Un trofeo in valigia e la fiducia nel cuore
Flavio Cobolli è arrivato al Roland Garros con un sorriso sincero e un trofeo tra le mani. Non uno qualsiasi, ma quello conquistato ad Amburgo, la vittoria più importante della sua giovane carriera. A soli 22 anni, il tennista romano si presenta a Parigi carico di energia, pronto ad affrontare il suo Slam preferito con la consapevolezza di chi ha appena superato un momento buio e ha ritrovato la luce.
“Sono confuso ma felicissimo”, ha raccontato sorridendo ai cronisti all’arrivo nel complesso parigino. “Non mi era mai capitato di dover viaggiare subito dopo una vittoria così, con il trofeo in mano. È bellissimo essere qui.” Il titolo ad Amburgo rappresenta il secondo successo della stagione dopo quello di Bucarest, e sembra segnare una svolta decisiva per il suo 2025.
Dalla delusione al rilancio: un percorso di risalita
La prima parte dell’anno non è stata semplice per Cobolli, tra infortuni e risultati altalenanti. Ma l’aria è cambiata: “Questa vittoria è stata una sorpresa per tutti, anche per me. È arrivata dopo tante difficoltà, ma l’ho voluta con tutto me stesso. Ho affrontato avversari tosti e alla fine ho alzato quel trofeo con orgoglio.”
La chiave del cambiamento? La forza mentale e un rinnovato piacere nel giocare. “Nelle ultime settimane mi sono divertito molto di più in campo. Ho tanti aspetti tecnici da migliorare, ma non mi mancheranno mai la tenacia e la voglia di lottare su ogni punto. Sono il mio punto di forza.”
Un cerchio di affetti, tra famiglia, amici e ispirazioni
Il trionfo ad Amburgo non è stato solo una vittoria sportiva, ma anche personale. Accanto a lui, il fratello, la fidanzata e l’amico di sempre, il calciatore Edoardo Bove, ora alla Fiorentina. “È sempre bello avere le persone care vicine. Sono stati fondamentali in questa stagione, soprattutto nei momenti più complicati.”
Punto fermo nella sua crescita è anche il padre Stefano, che lo allena da sempre. Flavio ha parlato con entusiasmo del rapporto tra il padre e Fernando Vicente, allenatore di Andrey Rublev: “Mio padre e Fernando vanno molto d’accordo. Quando posso, mi alleno con Andrey, e papà organizza le sessioni. Dopo la finale, Fernando mi ha videochiamato per sapere se mio padre era contento: è stato un bel momento.”
Obiettivo Roland Garros: primo ostacolo Marin Cilic
Ora è tempo di concentrarsi su Parigi. Ad attenderlo al primo turno c’è un avversario di grande esperienza come Marin Cilic, entrato nel tabellone principale come lucky loser. Cobolli lo sa: “Dovrò essere al 100%. Devo ancora capire bene le condizioni del campo e non ho ancora avuto modo di allenarmi qui, ma ho due giorni per prepararmi e voglio arrivarci pronto.”
L’entusiasmo non manca, ma è accompagnato da una maturità nuova. La vittoria ad Amburgo non è solo un trofeo da mostrare, ma il simbolo di un giovane che sta finalmente trovando la sua dimensione tra i grandi del tennis.