Ben Shelton, da outsider a minaccia concreta: la rinascita sulla terra rossa di Parigi

Un talento in ascesa

Ben Shelton ha conquistato un posto negli ottavi di finale del Roland Garros 2025, dimostrando che la terra battuta può essere terreno fertile anche per chi, come lui, non vi ha mai brillato davvero. A 22 anni, l’americano sta riscrivendo il suo rapporto con questa superficie, trasformando lo scetticismo iniziale in un’onda di fiducia e risultati. Dopo la vittoria in tre set su Matteo Gigante, Shelton si prepara ad affrontare Carlos Alcaraz con il sorriso e la consapevolezza di essere cresciuto sotto ogni punto di vista.

Fiducia, adattamento e… scivolate

Il percorso di Shelton sul rosso parigino è stato segnato da una rapida maturazione tecnica e mentale. “Sto giocando quel tipo di partite che fanno scattare qualcosa nella testa, che possono cambiare la dinamica di una carriera”, ha ammesso con sincerità. L’americano riconosce che il servizio, uno dei suoi punti di forza, non è ancora perfetto sulla terra, ma ha imparato ad adattarsi: “Posso continuare a essere aggressivo, andare a rete e comandare con il dritto. La chiave è imparare a scivolare bene e fare cambi di direzione efficienti”.

Questo cambiamento è frutto di una mentalità vincente, non solo di adattamenti tecnici. La convinzione che il suo tennis possa “fare male a chiunque” sulla terra lo ha accompagnato fino agli ottavi. “Mi muovo più veloce, sono più me stesso”, ha detto, sottolineando quanto la fiducia incida anche sulle prestazioni. Il punto vinto da terra, dopo una caduta nel secondo set contro Gigante, è diventato simbolo della sua tenacia: “Vorrei poter dire che mi sono tuffato, ma ero già caduto a faccia in giù prima che arrivasse la palla”, ha scherzato, lasciando trasparire leggerezza e sicurezza.

Il match contro Gigante: lezioni per entrambi

La sfida contro Matteo Gigante, finita 6-3, 6-3, 6-4, è stata più insidiosa di quanto dica il punteggio. L’italiano ha riconosciuto il valore dell’avversario: “Shelton ha servito bene, tirava forte e ha giocato senza paura”. Il romano, alla sua seconda partecipazione in uno Slam, ha pagato l’inesperienza: “Forse la prossima volta devo entrare in campo più ‘cazzuto’ e con un pizzico in più di esperienza”, ha ammesso con onestà.

Shelton, dal canto suo, ha elogiato il livello di Gigante, fresco di vittoria su Stefanos Tsitsipas al turno precedente. “Ogni volta che giochi contro un mancino è complicato. Lui serve bene, cambia velocità, ed è difficile leggere le sue intenzioni”, ha spiegato. Anche per Shelton, quindi, il match è stato una prova importante, superata grazie alla capacità di rispondere con efficacia e gestire i momenti chiave.

Verso la sfida con Alcaraz

Ora, all’orizzonte, c’è la sfida più attesa: Carlos Alcaraz, campione in carica, attende Shelton agli ottavi. L’americano è consapevole del peso dell’occasione, ma non si lascia intimorire: “Affrontare Carlos in questo contesto è una grande opportunità nella mia carriera. Mi sento privilegiato”.

L’entusiasmo è evidente, ma non è accompagnato da pressione. “Sono agli ottavi di uno Slam, non vedo l’ora di scendere in campo e vedere cosa posso fare. Sto iniziando a guadagnare velocità e trazione su questa superficie. Sto iniziando a vedere il mio miglior tennis”, ha concluso.

Questa nuova versione di Ben Shelton, più completo e consapevole, rappresenta una minaccia concreta anche per i migliori interpreti della terra battuta. E ora, al Roland Garros, nessuno osa più sottovalutarlo.