ROLAND GARROS

Jasmine Paolini, la forza di un sorriso che non si arrende mai

Dal trionfo di Roma al ritorno a Parigi: l’anno d’oro di Jas

Jasmine Paolini è diventata, nel giro di un anno, il volto più luminoso del tennis italiano. Reduce da una doppia vittoria agli Internazionali d’Italia 2025 – in singolo contro Coco Gauff e in doppio insieme all’amica Sara Errani – la tennista toscana si prepara ora a tornare sul campo che, solo un anno fa, l’ha vista sorprendere il mondo: il Roland Garros. Ma dietro a questi successi c’è molto più di un talento affinato con gli anni. C’è una donna che ha imparato a trasformare le fragilità in forza, a lavorare sull’autostima e a farsi portavoce di un cambiamento culturale che nel mondo dello sport femminile è ancora urgente.

“Ogni domani è una nuova chance”

Cresciuta a Bagni di Lucca, Jasmine ha mosso i primi passi sul campo da tennis del circolo Mirafiume, incoraggiata dal padre e dallo zio. Fin da adolescente ha compreso che la racchetta sarebbe stata la sua compagna di vita. Ma il successo è arrivato dopo una lunga gavetta, fatta di piccoli traguardi e grandi cadute. “Penso che nel mio caso la vera svolta sia stata vivere bene l’ambiente del tennis”, ha raccontato in un’intervista a Vanity Fair. La chiave? Un approccio sereno, libero da pressioni, alimentato da allenatori e figure positive che l’hanno aiutata a crescere dentro e fuori dal campo.

Non è un caso che oggi Paolini sia ambasciatrice del programma Body Confident Sport di Dove, che si propone di rafforzare l’autostima delle giovani atlete. “Una ragazza su due, tra i 13 e i 17 anni, abbandona lo sport a causa di un cattivo rapporto con il proprio corpo”, sottolinea. Una realtà che conosce bene: nel tempo, anche lei ha subito giudizi feroci sul suo fisico. “Mi dicevano che ero troppo bassa per arrivare in alto. Ma non ho mai pensato di mollare. Mai.”

“Stai nel presente”, il mantra di Wimbledon

Paolini ha imparato a giocare ogni match con la leggerezza necessaria per non farsi travolgere dall’ansia. Un equilibrio costruito anche grazie alla terapia psicologica, cominciata dopo molte esitazioni. “Ci ho messo tanto prima di decidermi a telefonare. Ma poi mi sono detta: perché non l’ho fatto prima?”

Questa crescita interiore si riflette anche nel modo in cui affronta le partite più impegnative. Come accaduto a Wimbledon: “Dovevo giocare su un altro campo, poi mi hanno spostata sul centrale. Mi sono detta: ‘Jas, stai nel presente. Guardavi questo torneo da bambina, quando ti ricapita?’”

L’anno della conferma

Dopo un 2024 straordinario, culminato con le finali al Roland Garros e a Wimbledon, oltre alla partecipazione alle Olimpiadi di Parigi, Paolini ha affrontato un periodo di difficoltà, cambiando anche allenatore – da Renzo Furlan a Marc Lopez. Ma i risultati parlano chiaro: il suo gioco è più solido, la testa più libera. “L’anno scorso ho fatto esperienze che mi hanno fatto crescere tanto. Mi hanno dato fiducia. E quella fiducia ora cerco di portarla con me in ogni torneo”, ha detto in conferenza stampa a Parigi.

Il nuovo Roland Garros si apre per lei con ottimismo e consapevolezza. “Forse mi sarebbe piaciuto godermi di più il titolo a Roma, ma è anche bello avere subito un’altra possibilità. Il tennis è così: se perdi, hai una nuova occasione. Se vinci, si riparte.”

Doping, vulnerabilità e nuove regole

Nel dialogo con i media prima del torneo, Paolini non ha evitato i temi più delicati. A partire dai recenti casi di doping che hanno coinvolto nomi illustri come Jannik Sinner e Iga Swiatek. “Certo che abbiamo paura. Oggi ci sentiamo tutti più vulnerabili. Ma è positivo che la WADA stia aggiornando le regole: è un passo in avanti. Speriamo solo che non succeda più a nessuno.”

Un’affermazione che mostra quanto Jasmine sia diventata una voce matura nel circuito, capace di andare oltre il rettangolo rosso della terra battuta.

Una campionessa che parla a tutte

Per Jasmine Paolini, il tennis è ancora “una gioia, un sogno”, e ogni match un’opportunità per esprimere se stessa. Ma è anche uno spazio da difendere, rendere più equo, più accogliente per le ragazze di domani. “Siamo in un mondo che giudica troppo l’aspetto fisico. Dobbiamo imparare a non farlo. I nostri giudizi possono ferire più di quanto immaginiamo.”

E quando le si chiede che cosa avrebbe fatto se non fosse diventata tennista, risponde semplicemente: “Non lo so. E mi sembra una gran fortuna.”

Un modo per dire che ha trovato la sua strada. E che, con quel sorriso contagioso, continuerà a percorrerla a testa alta.

Redazione Tennis Circus

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