Daniil Medvedev lascia Roland Garros 2025 al primo turno, sconfitto in una maratona di cinque set da Cameron Norrie. Per il numero 11 del mondo, l’eliminazione brucia non solo per il risultato, ma anche per le modalità con cui è maturata: ancora una volta, come accaduto recentemente, si è ritrovato a servire per il match e ha mancato l’occasione di chiudere. Una costante frustrante, che il russo ha sottolineato con sincerità in conferenza stampa: “Quest’anno ho perso forse tre partite in cui ero in posizione per servire e vincere. Almeno tre che ricordo. Devo fare meglio la prossima volta”.
L’analisi di Medvedev è lucida e disincantata. “È stato un match molto combattuto, una grande lotta. Lui ha giocato bene, io non abbastanza. Per questo ho perso”, ha dichiarato, sintetizzando con chiarezza una sconfitta che pesa ma non lo abbatte.
Tra i temi affrontati nel post partita anche l’organizzazione dei test antidoping, un aspetto poco noto al grande pubblico ma che incide concretamente sulla routine degli atleti. Medvedev ha spiegato che spesso gli orari vengono fissati all’alba per evitare di perdere gli allenamenti: “Se ti alleni presto, esci dall’hotel alle 8:00 e allora metti la fascia oraria tra le 6:00 e le 7:00. Se scegli 7:00-8:00 e arrivano alle 8:00, potresti perdere tutto l’allenamento”. Il sistema, racconta, è rigido e difficile da gestire per chi viaggia continuamente. “Quando sono entrato nel circuito ho saltato due controlli. È complicato: provate a viaggiare in 25 Paesi all’anno senza mai sbagliare un dettaglio”.
Il russo non vince un torneo dal Masters 1000 di Roma nel 2023 e questo pesa nella sua valutazione del momento attuale. Nonostante ciò, Medvedev guarda avanti con determinazione: “Mi restano altri 10 o 12 tornei quest’anno. Devo provare a giocarli bene”. Consapevole che un primo turno non ha lo stesso valore di una finale, il moscovita distingue tra le emozioni legate alle sconfitte: “Perdere una finale con Nadal mi ha fatto molto male. Quella con Jannik no, ero distrutto fisicamente e lui ha giocato meglio”.
Interessante anche la riflessione sulla continuità nei tornei: in carriera ha vinto 20 titoli, ma mai lo stesso evento due volte. Una particolarità che evidenzia la sua capacità di adattamento ma anche una certa incostanza.
Sempre diretto, Medvedev non ha nascosto il disagio nel presentarsi davanti ai media dopo la sconfitta: “Se non fosse stato obbligatorio, non sarei venuto neanche oggi”, ha ammesso con onestà. Una frase che si collega al caso Australian Open, dove la sua assenza in sala stampa aveva fatto discutere: “Mi era stato detto che non era obbligatorio, quindi non sono andato. Mi dispiace, ma è così”.
Durante l’incontro con i giornalisti ha anche chiarito un episodio di fair play apparente: la mancata stretta di mano con l’arbitro. “Me ne sono dimenticato. Adoro Renaud, non c’è stato alcun problema. Glielo dirò quando lo vedrò”, ha assicurato, smentendo qualsiasi malinteso.
Il Roland Garros 2025 si chiude amaramente per Daniil Medvedev, ma la sua stagione è ancora in pieno svolgimento. Tra autocritica e lucidità, il russo conferma la sua volontà di lottare per i prossimi obiettivi. La delusione è evidente, ma anche la consapevolezza che nel tennis, come nella vita, ogni sconfitta può essere solo il preludio a una nuova vittoria.
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