Bentornato Roger, non vedevamo l’ora!

Ma quanto ci mancava Roger Federer? Oggi, dopo 13 mesi di inattività, nell’anno in cui compirà 40 anni è finalmente tornato su un campo da tennis il campione svizzero e lo ha fatto nella maniera che meglio conosce: vincendo.
Il match di primo turno a Doha contro Daniel Evans (non ce ne voglia il tennista britannico) poco aveva a che vedere con una questione strettamente legata al campo, al risultato o al torneo in se’ e poco importa anche che sia stata una bella battaglia, elemento certo da non sottovalutare di cui parleremo poi.


Il match è più servito a rivedere in campo un’icona del tennis e dello sport in generale, a ricordarci in un certo senso come eravamo. Questo particolare ritorno, probabilmente il più importante del campione svizzero assume tanti significati e ha che fare con la vita di tutti noi appassionati poiché per uno strano scherzo del destino l’assenza dai campi di Roger Federer ha coinciso con uno dei periodi più bui della storia recente (e qui non ci riferiamo soltanto al mondo del tennis).
Giocoforza la sua ultima apparizione su un campo da tennis era stata in terra australiana (match di semifinale AO perso con Djokovic) prima del lungo infortunio e coincideva più o meno con i giorni in cui iniziava ad entrare nel nostro vocabolario quotidiano il termine “Covid”. Dopodiché  tutti sappiamo cosa è successo e cosa sta ancora succedendo nel mondo del tennis e soprattutto nella vita di tutti i giorni.
Inutile dire che rivederlo “danzare” in campo sì con la mascherina prima del match, sì con lo stadio pieno a metà, sì con qualche impaccio, ma con le sue movenze e colpi unici ci ha fatto riassaporare un po’ di sana normalità.
Del match in se’ come detto si deve parlare, un match tiratissimo e pieno di emozioni contro un ottimo Daniel Evans che non era certo l’avversario più agevole da incontrare dopo oltre un anno d’inattività. Primo set molto equilibrato con turni di servizio che vanno via velocemente fino al tie-break. Qui Federer sale in cattedra, spreca uno schiaffo al volo elementare, ma riesce comunque a chiudere per 10-8. Nel secondo set Evans parte meglio e dopo aver rischiato nel primo gioco ottiene il break nel quarto game e sale 3-1, il set segue il servizio fino al 6-3 finale: uno pari. Il terzo set è quello più emozionante e ci vuole un ottimo Federer per avere ragione del numero 28 del mondo. Federer chiude il set 7-5 e il match 2-1 in due ore e ventiquattro minuti di gioco; si augurava di fare almeno due match in Qatar per ritrovare la condizione, obbiettivo minimo già centrato.
Se questo ennesimo ritorno di Federer sarà un passerella di fine carriera o un altro capitolo glorioso adesso ha poca importanza,  oggi questo match ha avuto un altro significato, oggi chi ama e segue questo sport “è tornato” insieme a Roger.

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