Becker scommette su Alcaraz: “Sta facendo tutto il possibile per avvicinarsi ai record di Nadal”

Nell'intervista a La Stampa, Boris Becker scommette su Alcaraz e Sinner per il Roland Garros e racconta il futuro del tennis tra rivalità, giovani talenti e grandi cambiamenti.
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Con la stagione del tennis che entra nel vivo e il Roland Garros pronto a scrivere un nuovo capitolo di storia, l’ex campione Boris Becker — ora voce autorevole di Eurosport — offre uno sguardo lucido e appassionato sul presente e sul futuro di uno sport in piena trasformazione. In un’intervista esclusiva a La Stampa, l’ex numero uno del mondo non ha dubbi: «Per Parigi dico Alcaraz», ma il vero spettacolo è il dualismo con Jannik Sinner, che potrebbe diventare la rivalità simbolo della nuova generazione.

La nuova leadership del tennis mondiale

Il 2023 è stato l’anno della svolta. Carlos Alcaraz e Jannik Sinner hanno conquistato due Slam a testa, segnando un passaggio di testimone evidente dopo l’era dei Tre Grandi. «Non mi meraviglierei se il copione si ripetesse anche quest’anno», afferma Becker, indicando i due giovani come i nuovi “Big Two”.

Alcaraz si presenta a Parigi con una stagione impeccabile sul rosso: ha vinto Monte-Carlo e Roma, saltando Madrid e ritirandosi a Barcellona, ma senza mai perdere un match su terra. «Sta facendo tutto il possibile per avvicinarsi ai record di Nadal», sottolinea Becker, che però invita a non cedere ai paragoni affrettati: «Carlos è il Golden Boy del tennis. Farà il suo percorso. Vedremo dove sarà fra dieci anni».

Dal canto suo, Sinner ha già dimostrato la sua versatilità, vincendo tre Slam sul cemento. Sebbene la terra resti la superficie meno congeniale, a Roma ha convinto e Parigi potrebbe offrirgli lo scenario giusto: «Giocare al meglio dei cinque set lo protegge di più, e su di lui c’è meno pressione che su Alcaraz».

Dietro i due fenomeni, un esercito in arrivo

Se Alcaraz e Sinner sono i fari, dietro di loro si muove un panorama ricco di promesse. Alexander Zverev, nonostante un rendimento altalenante, resta per Becker un giocatore temibile: «Nella giornata giusta può battere chiunque». E su Jack Draper, altro giovane in crescita, l’ex campione tedesco si dice poco sorpreso: «È già alle calcagna di Jannik e Carlos».

Spazio anche ai giovanissimi Fonseca e Fils, che avanzano senza timori. «Non avendo ancora vissuto grandi delusioni, non hanno nulla da perdere. E questo li rende pericolosi», spiega Becker, convinto che il futuro sia già cominciato.

Il caso Cahill e le dinamiche di squadra

Molto si è parlato di un possibile addio di Darren Cahill al team di Sinner. Becker crede che la coppia con Simone Vagnozzi funzioni alla perfezione, ma lascia intendere che un eventuale sostituto debba avere le stesse caratteristiche dell’australiano: «Non faccio nomi per non bruciarli, ma ci sono persone adatte». Alla domanda se lui stesso possa allenare in futuro, risponde con un sorriso: «Se alleno, non posso più commentare. Non sarebbe corretto».

Djokovic, Swiatek e la nostalgia per Nadal

Parlando dei protagonisti più esperti, Becker invita a non sottovalutare Novak Djokovic, anche se ammette che «quest’anno non sta giocando ai suoi soliti livelli». Il recente cambio nel suo staff tecnico con l’arrivo di Dusan Vemic rappresenta una mossa d’esperienza. Quanto al ritiro, il tedesco lascia la porta aperta: «Non può giocare in eterno, ma ha ancora qualcosa da dare».

Iga Swiatek, dopo un avvio di carriera travolgente, sembra aver perso smalto. «Qualcosa non sta funzionando», osserva Becker, che però vede in Parigi un’occasione per ritrovare fiducia. E su Rafael Nadal, nessuna esitazione: «Ci manca a tutti. Ha giocato più a lungo di quanto lui stesso pensasse».

Il tennis come specchio della società

Becker chiude con una riflessione sullo stato mentale degli atleti: «La forza mentale è ciò che distingue chi vince da chi perde». E aggiunge: «La salute mentale è una sfida per tutta la generazione dei 25-26enni. I tennisti sono più esposti, ma è un problema collettivo».

In un momento storico in cui il tennis sta ridefinendo se stesso, il quadro tracciato da Becker è chiaro: l’epoca dei Federer, Nadal e Djokovic è agli sgoccioli, ma il futuro è in mani salde. Con Alcaraz e Sinner in prima fila, e un’intera generazione pronta a seguirli, il tennis ha trovato nuovi eroi.

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