Un’esperienza che vale più di una vittoria
La corsa di Flavio Cobolli al Roland Garros si ferma al terzo turno, ma il giovane tennista romano lascia Parigi con un carico di fiducia e consapevolezza. Sconfitto da Alexander Zverev in tre set, Cobolli non nasconde la delusione per un match che, nonostante il risultato, ha rappresentato per lui una tappa fondamentale nella sua crescita professionale.
L’inizio è stato complicato, come ha ammesso lo stesso Flavio: “Nel primo set ero un po’ teso per la situazione che c’era, che mi ha portato ad avere quel campo. Non sono abituato ancora a calpestarlo frequentemente come Zverev”. Un’inesperienza che ha pesato nei primi minuti, ma che non ha impedito a Cobolli di reagire. Nel secondo set, infatti, è riuscito a portarsi avanti di un break, mostrando lampi del suo potenziale. “Mi sono sciolto, ho giocato bene, anche meglio di lui nel secondo set”, ha dichiarato in conferenza stampa.
La fatica si fa sentire, ma il livello c’è
Nonostante la buona prestazione, la stanchezza accumulata nelle settimane precedenti si è fatta sentire. Reduce dalla vittoria al torneo di Amburgo, Cobolli ha pagato lo sforzo fisico e la mancanza di tempo per recuperare: “Non avevo mai vinto un torneo come Amburgo, cinque partite in fila la scorsa settimana, e poi arrivare qui senza giorni di allenamento è ancora più massacrante. Sono venuto il giorno dopo la finale e ho giocato quasi subito. Non ho avuto il tempo necessario per recuperare a pieno le energie”.
Il servizio, una delle sue armi principali, non ha funzionato come avrebbe voluto: “È la mia soluzione più forte, il kick per riprendere lo scambio con il dritto. Ma oggi la percentuale di prime non era quella che desideravo. Ho provato a variare, a trovare escamotage, ma la prima mi è mancata”. Anche la strategia contro il rovescio potente di Zverev non ha prodotto i frutti sperati.
Consapevolezza in crescita
Al di là degli aspetti tecnici, a colpire è stata la maturità delle parole di Cobolli. Il 22enne romano ha mostrato grande lucidità nell’analisi della sua prestazione, sottolineando i margini di crescita e la fiducia nei propri mezzi. “Non mi sento al di sotto del livello dei migliori. Quando hai questa percezione in campo è già una vittoria. Vuol dire che puoi giocartela con tutti su ogni superficie”. Un’affermazione che testimonia un’evoluzione non solo tecnica, ma anche mentale.
Ha poi evidenziato come i tornei dello Slam siano un banco di prova differente: “Le partite sono più lunghe e i giocatori più forti hanno più tempo per gestire e recuperare. Sono molto più esperti di me in queste partite tre su cinque, sicuramente è un fattore che influisce sulla prestazione”. Ma, ha aggiunto con decisione, “nello scambio non mi sento inferiore”.
Il saluto sportivo e lo sguardo al futuro
Al termine della sfida, Cobolli ha voluto rendere omaggio al suo avversario: “Voglio fargli i complimenti. Mi ha detto delle bellissime parole a fine partita e gli faccio un in bocca al lupo. Spero possa vincere prima o poi uno Slam, se lo merita”. Parole che testimoniano un profondo rispetto per Zverev e una sportività da vero professionista.
Ora il programma prevede una pausa: “Mi prenderò una settimana di riposo per rimettere benzina nelle gambe e ricominciare”. La strada è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta. E Parigi, anche senza un risultato da copertina, resterà una tappa preziosa nel percorso di crescita di Flavio Cobolli.