Martina Hingis: la classe, il tempo ed un nuovo orizzonte

Martina Hingis, ex enfant prodige di sconfinato talento, ritorna a 33 anni a giocare in doppio, in coppia con l'amica Daniela Hantuchova. Si è bruciata presto, ma una Fenice può sempre rinascere

Per conoscere a fondo un personaggio come quello che andrò tra poco ad illustrarvi, almeno per quanto riguarda il periodo che l’ha vista in cima al mondo tennistico (1994- 2002), penso che vi siano di aiuto, più che tante belle parole, un RVM qualsiasi, un breve filmato trovato online chissà dove, oppure semplicemente uno sguardo al suo palmarès. Di quel periodo florido, della Hingis rimangono i numerosi successi, tra i quali la splendida annata 1997, nella quale trionfa in singolare negli Australian Open, a Wimbledon ed agli US Open, uscendo sconfitta nella finale del Roland Garros dalla croata Iva Majoli, e l’anno 1998 nel quale confeziona il Grande Slam di doppio, riuscendo ad imporsi in tutti e quattro i maggiori tornei nello stesso anno solare.

Una giocatrice, quella Martina Hingis (all’anagrafe Martina Hingisova, viste le sue origini cecoslovacche, N.d.R), che non ha voluto perdere tempo, in tutti i sensi e le direzioni; giocatrice più giovane della storia a diventare N.1 nel ranking WTA (1′ marzo 1997), ritiratasi purtroppo a soli 22 anni nel febbraio 2003, a causa di dolori cronici al piede che la avrebbero, a detta sua, relegata in zone inferiori nella classifica WTA.

 Nel 2005, dopo 2 anni di inattività, Martina scende nuovamente in campo; dapprima al torneo di Pattaya, in gennaio, dove viene sconfita al primo turno dalla tedesca Marlene Wiengartner, e qualche mese dopo, a novembre, per tornare in pianta stabile. In quella che sarebbe potuta sembrare un’avventura senza pretese, con grandi possibilità di delusioni sia per la Hingis, sia per i suoi fans, abbiamo potuto ammirare una giocatrice più matura, in grado di confrontarsi e di poter lottare con tenniste al top, quali Justine Henin-Hardenne, Kim Clijsters, Amelie Mauresmo, Maria Sharapova, e tante altre.

L’ex enfant prodige riesce a trionfare negli Internazionali di Roma e nel torneo di Calcutta, raggiungendo i WTA Championships e la posizione n.6 del ranking, la migliore dal rientro. Tutto lascerebbe presagire ad una seconda giovinezza per la forte tennista di Kosice, ma nel 2007, dopo un controllo antidoping effettuato su Martina al torneo di Wimbledon,  arriva la notizia shock, la notizia che a tutti i livelli ed in tutti gli sport va a compromettere qualcosa di più grande del successo ottenuto da un qualsiasi singolo atleta; la sua correttezza, con la costante sensazione di essere stati traditi ogni singolo istante, per ogni singolo fotogramma delle sue partite. La tennista Martina Hingis è risultata positiva alla cocaina. Insomma, microfoni in mano tutti puntati su Martina che, con grande fermezza, legge un comunicato nel quale condanna l’uso di stupefacenti, si dichiara innocente e confessa di non voler procedere per vie legali contro l’ITF visti anche i suoi problemi fisici. Ritiro, insomma, con la sensazione di essersi persi, nuovamente, qualcosa di interessante.

Martina si ritira dal tennis professionistico e si cimenta nell’equitazione, altra sua grande passione, nonché nella carriera da allenatrice (seguirà Anastasija Pavlyu?enkova), e sembra dare segnali per un lento e graduale rientro nella vecchia casa del tennis, dalla porta principale, con magari un futuro da addetta ai lavori.

Cosa ci porta, in una calda giornata estiva, a rivangare le memorabili conquiste di Martina Hingis, dopo tutti questi anni in cui sicuramente almeno una biografia sarebbe dovuta essere scritta?

Southern California Open di Carlsbad, trampolino di lancio per la stagione sul cemento americano: nel tabellone femminile, accanto alla esperta Daniela Hantuchova, figura proprio il nome della nostra Martina, come se tutto ciò che è successo in questi anni potesse essere spazzato via da una Wild Card. Come detto, la carriera della talentuosa Martina è stata più unica che rara, ricca di vicende quantomeno particolari e di vittorie di ogni forma e portata, ma che tale carriera sia finita solo a causa degli ormai 33 anni suonati, sembra assurdo (come potrebbero farci ricordare gli ottimi risultati delle senior Venus Williams, Kimiko Date-Krumm e la nostra Francesca Schiavone).

Noi tutti ci auguriamo di poterla ammirare per qualche tempo ancora, in doppio come in singolare, senza che si vada a ricercare in lei quella n.1 che se ne andò troppo presto, ma sperando che ritorni a essere una nuova campionessa e che ci regali qualche grande incontro con una presente o futura top-player, così da farci anche un po’ capire, a noi che non sempre interpretiamo in modo corretto il professionismo, cosa deve passare nella testa di Martina ad ogni applauso del pubblico; se un sorriso di fiducia ritrovata, o una piccola lacrima per ciò che è stato e che sarebbe potuto essere.

Per quanto mi riguarda, so solo che imparerò ogni volta di più dai suoi colpi, come dovremmo sempre fare tutti quanti, anche davanti alla televisione, non scordandoci mai che quelle che sembrano realtà perfette non sono altro che giovani speranze con un cuore grande così; così come la piccola Hingis, quella di 16 anni, la n.1, che è sempre rimasta li, e da dove ha lasciato intende ricominciare.

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