Alexander Zverev è tornato sulla terra rossa del Roland Garros con una chiara missione: rilanciare la sua stagione e, finalmente, conquistare quel titolo Slam che continua a sfuggirgli. Dopo un periodo complicato, segnato da risultati altalenanti e difficoltà fisiche, il tedesco ha aperto il torneo con una convincente vittoria contro il giovane statunitense Learner Tien, lasciando intravedere segnali incoraggianti: “Sono felice di come ho giocato. Dopo Acapulco lo conoscevo meglio e questo mi ha aiutato”, ha spiegato a fine match.
Il numero 3 del mondo ha dominato l’incontro con solidità e concentrazione, chiudendo in tre set (6-3 6-3 6-4), e con la soddisfazione di iniziare senza lo stress di una maratona: “Di solito rischio partite molto lunghe nei primi turni. Stavolta è andata bene”, ha ammesso.
Zverev non si nasconde e analizza con lucidità il proprio percorso, anche nei momenti più difficili. “Non posso essere come i Big 3. I miei alti sono davvero ottimi, ma i miei bassi sono molto peggiori rispetto a quelli di Federer, Nadal e Djokovic”, ha affermato con realismo. Le ultime settimane, infatti, sono state tutt’altro che semplici: “Sono stato male, vomitavo tre giorni prima di arrivare qui. Non direi che sia stata una brutta preparazione, ma certo ha influito”.
Questo tipo di onestà riflette un atleta che ha imparato a convivere con l’irregolarità, senza lasciarsi abbattere: “Accetto gli alti e bassi come parte di me stesso. La chiave è cercare la mia miglior versione in queste settimane”, ha sottolineato. Un approccio maturo, costruito con l’esperienza, che ora prova a tradurre in risultati concreti a Parigi, torneo che considera il più speciale della stagione.
Roland Garros rappresenta per Zverev molto più di una semplice tappa nel calendario: è il luogo dove il suo tennis trova spesso un’espressione ideale. “Questo torneo è il più esigente dal punto di vista fisico, ma io ci conto molto sul mio atletismo. Ho vinto tante partite da due set a zero sotto. Qui mi sento davvero difficile da battere”, ha detto con convinzione. Non a caso, è arrivato in semifinale nelle ultime quattro edizioni, e nella scorsa stagione ha sfiorato il titolo.
Nel suo box, a supportarlo, c’è la famiglia al completo: il padre e coach Alexander Sr., e il fratello Mischa, ex tennista e oggi figura importante nel suo team. Zverev scherza: “Lui dice sempre che se fosse al meglio potrebbe darmi fastidio, ma i numeri parlano: io ho 24 titoli, lui solo uno”. Ma oltre le battute, riconosce il valore del rapporto: “Mi ha aiutato tanto, e continua a farlo anche se il suo ruolo è cambiato”.
La prossima sfida lo vedrà opposto all’olandese Jesper de Jong, vincitore contro Passaro al primo turno. Il cammino verso il sogno Slam è ancora lungo, ma Zverev sembra aver ritrovato fiducia e determinazione. E soprattutto, ha riscoperto il piacere di lottare su un campo dove ha spesso scritto pagine importanti della sua carriera.
Il Roland Garros 2025 potrebbe essere, per Alexander Zverev, non solo una nuova chance, ma il terreno ideale per un’autentica rinascita tennistica.
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