Sinner batte Djokovic: “Se avessi perso il terzo set, la partita sarebbe potuta cambiare completamente”

Jannik Sinner conquista la sua prima finale al Roland Garros battendo Djokovic. Ora lo attende la sfida con Carlos Alcaraz: la nuova rivalità del tennis è servita.
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Jannik Sinner ha compiuto un passo storico sulla terra rossa di Parigi, raggiungendo la sua prima finale al Roland Garros dopo aver sconfitto Novak Djokovic in tre set (6-4, 7-5, 7-6), in una battaglia di oltre tre ore che ha messo a nudo la sua crescita mentale, tecnica e fisica. Il numero uno del mondo è ora atteso da Carlos Alcaraz in una sfida che promette scintille e che potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova era per il tennis.

Un match tra giganti

Nonostante il risultato netto, la semifinale contro Djokovic è stata tutt’altro che una passeggiata. La tensione è rimasta altissima fino all’ultimo punto, con il serbo capace di mettere pressione in ogni momento e arrivare a tre set point nel terzo parziale. “Se avessi perso il terzo set, la partita sarebbe potuta cambiare completamente. Djokovic avrebbe preso energia, e con la sua esperienza, tutto si sarebbe potuto ribaltare”, ha spiegato Sinner in conferenza stampa.

Il match è stato una vera e propria “partita a scacchi”, come l’ha definita lo stesso Jannik, che ha sottolineato come sia stato cruciale “restare concentrato mentalmente, giocando ogni punto con la giusta intensità”. Il livello richiesto per affrontare Djokovic, anche con un fastidio fisico alla gamba, rimane altissimo: “Giocare contro di lui ti costringe a dare sempre il massimo, può cambiare ritmo in un attimo”.

Un cambio generazionale sempre più concreto

Con questa vittoria, Sinner centra la terza finale Slam consecutiva e la quarta in carriera, confermandosi il leader indiscusso di una nuova generazione. Un risultato che lo sorprende per primo, come ha ammesso con sincerità: “Onestamente non pensavo di tornare e fare finale a Roma e qui. Non ho giocato per quasi quattro mesi, e ora sono nella mia terza finale Slam consecutiva. Non me lo aspettavo”.

Il successo su Djokovic assume un valore simbolico anche alla luce delle parole del campione serbo, che ha lasciato intendere che quella contro Sinner potrebbe essere stata la sua ultima partita al Roland Garros. “Spero di no – ha commentato Jannik – il tennis ha bisogno di lui. È un esempio, una fonte di ispirazione”. Il legame tra i due va oltre la competizione: “Quando ero piccolo ho avuto la fortuna di allenarmi con lui. Mi ha sempre aiutato e dato consigli. È stato fondamentale per la mia crescita”.

Sinner vs Alcaraz: la nuova rivalità del tennis moderno

Domenica Sinner affronterà Carlos Alcaraz nella sua prima finale a Parigi. Sarà il dodicesimo confronto tra i due – con lo spagnolo avanti 7-4 – ma il primo in una finale Slam, e soprattutto il primo atto finale a livello Major tra due tennisti nati negli anni 2000. Una rivalità già ricca di episodi intensi e destinata a crescere: “Carlos mi spinge a migliorare, mi porta al limite. Sarà una sfida bellissima, anche tattica. In questi match non basta colpire la palla, bisogna capire e adattarsi”.

Sinner ha riconosciuto il carisma e la forza mentale dell’avversario, sottolineando come “quando entra in campo, lo senti. Non si guarda l’età, ma la qualità del suo gioco”. Ma ha anche aggiunto, con lucidità, che è presto per accostare questa rivalità a quelle dei Big Three: “Il tempo dirà se sarà come le grandi rivalità del passato. Per ora, noi due ci stimoliamo a vicenda, ma ci sono tanti altri giocatori forti. Vedremo chi resterà davvero ai vertici”.

Il percorso di crescita e la forza mentale

Il successo di Sinner è anche frutto di un lavoro continuo sulla varietà del gioco e sulla gestione dei momenti chiave. “Novak mi ha insegnato a essere più imprevedibile. Se giochi sempre allo stesso modo, ti leggono. Ho fatto passi avanti sulla terra rispetto allo scorso anno”. Il processo, come lo definisce lui stesso, è ancora in corso, ma la direzione è quella giusta.

La sfida contro Alcaraz si preannuncia tanto “divertente quanto difficile”, come ha detto sorridendo. Due stili diversi, due approcci contrastanti, ma accomunati dalla stessa voglia di dominare il tennis che verrà. “La tensione è diversa, siamo giovani, talentuosi, e ci spingiamo a vicenda. È speciale poter condividere questi momenti”.

Con questa finale, il tennis mondiale potrebbe assistere a un cambio della guardia definitivo. Da una parte l’esperienza e il passato rappresentato da Djokovic, dall’altra il presente e il futuro incarnati da Sinner e Alcaraz. Il sipario si alzerà domenica su un nuovo capitolo del tennis moderno. E, comunque vada, sarà storia.

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