I magnifici otto: Novak Djokovic

Quando penso a Novak Djokovic ciò che mi viene in mente è quella sua faccia pulita e quella serenità che lo contraddistingue in ogni situazione. Djokovic è la dimostrazione che per giocare a tennis ci vogliono serenità, abnegazione e voglia di lavorare senza prendersi troppo sul serio. E il serbo sa bene cosa significa. Vedi i siparietti che fa in molte circostanze, anche se ultimamente un po’ meno a causa dello scarso senso dell’umorismo dei colleghi.

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Guarda il video in cui Djokovic imita Nadal e Sharapova

Novak Djokovic prende la vita con spirito. E saranno le endorfine prodotte facendo sport, sarà la stupenda moglie e il loro matrimonio da sogno o il figlio Stefan che gli è appena nato. Certo è che tutto ciò che ha se lo è guadagnato a suon di carattere e di palle (da tennis).

E di motivi per darsi delle arie ne avrebbe il caro Djokovic, attuale n. 1 del mondo e autore di un tennis perfetto che gli ha fatto meritare il soprannome di “Robonole“. Quando è in giornata, infatti, il serbo è ingiocabile per tutti. Vedi Nadal a Miami e a Roma 2014 e lo stesso Roger Federer, sconfitto quest’anno nel suo regno, a Wimbledon, per non parlare dell’ultimo Raonic a Parigi Bercy che, dopo i ben 21 aces rifilati a Federer il giorno prima,  contro Nole è tornato a casa con uno sconsolante 2-6 3-6.

Raonic nell’intervista dopo la finale ammette: “Mi ha reso la vita difficile oggi. Ogni palla sulla sua racchetta era una palla profonda e quando faceva delle palle corte, che avrei potuto attaccare, era sempre lì ad aspettare di chiuderle”. Il commentatore sportivo Robbie Koenig ha aggiunto che contro 99 giocatori su 100, Raonic avrebbe avuto la meglio a Parigi. Ma “Djokovic ovviamente è un’altra categoria”.

Raonic e Djokovic si stringono la mano dopo la finale vinta dal serbo.

Le premesse quindi ci sono tutte per portare a casa il terzo titolo consecutivo alle Finals di Londra. Nole si presenta nella patria del tennis con un gioco praticamente privo di punti deboli, sereno e rilassato, concentrato e determinato. Nella fase di Round Robin dovrà incontrarsi con Tomas Berdych, Marin Cilic e Stan Wawrinka. Un girone probabilmente meno complicato dell’altro, in cui troviamo Roger Federer, Kei Nishikori, Andy Murray e Milos Raonic.
Ma torniamo al nostro Novak. Cresciuto per sua stessa ammissione sotto le bombe della guerra in Serbia ha trovato una motivazione e un riscatto nel tennis. Ancora piccolissimo, si è approcciato a uno sport che all’epoca in Serbia era quasi sconosciuto. La sua fortuna fu che uno dei primi campi da tennis costruiti in Serbia dopo la guerra si trovava proprio vicino al bar-ristorante gestito dai genitori.
Il piccolo Novak passava le ore a guardare i giocatori in campo finché un giorno gli dissero che se voleva poteva provare a giocare. Particolare il modo in cui si è presentato in campo. Il borsone era perfetto! Racchetta, cappellino, acqua, asciugamani, una banana, una maglietta di ricambio e un polsino.

Così successe che Novak fu notato per il suo talento da Jelena Gencic e a 12 anni fu mandato in Germania ad allenarsi. Dai pochi video pubblici che riguardano Nole da piccolo, si capisce che il suo pensiero fisso è sempre stato quello: raggiungere la vetta del ranking, diventare il più forte.  Obiettivo che non può essere raggiunto solo con il talento. Ma servono anche la fatica, la determinazione e l’abnegazione.

Di ostacoli ne ha trovati sulla sua strada, soprattutto all’inizio, quando praticamente vigeva il duopolio Federer -Nadal e il giovane Djokovic anche se solo un anno più giovane di Nadal non riusciva ad affermarsi ai loro livelli. Poi la debolezza e gli svenimenti in campo, fino a quando non ha scoperto di essere celiaco e ha adeguato la sua dieta. Da allora è stato tutto un crescendo. Memorabile il 2011 che lo ha visto vincente su tutti e dappertutto, un Djokovic di un altro pianeta, contro il quale né Federer né Nadal hanno potuto niente.

Questo 2014 anche se con delle pause ha però a tratti ricordato il famoso 2011. Il 18 maggio ha sconfitto Nadal a Roma portando a casa il 19esimo trofeo Master 1000 in carriera, vincendo la finale romana per la quinta volta su 7. In Marzo sul suolo americano si è aggiudicato entrambi i tornei di Miami e Indian Wells battendo rispettivamente Federer in finale in 3 set e Nadal a Miami nel loro 40esimo match da avversari.

La premiazione di Djokovic e Federer a Wimbledon 2014

Ha vinto Wimbledon battendo in finale un ottimo Roger Federer e, a Pechino, il China Open, battendo Thomas Berdych in finale. Infine pochi giorni fa ha vinto il Master 1000 di Parigi Bercy contro Milos Raonic. L’allenamento tecnico sembra ulteriormente migliorato da quando al suo coach di sempre Marian Vaida, si è affiancato il grande Boris Becker e a cui forse dobbiamo attribuire i maggiori meriti.
L’ex tennista e ora allenatore Brad Gilbert dice di lui: “E’ incredibilmente solido su ogni superficie e mi sembra che abbia migliorato ancora la mobilità e la flessibilità.
Conclusa, si può dire, virtualmente la corsa alla poltrona di numero 1 del mondo per il 2014. Per scalzare il serbo, Roger Federer dovrebbe vincere il Masters vincendo tutti gli incontri e poi anche i due singolari di Davis. E nel frattempo sperare che Nole perda tutti i match alle Finals di Londra. Possibile che accada la prima ipotesi, difficile che si verifichi la seconda. D’altronde, con  le sue 27 partite senza sconfitte, Novak Djokovic è sicuramente l’uomo da battere e da neo papà dice: “Sono eccitato al pensiero di essere qui perché questo è uno degli avvenimenti tennistici più spettacolari. La gente a Londra ama il tennis ed io non vedo l’ora di esserci”.

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