L’infortunio e il ritiro da Parigi
Casper Ruud, uno dei protagonisti più attesi del Roland Garros 2025, ha dovuto dire addio anzitempo al sogno parigino. Il norvegese si è ritirato al secondo turno del torneo a causa di un infortunio al ginocchio sinistro che si trascinava ormai da settimane. Dopo un avvio incoraggiante sulla terra battuta europea – culminato con la vittoria a Madrid e i quarti di finale a Roma – Ruud è crollato fisicamente nella sfida contro il portoghese Nuno Borges, uscendo sconfitto con un netto 2-6, 6-4, 6-1, 6-0.
In conferenza stampa, il due volte finalista del Roland Garros ha raccontato con franchezza la sua difficile condizione fisica. “Spero non sia niente di serio. È da circa due settimane che ho dolore al ginocchio sinistro. In allenamento riesco a gestirlo, ma durante le partite, con questa intensità, è molto più complicato”.
Un dolore ignorato per “dovere di classifica”
Il fastidio al ginocchio, come ha spiegato Ruud, è iniziato durante il torneo di Montecarlo. Una risonanza magnetica non aveva evidenziato danni strutturali, ma la presenza di liquido a causa di un’infiammazione. Da lì è iniziata una corsa contro il tempo, tra antidolorifici e antinfiammatori, per non fermarsi durante uno dei periodi più importanti della stagione.
“Ho deciso di andare avanti con antidolorifici per l’importanza di questo tour per me. Ci sono stati momenti migliori, ma oggi ho fatto un movimento specifico che ha peggiorato tutto”, ha spiegato, visibilmente deluso. Il norvegese aveva anche rinunciato al torneo di Ginevra nella speranza di migliorare, ma il riposo non è bastato.
La critica alle regole ATP
Il punto più caldo del suo intervento, però, ha riguardato il regolamento dell’ATP, che obbliga i tennisti a partecipare a determinati tornei, pena la perdita di preziosi punti nel ranking e conseguenze economiche.
“Se ti prendi una pausa, le conseguenze sono fatali per la classifica. Ti trovi costretto a competere anche se sei infortunato, e questo non credo sia molto giusto”, ha denunciato con fermezza. Il rischio per Ruud, che scivolerà fuori dalla Top 10 ATP per non aver difeso la semifinale del 2024, è ora quello di saltare completamente la stagione sull’erba.
Un bilancio amaro
Nonostante l’infortunio, Ruud ha voluto riconoscere il valore del suo avversario, elogiando Borges per il buon tennis espresso. Ma la delusione resta evidente: “Non era quello che mi aspettavo dal mio passaggio a Parigi. È un peccato, anche perché non ho quasi mai avuto problemi fisici in carriera. Sentivo di poter andare lontano in questo torneo”.
Il caso Ruud accende i riflettori su una questione spinosa: il delicato equilibrio tra salute degli atleti e rigide regole del circuito professionistico. La sua testimonianza mette a nudo le contraddizioni di un sistema che, in nome dello spettacolo e dei punti, può spingere gli atleti oltre il limite.