Un Roland Garros di svolta
Lorenzo Musetti ha lasciato il Roland Garros con un misto di orgoglio e rammarico. Il ritiro in semifinale contro Carlos Alcaraz – sul punteggio di 4-6 7-6(3) 6-0 2-0 in favore del numero due del mondo – ha interrotto un percorso brillante che aveva mostrato quanto il tennista italiano sia ormai capace di competere ad altissimi livelli. Per due set, Musetti ha saputo mettere in difficoltà uno dei più forti del circuito, confermando di aver compiuto un importante salto di qualità.
Il suo cammino sulla terra battuta europea è stato straordinario: tre semifinali e una finale, risultati che certificano il processo di crescita di un giocatore dal talento cristallino. Ma non solo la racchetta sta parlando per lui: secondo Paolo Bertolucci, la vera sfida adesso si gioca su un altro campo, quello del carattere.
La voce dell’esperto: “Ha ancora margini”
“I giocatori di talento fanno un po’ più di confusione, necessitano di più tempo per assemblare il proprio gioco”, ha spiegato Paolo Bertolucci ai microfoni di Sky Sport. L’ex campione e oggi commentatore tecnico ha spesso seguito da vicino l’evoluzione di Musetti e non ha mai avuto dubbi sul suo talento, né sulle sue doti fisiche e tecniche: “Sul braccio e sulla condizione fisica non c’è mai stato alcun dubbio”.
Le perplessità, piuttosto, riguardavano l’aspetto mentale: la capacità di mantenere concentrazione e continuità nei momenti chiave. Un terreno complesso, ma dove Musetti ha già cominciato a fare passi avanti: “Adesso è più inquadrato”, ha riconosciuto Bertolucci.
Ma non è ancora il traguardo. “Ha ancora ampi margini di miglioramento sotto questo punto di vista. Se riuscirà a fare questo ulteriore passo, allora entrerà in campo alla pari con i top”. Un traguardo ambizioso, ma alla portata, se Musetti continuerà a maturare anche sotto il profilo psicologico.
L’estate sull’erba come banco di prova
Archiviata la parentesi parigina, l’attenzione si sposta ora sulla stagione sull’erba. La transizione dalla terra rossa ai prati è sempre una sfida particolare, ma mai come quest’anno Musetti vi arriva con una nuova consapevolezza nei propri mezzi. L’obiettivo sarà non solo quello di recuperare dal problema fisico che lo ha costretto al ritiro, ma anche di confermare la solidità mentale mostrata nei round precedenti del Roland Garros.
Il sogno resta quello di colmare il gap con i big e iniziare a conquistare trofei di peso. Il talento c’è, la tecnica anche. A fare la differenza, da ora in poi, sarà soprattutto la testa. E Musetti, finalmente, sembra pronto a mettercela tutta.