Una vittoria combattuta che rivela la fragilità e la forza del campione
Carlos Alcaraz è uscito vincitore da un match tutt’altro che semplice al terzo turno del Roland Garros 2025, battendo Damir Dzumhur in quattro set (6-3, 6-2, 3-6, 6-4). Ma dietro il punteggio si nasconde una partita ricca di difficoltà, momenti di confusione e una lotta interiore che ha messo alla prova la maturità mentale del tennista spagnolo.
Le difficoltà di un match “insidioso”
Il giovane murciano, numero due del mondo, aveva iniziato la partita con il consueto controllo, dominando i primi due set. Ma nel terzo parziale il ritmo è cambiato: Dzumhur ha alzato il livello del suo gioco, spingendo più in profondità e approfittando di un calo fisico e mentale del suo avversario. “Ci sono sempre problemi, è difficile giocare ad alto livello per due ore e mezza. Ho avuto dubbi, non sapevo cosa fare, non vedevo nessun varco. Lui ha saputo approfittarne”, ha ammesso Alcaraz con disarmante onestà in conferenza stampa.
L’inizio del quarto set sembrava preannunciare un possibile crollo, con Alcaraz sotto di un break. Ma è proprio in quei momenti che si vede la tempra dei campioni. “Con il break sotto, ho dovuto calmare i miei pensieri, ragionare e trovare la strada giusta. Alla fine ho colto l’opportunità che lui mi ha lasciato”, ha raccontato il campione spagnolo, visibilmente sollevato.
Il peso della sessione serale
Il match si è giocato in sessione serale sul campo Philippe Chatrier, un contesto che secondo Alcaraz ha influito sulle sue sensazioni. “La sessione notturna può farti sentire più stanco. La palla è più pesante, l’energia è diversa rispetto al giorno”, ha spiegato. “Il pubblico spesso sostiene il meno favorito, e Damir ha saputo cavalcare questa energia”.
Questa sfida, dopo quella già complicata contro Marozsán, mostra una certa discontinuità nel gioco del quattro volte campione Slam. Ma anche una capacità di reagire nei momenti più delicati. “Vivere queste situazioni ti aiuta a capire cosa migliorare. Ho pensato che saremmo arrivati al quinto set, e quando ti passa per la testa la sconfitta, sei già mezzo battuto”.
Uno sguardo al prossimo turno: Shelton all’orizzonte
Ora per Alcaraz si profila un altro scontro interessante contro Ben Shelton, già battuto in passato sia in Canada che alla Laver Cup. Ma ogni partita fa storia a sé, soprattutto in un torneo come il Roland Garros. “Dopo il match inizia un altro incontro che il pubblico non vede: mangiare, recuperare, fare trattamenti. È un lavoro continuo, si va a dormire tardi, ma fa parte del nostro sport”, ha ricordato Alcaraz con la maturità di chi conosce bene le sfide, anche quelle invisibili.
La vittoria contro Dzumhur, seppur meno brillante del solito, restituisce un Alcaraz consapevole delle proprie vulnerabilità e pronto a trasformarle in forza. Una prova di resilienza che vale forse più di un successo netto.