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Djokovic e il richiamo degli Slam: a Parigi per la storia, nonostante tutto

Il Re è ancora affamato

Novak Djokovic si prepara a tornare protagonista sulla terra rossa del Roland Garros. A 38 anni, con una carriera costellata da record e titoli, il serbo non sembra intenzionato a cedere il passo. In un momento di forma non esaltante e con una classifica che lo vede superato da Jannik Sinner, Djokovic non ha intenzione di mollare. A confermare la sua determinazione è lui stesso, che a Ginevra – dove ha accettato una wild card per cercare ritmo e fiducia – ha dichiarato: “Ho ancora voglia di vincere i tornei del Grande Slam ed essere tra i migliori al mondo. Gioco per vincere trofei ed essere al top della forma prima del Roland Garros, dove sfiderò i migliori”.

Un Roland Garros per riscrivere la storia

L’obiettivo è chiaro: puntare al quarto titolo a Parigi dopo i successi del 2016, 2021 e 2023, e al contempo cercare il venticinquesimo Slam in carriera, traguardo che riscriverebbe ancora una volta la storia del tennis. Djokovic esordirà contro Mackenzie McDonald, in un tabellone reso più insidioso dalla sua discesa nel seeding.

Nonostante i recenti inciampi, come le eliminazioni premature a Monte Carlo e Madrid, c’è unanimità tra gli addetti ai lavori: Djokovic resta uno dei principali pretendenti al titolo. La direttrice del torneo, Amélie Mauresmo, non ha dubbi: “Djokovic non potrà mai essere escluso dalla lista dei contendenti al titolo. Il fatto che abbia scelto di giocare a Ginevra è un buon segno, è ancora molto motivato”.

Anche l’ex campione statunitense Jim Courier condivide la stessa visione: “Djokovic sta faticando, ma ha mostrato ancora picchi altissimi. Chi lo esclude dalla corsa al titolo lo fa a proprio rischio e pericolo”.

Lo strano caso Murray: separazione inattesa

A tenere banco è anche la fine della breve collaborazione con Andy Murray. Una decisione che ha colto di sorpresa più di un osservatore. La stessa Mauresmo ha ammesso: “Mi sarebbe piaciuto vederli qui entrambi, ma è andata come doveva andare”. Un pensiero condiviso anche da Justine Henin, secondo la quale Djokovic si aspettava “qualcosa di diverso, forse più energia, da questo rapporto professionale”.

Jim Courier, dal canto suo, non è apparso troppo stupito: “Mi sono sorpreso che si siano messi insieme, quindi non mi sorprende che sia già finita. Mi chiedevo solo quanto potesse durare”.

L’incognita della forma e il peso dell’età

Il grande interrogativo riguarda la tenuta fisica e mentale di Djokovic nel corso del torneo. Caroline Wozniacki, oggi opinionista per Eurosport, sintetizza il dubbio comune: “Riuscirà a resistere per sette partite? Il corpo non recupera come una volta, ma se c’è qualcuno che può farlo, è Novak”. La danese sottolinea anche l’importanza che Djokovic dà alla preparazione globale: “Si prende cura del suo corpo in modo maniacale. Farà di tutto, dall’alimentazione alla fisioterapia, per essere al meglio nel torneo”.

La partecipazione al torneo di Ginevra appare dunque come un tentativo consapevole di ritrovare il feeling con la competizione prima del grande appuntamento parigino. Un gesto da campione che non si arrende al tempo, ma lo sfida ancora una volta.

Mai dare per vinto Novak

Il Roland Garros 2024 potrebbe essere l’ennesima occasione per Djokovic di smentire i detrattori, riscrivere la storia e dimostrare che la classe, la resilienza e la fame di vittoria non invecchiano. Il campione serbo non è più l’uomo da battere per default, ma resta l’uomo che nessuno vorrebbe affrontare. Come ha detto Wozniacki: “Quando sente il profumo degli Slam, Djokovic si trasforma. Non lo puoi mai escludere dai favoriti”.

Redazione Tennis Circus

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