Świątek e Nadal, la coppia dei record al Roland Garros

Cosa lega Iga Świątek e Rafael Nadal? A parte la recentissima vittoria nella stessa edizione del Roland Garros, e il fatto che il primo successo a Parigi sia arrivato per entrambi a 19 anni, poco altro. Anzi, al di fuori di quelle che possono essere le similitudini nell’impostazione dei colpi, a legarli è essenzialmente il fatto che, avendo appena compiuto 4 anni quando la leggenda spagnola vinceva la sua prima Coppa dei Moschettieri, per Iga Świątek il mancino di Manacor è un idolo assoluto.

Un modello da cui prendere ispirazione, come per quasi tutti i ragazzi e le ragazze che si avvicinano al tennis. Świątek, rispetto ai colleghi e le colleghe, lo ha fatto ad un livello ancora maggiore. È entrata nel mondo Nadal, nella sua Academy, allenandovisi per un periodo nel 2018. L’Academy l’ha celebrata infatti in un post dopo lo straordinario cammino in quel di Parigi, ricordando che giocava ancora a livello Juniores quando arrivò nell’accademia. Peraltro, la polacca è anche la prima tennista passata dalla Rafa Nadal Academy a vincere un titolo del Grande Slam.

Świątek Nadal Academy

 

Dopo le due settimane a Bois du Boulogne, in lingua tennistica Nadal e Świątek hanno però lo stesso significato: vincere il Roland Garros senza perdere alcun set. E non ce ne vogliano i tifosi di Rafa Nadal se nell’accomunare il loro beniamino alla nuova numero 17 Wta si toglie un po’ di peso ad un’impresa epocale. Perché negli eventi degli ultimi giorni, la vittoria di Iga Swiatek ha un’importanza fondamentale di fronte alla storia dello sport e del tennis.

 

Domenica, per un’ulteriore e dolcissima coincidenza, sono stati eguagliati tre record dal peso specifico incredibile nel mondo dello sport. In successione cronologica il primo è stato Lewis Hamilton, che con il successo al Nürburgring ha eguagliato le 91 vittorie in Formula 1 di Michael Schumacher. Poi è toccato a Rafael Nadal appunto, con l’aggancio a Roger Federer a quota 20 trofei del Grande Slam. Infine i Los Angeles Lakers, trascinati da LeBron James al 17º titolo NBA della loro storia, che li appaia così in vetta ai Boston Celtics. In verità, James è diventato anche il primo giocatore della storia a vincere il premio di MVP delle NBA Finals con tre franchigie differenti.

Nadal Hamilton LeBron James

L’11 ottobre 2020, però, rimarrà inequivocabilmente nella storia del tennis. Non solo per il 20° Slam nella carriera dell’iberico, o per il suo 13º trionfo all’Open di Francia. Si tratta di un primato di cui Rafael Nadal ha avuto solo la metà dei compiti, perché l’altra metà dell’opera l’aveva già completata la 19enne di Varsavia il giorno precedente. Un primato che lega i due ben di più dell’ammirazione della giovane stella per il veterano. E di più della coincidenza riguardante l’età in cui entrambi hanno festeggiato il primo Major. Świątek e Nadal sono stati infatti i primi giocatori nell’Era Open a vincere la stessa edizione di un Grande Slam senza perdere alcun set tra singolare maschile e femminile. Un risultato inseguito per 52 anni tra tutti e quattro i più grandi tornei. Spesso sfiorato per un soffio, a causa di un solo set perso dal vincitore o dalla vincitrice.

A nobilitare ancora di più la questione, bisogna aggiungere che in tutta la storia del tennis, anche prima del famosissimo aprile del 1968, mai nessuna “coppia” aveva raggiunto tale traguardo da quando l’Open di Francia ha aperto le sue porte ai giocatori stranieri, cioè nel 1925. Prima il torneo lo giocavano solamente i francesi, e anche volendosi addentrare nelle ricerche sul web, non si trovano i tabelloni del Roland Garros per poter scoprire se dal 1897 (anno della prima edizione femminile) al 1924 (l’ultima esclusivamente per i francesi) qualche altra coppia di campioni abbia ottenuto nello stesso risultato.

Tornando a considerare invece le prove Slam nel loro complesso, un risultato del genere non arrivava da ben 65 anni. Nel 1955, infatti, sia Wimbledon che lo Us Open furono vinti con percorso netto nei due tornei di singolare. A Londra trionfarono Tony Trabert, testa di serie numero 1, e Louise Brough, numero 2 del tabellone femminile. Lo stesso Trabert vinse anche lo Slam di casa, che allora si disputava ancora nel quartiere di Forest Hills. Il femminile segnò invece l’ultimo trionfo della leggendaria Doris Hart, vincitrice di 35 Slam tra singolare, doppio e doppio misto.

Per quanto riguarda l’Australian Open, invece, bisogna tornare ancora più indietro. Pochi mesi prima della Seconda Guerra Mondiale, nel gennaio del 1939, John Bromwich e Emily Hood Westacott vinsero senza lasciare alcun parziale agli avversari. Quell’anno però nel tabellone maschile erano presenti solo australiani, mentre l’unica tennista statunitense, Betty Tough, perse al primo turno. L’anno prima, però, gli americani Don Budge e Dorothy Bundy avevano ottenuto lo stesso risultato di Bromwich e Westacott. Qui sotto una galleria dei campioni di un tempo.

Confrontare le varie imprese serve a poco. Il Roland Garros di oggi si gioca in un tennis diverso in punteggi e regole di gioco. Alla fine degli anni Trenta, d’altronde, agli uomini bastava vincere cinque partite per vincere l’Australian Open, mentre alle donne addirittura quattro. Nel 1955, invece, il campione Major già doveva vincerne sette, mentre la campionessa ancora sei. Non solo i tabelloni femminili erano più piccoli, ma in entrambi i singolari non si giocava ancora il tie-break. Ogni set poteva andare avanti per sterminati game, e così fu fino all’invenzione del tie-break da parte di Jimmy Van Alen nel 1965. Il formato che oggi conosciamo venne introdotto solo dallo Us Open del 1970, e per vincerlo bastavano 5 punti. A Wimbledon arrivò dal 1971, e si disputava sull’8-8. Ai sette canonici punti di oggi si giunse solo nel 1976.

 

In un anno di tennis del tutto anormale, in cui Wimbledon non si gioca e il Roland Garros si disputa ad ottobre, una giornata ed un primato da libri di storia. Tutto al seguito di una pandemia che ha tenuto e tiene in ostaggio il mondo da più di sei mesi. Chissà che tutti questi fattori non portino bene ad Iga Świątek, che festeggia uno storico primo Major insieme a Nadal, per il quale sollevare la Coppa dei Moschettieri è oramai quasi un’abitudine.

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