“Genie” Bouchard, stella nascente sotto le luci dei riflettori

Chi non conosce la bella e brava canadese Eugenie Bouchard, da lunedì numero 7 nel Ranking WTA, per gli amici “Genie”, stella promessa del circuito femminile. E’ stata la prima canadese ad approdare in una finale Slam, ma contro una Petra Kvitova così aggressiva, rasente la perfezione in campo, Genie ha potuto fare ben poco.  

Genie nasce a Westmount, in Canada, il 25 febbraio 1994, sei minuti dopo la gemella Beatrice. Interessante scoprire che i genitori, Michel e Julie, chiamarono così le piccole in onore delle figlie di Sarah Ferguson e del principe Andrea.

Beatrice e Eugenie Bouchard

Inizia a giocare a tennis a soli 5 anni insieme alla sorella Beatrice, che poco dopo intuisce che il tennis non è la sua strada. Al contrario, la piccola Eugenie amava il tennis e avrebbe addirittura colpito palline da tennis  tutto il giorno.

È così che nel 2006 si trasferisce in Florida, dove frequenta per tre anni l’Accademia di Nick Saviano , suo attuale coach.

La sua prima apparizione nel circuito WTA risale al Citi Open 2011 a cui partecipa grazie a una wild card. Qui sconfigge al primo turno la tennista Alison Riske, per poi perdere contro la futura vincitrice del torneo Nadia Petrova.

La  prima finale WTA è ad Osaka, nel 2013, ma viene sconfitta in tre set dall’australiana Samantha Stosur.

Il 2014 è un anno particolare perché per la prima volta nella carriera e per la seconda volta nella storia una canadese riesce ad accedere alle semifinali di un Grande Slam, Australian Open. Qui perde in due set contro Li Na, futura vincitrice del titolo.

Vince il suo primo torneo WTA a  Norimberga  prima di approdare agli Open di Francia, dove viene sconfitta dalla sua eroina Maria Sharapova.

Wimbledon 2014 è stata una “sorpresa” e, nonostante la sua sconfitta in finale, è stata la prima canadese a raggiungere questo traguardo e la sua carriera può solo che essere in ascesa, di questo ne siamo certi.

Tutti adorano questa ragazza, la tenacia, l’ ambizione e l’eleganza in campo comune a poche altre. Sempre sorridente e simpatica fuori dal campo, decisa e forte sul terreno di gioco.

Dopo la sconfitta di sabato si è dimostrata un po’ fredda per i suoi vent’anni; forse l’emozione e la delusione di non aver coronato un sogno così vicino dalla sua realizzazione le hanno fatto indossare una “corazza” .
Intervista a “Genie” dopo la sconfitta in finale a Wimbledon
In realtà, con questo ha dimostrato di saper perdere, di saper stare al suo posto e di non essere, come qualcuno ha definito, una ragazza “viziatella” che dalla vita ha avuto tutto. Troppo ambiziosa, forse sì, ma in uno sport come il tennis, se non pensi di poter arrivare in alto e di poter essere la migliore, se quando scendi in campo ti concentri a pensare all’avversaria, se sei intimorita dai suoi risultati e hai poca fiducia in te stessa, sarà il gioco stesso a dominarti prima o poi, indipendentemente dal fatto che dall’altra parte della rete ci sia un’avversaria più o meno forte di te.

Per fare un pò di gossip, c’è da dire che le affermazioni fatte dopo aver vinto la semifinale contro Simona Halep non hanno portato fortuna né a lei né al suo idolo Roger Federer, sconfitto in finale da Novak Djokovic.

Genie aveva apertamente dichiarato il desiderio di poter aprire le danze del ballo di Wimbledon, che celebra vincitore e vincitrice, insieme a Roger.

E credo non sia stato esaudito neanche il terzo desiderio: quello di vedere il suo idolo e cantante preferito Justin Bieber sugli spalti a guardarla. Scherzando, ha chiesto addirittura se, nel caso fosse venuto, l’avrebbero fatto entrare nel Royal Box.

E’ certo che Genie,  non solo continuerà a scalare il ranking mondiale, ma sarà (in parte già lo è) un’importante icona di bellezza e di stile. Frizzante, ambiziosa e determinata, speriamo solo che non si faccia trascinare dall’ondata mediatica che inevitabilmente travolgerà la sua vita, visto che in molti l’hanno già nominata “erede” della russa Maria Sharapova.

Yelena Apebe

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