Vika è tornata, non è ancora la vera Vika, e probabilmente è ben lontana dall’ esserlo, ma in questo momento di incertezza tennistica, in assenza di una vera e propria dominatrice del circuito, la bielorussa potrà rappresentare una componente di imprevedibilità nei prossimi tornei, in attesa della migliore condizione.
Al torneo di Mallorca abbiamo assistito ad una Azarenka a due facce, grintosa e combattiva all’ esordio, capace di annullare match point, e di aggiudicarsi un incontro che sembrava già perso, dopo tre ore di battaglia, per poi ritrovare il giorno successivo, una Vika passiva ed in balia della Konjuh, che forse ha pagato lo sforzo del debutto, e ha palesato la sua mancata abitudine alla competizione, dopo tredici mesi di inattività.
Ma la bielorussa si è dichiarata ottimista in vista del futuro, in risposta a chi la paragonata alla Cljisters, che qualche anno fa, rientrò dopo la maternità, riuscendo a tornare più che competitiva.
“So che se lo vorrò potrò arrivare dove voglio, e anche se dovessi impiegarci più tempo del previsto non mi scoraggerò; ho fissato un’ asticella molto alta, perché so che sono in grado di farcela”.
Wimbledon è alle porte, chissà che non possa essere proprio lo scenario adatto per rivedere la Vika che tutti aspettiamo.
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