Coco Gauff conquista Parigi: “Oggi ero pronta, anche se non era una giornata per il bel tennis”

Coco Gauff trionfa al Roland Garros 2025 superando Aryna Sabalenka in una finale durissima. Tra vento, emozioni e forza mentale, ecco com'è nata la sua vittoria a Parigi.
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Una vittoria costruita con la testa e il cuore

Coco Gauff ha riscritto la storia del tennis femminile al Roland Garros 2025, conquistando il suo secondo titolo Slam con una vittoria sofferta e meritata contro Aryna Sabalenka. Non è stata solo una battaglia di colpi e strategia, ma una vera e propria prova di resilienza mentale, come la stessa americana ha sottolineato: “Sapevo che sarebbe stata una questione di forza di volontà e tenuta mentale. Non è stato un match bellissimo da vedere, ma ho fatto il lavoro che serviva, ed è ciò che conta”.

Il match è stato fortemente condizionato dal vento, che ha reso ogni scambio un’incognita. Gauff ha raccontato come il lato del campo più esposto rendesse difficile anche solo mandare la palla oltre la rete, mentre dall’altro bastava poco per farla volare fuori. Eppure, ha trovato il modo di adattarsi: “Mi ha ricordato il match del primo turno, quindi sapevo cosa aspettarmi. Dopo due match indoor, è stato un cambio netto. Non era facile per nessuna delle due”.

Il peso della memoria e il sollievo della consacrazione

Non è stato solo un trionfo tecnico, ma anche emotivo. Gauff ha ripercorso con lucidità i momenti difficili vissuti nel 2022, sempre a Parigi, quando perse la finale contro Iga Swiatek. “Nel 2022 ero a pezzi: piangevo prima della finale, avevo il fiato corto per i nervi. Oggi invece mi sentivo pronta: ho dato tutto, qualunque fosse stato il risultato”. E quando è suonato l’inno americano durante la premiazione, i ricordi sono tornati prepotenti: “Ho pensato a quel giorno in cui Iga sollevò il trofeo. Volevo vivere anche io quel momento, e oggi l’ho fatto”.

Questa vittoria ha un sapore speciale anche perché, come ha ammesso, “era il torneo che da piccola sentivo più alla mia portata. Se non l’avessi mai vinto, avrei avuto dei rimpianti”. La spinta a non accontentarsi dopo il primo Slam conquistato allo US Open ha trovato in Parigi la sua consacrazione.

L’orgoglio di rappresentare, la forza della famiglia

Durante la conferenza stampa, Gauff non ha nascosto l’emozione di rappresentare gli Stati Uniti in un momento delicato: “Significa tanto. Voglio essere quella luce, quella speranza. Mia madre mi ha detto: ‘Cerca di vincere questo torneo per regalare un sorriso alle persone'”. L’immagine di Coco sul podio, tra le bandiere americane, è diventata simbolo di determinazione e appartenenza.

Fondamentale il supporto dei genitori: “A mia madre ho chiesto di viaggiare di più con me: le donne notano più cose! E oggi abbracciarli è stato speciale. Mio padre felicissimo, mia madre molto emozionata”. Una dinamica familiare lontana dagli stereotipi del tennis professionistico, fatta di equilibrio e fiducia.

Una replica a testa alta a Sabalenka

Non sono mancate le polemiche, soprattutto dopo la dichiarazione di Sabalenka secondo cui, se Swiatek avesse vinto la semifinale, avrebbe vinto anche la finale. Gauff ha replicato con fermezza e un sorriso: “Davvero ha detto così? Non sono d’accordo, visto che sono io qui seduta! Nessuna frecciatina a Iga, ma l’ultima volta l’ho battuta. E Aryna, per come ha giocato ultimamente, era la favorita. Era il test più duro”. Per lei, nessuna avversaria sarebbe stata “preferibile”: entrambe, Iga e Aryna, rappresentano sfide enormi. Ma Coco si è fatta trovare pronta, quale che fosse la rivale.

Il vento, la strategia e la maturità

A colpire è stata anche la lucidità tattica con cui Gauff ha ribaltato un match partito in salita. Dopo aver perso un primo set tiratissimo, ha cambiato approccio: “Mi sono detta: proviamoci di nuovo, ma cambiando approccio. Ho cercato di essere più aggressiva nel secondo set, e ha funzionato”. La chiave, ha spiegato, è stata “non cercare di giocare un tennis spettacolare, ma restare solida e mettere la palla in campo il più possibile”.

Nel momento più delicato, l’ultimo game del match, Gauff ha ammesso di essere nel panico: “Dentro ero agitata, ma cercavo di respirare e concentrarmi sui fondamentali”. Un atteggiamento da veterana, maturato anche grazie alle esperienze passate: “Dopo il primo set ho pensato: torno a casa, vedo il mio ragazzo, si riparte. È un pensiero che mi accompagna spesso. Così ho tolto pressione e ho giocato più libera”.

Il trofeo, Spike Lee e un futuro da scrivere

Dopo la vittoria, la prima persona a cui Gauff ha voluto dare il cinque è stata Spike Lee, seduto a bordo campo: “L’ho visto durante il riscaldamento. Mi sono detta: se vinco, il primo a cui vado a dare il cinque sarà lui. E così è stato”. Una scena simbolica che unisce sport, cultura e orgoglio afroamericano.

Per il futuro, Coco non ha ancora deciso se giocherà a Berlino, ma una cosa è certa: vuole godersi il momento. E, magari, riprendere anche il francese per quel discorso che da bambina sognava di fare sul centrale di Parigi.

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