Lucie Safarova a Parigi, un anno dopo

A distanza di un anno dalla sua prima storica finale in un torneo dello Slam, raggiunta all'età di ventotto anni sulla terra rossa del Roland Garros contro l'americana Serena Williams, Lucia Safarova afferma di non sentire troppa pressione: "Sono felice, già, per il solo fatto di potere giocare".

Dopo avere raggiunto a 28 anni lo storico traguardo della sua prima finale in un torneo del grande Slam, quella giocata contro Serena Williams nell’edizione 2015 del Roland Garros, quest’anno, la numero 13 del ranking, Lucie Safarova avrà parecchi punti da difendere sulla terra rossa parigina.

NESSUNA PRESSIONE – A poche ore dal suo debutto nel main draw del prestigioso torneo, la tennista ceca però risponde così ai giornalisti che le domandano se si sente sotto pressione:  “Tutti mi chiedete se mi sento sotto pressione ma io rispondo che sono già felice di potere essere qui a giocare!”  Lo scorso anni, a Parigi, Lucie, si arrese solo al terzo set contro una Serena Williams debilitata dall’influenza. “Serena giocò un paio di game davvero bene!” commenta la Safarova.  Iniziato a senso unico, 6-3 per la Williams il primo set, il match si era protratto fino al terzo set dopo che Lucie si era aggiudicata per 7-2 il tie-break del secondo set. Ma dopo essere andata in vantaggio 2-0 30-0 al terzo set Lucia, si arrese alla Williams. “Se potessi rigiocare quella finale, rischierei di più. Anche se naturalmente sarei risultata più fallosa, avrei comunque dovuto rischiare di più, perché contro Serena non è sufficiente limitarsi a mandare la palla dall’altra parte del campo per vincere il match!”

I PROBLEMI DOPO IL SUCCESSO – Come mai, allora, la tennista ceca punta così in basso, ringraziando il cielo per il solo fatto di potere giocare? Il calvario della Sarafova inizia ad agosto del 2015 quando, durante la finale del torneo a di New Heaven, Lucia, avverte un problema ai muscoli addominali. Lo stesso che di li a qualche giorno la costrinse a ritirarsi dagli Us Open. Dopo una vacanza in compagnia del fidanzato, nella bella isola greca di Corfù, tornata in patria fu costretta al ricovero in ospedale per un infezione batterica. Tornò a giocare in ottobre, per le Wta Finals. Ma la sua evidente precaria condizione fisica fu presto diagnostica dai medici come artrite reattiva. Così mentre i medici cercavano di trovare un rimedio al suo acuto dolore e alla sua infiammazione Lucie passava settimane in ospedale, mesi senza correre e altrettanti senza potere giocare. Così doveva cancellare il “training camp” in Florida e dare forfait  dagli Australian Open. “Ho avuto una lunga carriera, dice Lucie. E finalmente  stavo iniziando a raccogliere i frutti dei miei sacrifici. Stavo facendo tutto così bene, ero al mio meglio, mi sentivo yeah! e poi che succede? Dal nulla, mi accade tutto questo?! Che potevo dire… Mi chiedevo solo: perché?!”

IL RITORNO – Lucie torna a giocare a febbraio. Ma, dopo parecchi mesi di stop, il rientro non è dei più agevoli. Cinque sconfitte in altrettanti primi turni. Di cui le prime quattro, in due set. La rinascita avviene solo a casa sua, nella Repubblica Ceca. Durante il WTA di Praga che, Lucie, circondata dall’affetto del pubblico, è riuscita a vincere il 30 aprile. “E’ stato veramente speciale, veramente emozionante”, dice la Safarova. Ma invece di continuare a battere il ferro caldo, a Madrid, dopo avere battuto CoCo Vandeweghe al primo turno è costretta, nuovamente, al ritiro dopo due giorni trascorsi in albergo a causa di una intossicazione alimentare. Lucie la prende quasi a ridere e commenta con filosofia: “finalmente sono Ok”, dice. “Vinco il primo torneo e che succede? Un intossicazione alimentare?! Bè, ora credo di essere a credito con la fortuna per il resto dell’anno”.

UNA DIETA RIGIDISSIMA – Nonostante si dichiari al top, Lucia deve sottoporsi a controlli periodici e ad una rigida programmazione degli impegni per evitare delle ricadute.  E, segue un ferreo regime alimentare privo di glutine e lattosio. Come il numero uno del mondo Novak Djokovic. “Ho iniziato a seguire questo regime  per disintissicare l’organismo dopo i tutti i medicinali che avevo assunto nell’ultimo periodo. Ho iniziato a sentirmi davvero meglio. Sempre di più. Anche in campo mi muovevo più velocemente. Non escludo quindi di continuare questa rigida dieta anche nel futuro. Certo, non è facile. Soprattutto quando ti trovi in Italia! La pasta, la mozzarella….!”. Ma, non soltanto ad alcune delizie del palato dovrà rinunciare durante questa edizione del Roland Garros.  Per motivi familiari, infatti,  il suo coach, il canadese Rob Steckley (anima dei successi e del suo ritorno in campo) non potrà essere al suo fianco. “Mi dispiace molto che non potrà essere con me al Roland Garros. Spero possa tornare più presto possibile”, ha commentato la Sarafova.

 

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