Domenica 25 maggio 2025, il Philippe Chatrier sarà teatro di un momento storico: Rafael Nadal riceverà l’omaggio del Roland Garros, il luogo che più di ogni altro ha plasmato la sua leggenda. Il campione maiorchino, che ha detto addio al tennis giocato alle Finals di Coppa Davis nel 2024, sarà celebrato per i suoi 14 titoli parigini e una carriera che lo ha consacrato come uno dei più grandi di sempre.
Ma nel salutare il palcoscenico dove ha scritto alcune delle pagine più iconiche dello sport, Nadal ha rivolto lo sguardo anche al presente e al futuro del tennis maschile. In un’intervista concessa a L’Équipe, ha tracciato un bilancio profondo della sua carriera, ma anche della nuova generazione di campioni.
Per Nadal, oggi sono Jannik Sinner e Carlos Alcaraz i due giocatori capaci di dominare il circuito. “Mi sembra che solo due abbiano quella solidità necessaria per fare la differenza”, ha dichiarato, sottolineando la maturità e la completezza dei due giovani fuoriclasse.
Il Roland Garros 2025 li vedrà partire da teste di serie numero 1 e 2, un fatto storico: non accadeva dal 2006 che due tennisti così giovani occupassero le prime due posizioni in uno Slam, proprio come accadde allora con Federer e un ventenne Nadal. È il segnale evidente di un cambio di epoca.
Sinner, che ha recentemente attraversato un momento complicato legato a un controverso caso doping, ha ricevuto da Nadal un sostegno incondizionato. “Sono assolutamente certo che Jannik non abbia mai avuto intenzione di imbrogliare, ci scommetterei la vita”, ha detto lo spagnolo. Un’affermazione netta, che ribadisce la fiducia personale e professionale in un giocatore che ha dimostrato, secondo lui, di meritare il posto al vertice.
Anche su Alcaraz, Nadal ha voluto fare chiarezza dopo alcune critiche mosse a seguito della pubblicazione di un documentario su Netflix. “Conoscendo un po’ Carlos, penso che il documentario non rispecchi la sua personalità né il modo in cui vive la sua carriera. È un grande professionista”, ha sottolineato, difendendo il giovane connazionale.
Se Sinner e Alcaraz rappresentano la nuova élite, Nadal non dimentica il resto del panorama tennistico. Parla di Rune, Draper, Ruud, Mensik e Fonseca come talenti in crescita, senza dimenticare Zverev, definito “un giocatore impressionante” ma ancora incapace di conquistare un Major, forse a causa di limiti mentali più che tecnici.
Il tennis, secondo il campione spagnolo, vive una fase di transizione. “Bisogna vedere come si evolveranno questi ragazzi”, ha affermato, mostrando grande attenzione per le dinamiche della nuova generazione, senza però cedere all’entusiasmo facile.
Rafael Nadal non ha solo parlato dei suoi successori. Ha anche aperto il cuore sul suo percorso personale e sportivo, segnato da sacrificio, disciplina e un profondo radicamento umano. “Lo sport è fatto di estremi. Ma non ho mai perso di vista chi sono e da dove vengo”, ha detto, evidenziando come la stabilità familiare e la semplicità della sua vita privata siano state fondamentali per restare sé stesso nonostante il successo.
La sua più grande soddisfazione? “Aver avuto la capacità di migliorarmi sempre e mantenere entusiasmo, passione e determinazione per tutta la vita”. Parole che fotografano un atleta che ha saputo spingersi oltre ogni limite, partendo da quella prima vittoria a 15 anni fino all’ultima sfida contro Van de Zandschulp in Coppa Davis.
Il tributo che riceverà a Parigi non sarà solo il saluto a un campione, ma il riconoscimento di un’icona dello sport che ha ispirato milioni di appassionati, lasciando in eredità molto più dei trofei vinti.
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