casa i primi due set con facilità, ma si deve arrendere al ritorno di Long John al tie break finale. Termina l’anno alla posizione numero 108, nuovamente il classe ’98 più alto in classifica.
STORIA RECENTE – Si entra quindi nell’anno corrente: supera le qualificazioni in Australia e vince la sua prima partita Slam (contro Kukushkin) prima di arrendersi a Sascha Zverev. Dà del filo da torcere una prima volta a Federer a Miami (perde 7-6 6-3), vince due challenger di fila sulla terra a Sarasota (dove è anche protagonista di questo simpatico episodio) e ad Aix en Provence entrando così nei primi 70 al mondo. Al Roland Garros sfiora una vittoria in rimonta su Fognini, persa al quinto set, mentre i risultati estivi invece latitano: vince una partita su sette tra giugno e luglio, riprendendosi solo a Montreal, dove arriva al terzo turno. Però la partita dell’anno la gioca (nuovamente) all’Us Open, dove incrocia il suo idolo di infanzia Roger Federer: la partita è aspra e Roger la spunta solo al quinto set. Dal canto suo Frances, agitato nel pre partita, dopo la sconfitta twitterà: «Esperienza incredibile sull’Arthur Ashe ieri sera. Si tratta di un momento che non scorderò mai». Che pasta il ragazzo! Guidato da Robbie Ginepri (che nel 2005 centrò una insperata semifinale proprio a New York) Tiafoe è uno dei pochi giocatori statunitensi ad avere la terra come superficie preferita. Il suo storico coach Misha Kouznetsov ha dichiarato: «Frances ha tantissimo cuore, e ho visto in lui una grandissima forza di volontà e passione» e in campo questo si riverbera in una grandissima abilità difensiva. La sua capacità di recuperare e le sue abilità fisiche ricordano molto quelle di Gael Monfils. Ora dovrà essere in grado di gestire tutta la pressione che negli Stati Uniti gli stanno immancabilmente mettendo addosso, e sarà un’ulteriore forza, per questo giovane ragazzo del Maryland di ascendenze Sierraleonesi.