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L’immortalità di Ivo Karlovic

Ogni occasione persa è un coltello che si pianta nel petto: Donald Young potrebbe strappare il servizio al suo avversario per tre volte, ma in nessuna delle occasioni lo riesce a fare. Il gigante Ivo Karlovic, nel frattempo, si tiene stretto ogni punto e, man mano che il giovane avversario statunitense perde fiducia, comincia ad assaporare il gusto della vittoria.

Chiude l’incontro (un secco 6-3 6-3 in appena 69 minuti) con un ace – il diciottesimo del match – e senza aver concesso particolari chance al suo avversario. La notizia del titolo a Delray Beach arriva subito a Zagabria, e la sua patria gioisce. Si tratta del sesto titolo di una lunghissima carriera per il croato, che sembra vivere una seconda giovinezza dopo che, nel 2013, si è ripreso da una grave meningite che rischiava di compromettere in modo permanente la sua salute: per lui la cosa veramente importante era tornare a condurre una vita normale, e ci è riuscito persino da vincitore.

Ed ecco che a quattro giorni dal suo 36esimo compleanno, l’obiettivo è tornare in top 20 del ranking mondiale, partendo dall’attuale 23esima posizione: il più anziano del circuito è ben lontano dall’essere una ghiotta occasione di vittoria per qualsiasi tennista che si imbatta in lui.

Dopo uno splendida fine di 2014, con quattro finali ATP e il nuovo ingresso in top-30 conquistato, si pensava che la nuova stagione tennistica iniziata a Doha sarebbe stata il definitivo declino del gigante croato. Tuttavia, nel Golfo Persico ha cominciato a dare chiari segnali che l’età è soltanto un numero e che il suo gioco, nonostante il tempo, non è peggiorato. Nei quarti di finale ha suonato la carica battendo il numero uno del mondo Novak Djokovic, e quindi viene spontaneo chiedersi: ma qual è il segreto della sua longevità?

Il poco sforzo che comporta il suo gioco: il suo servizio porta quasi sempre a punti vincenti e se l’avversario risponde mettendolo in difficoltà, lui mette in scena una serie di volèe pronte a chiudere lo scambio subito e vicino al nastro. In difesa, invece, il suo rovescio tagliato spesso fa sì che possa subito arrivare a chiudere il punto attaccando a campo aperto con il suo potentissimo dritto.

A Delray Beach ogni avversario è stato dominato, tranne uno. L’unico ad averlo messo in difficoltà è stato l’eclettico Dustin Brown, al primo turno, dopo una bella lotta conclusa al terzo set, che lo aveva battuto nel più recente incontro e che sembrava essere favorito. La difficoltà trovata da Ivo è stata principalmente nell’alto ritmo di gioco dell’avversario, nonchè nelle sue spregiudicate discese a rete.

Superato questo ostacolo, Karlovic si è sbarazzato dell’astro nascente Kokkinakis, facendolo soccombere nel due tie-break giocati. Nel turno successivo l’uomo di casa Johnson non ha potuto fare nulla contro il croato, che l’ha trascinato al tie-break, lasciandolo senza possibilità di opporsi al suo titanico servizio. In semifinale il gioco d’altri tempi di Mannarino si è potuto sposare perfettamente con la sua potenza.

Karlovic, che vive in Florida, trionfa vicino a casa, celebrando uno dei più grandi successi della sua carriera, non per l’importanza del torneo in sè, ma per quello che significa vincere a quest’età con avversari e circostanze del genere. Temuto da molti, odiato soprattutto: perchè lui batte, e fa quasi sempre ace; perchè giocare contro di lui è come giocare contro una sparapalline; perchè la sua fiducia nei propri mezzi porta alla convinzione di vincere.

Ivo è un profilo senza eguali all’interno del circuito, un apologeta del serve & volley, un ragazzo coraggioso e feroce sul campo, timido fuori. Marito di Alsi, padre di Jada Valentina, Ivo è un ragazzone molto felice. Felice e immortale.

Filippo Gallino

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