Un match drammatico con strascichi polemici
Arthur Fils e Jaume Munar hanno dato vita a una delle partite più combattute e controverse del primo turno del Roland Garros 2025. Il tennista francese ha avuto la meglio dopo oltre quattro ore di battaglia, chiudendo al quinto set un incontro segnato non solo dalle oscillazioni tecniche e fisiche, ma anche da forti tensioni con il pubblico e dichiarazioni infuocate nel post-partita.
Fils ha vinto i primi due set al tie-break, poi ha subito un calo fisico importante, dovuto a crampi e dolori alla schiena, che lo hanno portato a cedere nettamente il terzo e il quarto parziale. Munar, approfittando della situazione, sembrava lanciato verso una clamorosa rimonta, ma nel quinto set il giovane francese ha ritrovato energie inaspettate e, sospinto dal pubblico di casa, ha chiuso il match in modo rocambolesco.
Munar: accuse di simulazione e dure critiche al pubblico
L’epilogo non ha però placato le tensioni. Munar, visibilmente irritato, ha messo in discussione la veridicità dell’infortunio di Fils, affermando in conferenza stampa: “È stato visitato dal medico per un presunto infortunio alla schiena, ma sono convinto che avesse solo crampi.”. Secondo lo spagnolo, se si fosse trattato di un vero infortunio alla schiena, Fils non sarebbe stato in grado di giocare il quinto set a quel livello. Ha anche sottolineato che lo aveva visto bere succo di cetriolo, un rimedio noto per alleviare i crampi, insinuando così che l’intervento medico fosse più tattico che necessario.
Ma è stato il comportamento del pubblico a far esplodere definitivamente la polemica. Munar ha parlato senza mezzi termini di “un vero circo”, definendo quello parigino il pubblico “più fastidioso e fanatico del mondo”. Ha lamentato cori continui, interruzioni e una mancanza di rispetto che, secondo lui, hanno ostacolato il normale svolgimento del match: “Sono più interessati a dare spettacolo che a rispettare i giocatori.”.
La replica di Fils: “L’atmosfera è pazzesca, è questo il tennis”
Le accuse non sono rimaste senza risposta. Arthur Fils, protagonista di una delle partite più fisicamente intense della sua giovane carriera, ha difeso a spada tratta il comportamento del pubblico di casa: “Indisciplinato? È una parola grossa. Personalmente, credo che il pubblico francese sia uno dei migliori, se non il migliore, e così rimarrà”. Il francese ha paragonato il clima del Roland Garros a quello di altri grandi eventi sportivi come l’NBA o la NFL, sottolineando come in quegli ambienti l’atmosfera sia ancora più rumorosa, ma faccia parte del gioco.
Sul piano fisico, ha ammesso di aver faticato ma di non essere stato sorpreso: “Ho qualche problema con la schiena, ma ci sono abituato, e anche i crampi. Un po’ di tutto”. Una dichiarazione che, se da un lato normalizza i problemi avuti in campo, dall’altro non dissipa del tutto i dubbi sollevati dal suo avversario.
Il confine tra passione e rispetto
Il match tra Fils e Munar ha acceso un riflettore sul ruolo del pubblico nei grandi eventi tennistici. Se da un lato l’entusiasmo e il sostegno dei tifosi rappresentano una spinta emotiva decisiva per gli atleti, dall’altro è evidente come l’equilibrio tra tifo e rispetto per l’avversario possa essere difficile da mantenere, soprattutto in un contesto carico di nazionalismo come il Roland Garros.
A uscirne vincitore sul campo è stato Arthur Fils, ma fuori dal campo, la discussione è destinata a continuare. Tra chi vede nel pubblico francese una passione unica e chi invece parla di fanatismo, il confine rimane sottile. Come ha detto lo stesso Fils: “Quando vai in Australia o a New York, i ragazzi ti urlano nelle orecchie per 3-4 ore. Cosa vuoi fare? Sai che c’è. Non ti lamenti del pubblico. Non hai scelta”. E forse proprio qui sta la verità: nel tennis moderno, non esiste più il silenzio assoluto, ma un nuovo equilibrio ancora da trovare.