Bernard Tomic dalla giungla all’erba di Wimbledon

Sui campi in erba del torneo di Hertogenbosch si è rivisto finalmente un Bernard Tomic versione tennista, proprio quando sembrava lo avessimo definitivamente perso. L’erba è da sempre la superficie dove meglio si esprime, nel 2011 si fece conoscere al tennis dei grandi conquistando il quarto turno a Wimbledon dove quest’anno dovrà tentare l’antipatica strada delle qualificazioni, complice una classifica che non gli sorride più (n.181 ATP).

L’AVVENTURA IN TV ED IL RITORNO SUL CAMPO Prima dell’erba dei campi da tennis aveva cercato fortuna nella flora della giungla, partecipando ad un reality -show sulla falsa riga dell’Isola dei famosi ambientato nell’Africa più selvaggia. Tutto questo forse per consolarsi dalla brutta eliminazione agli Australian Open per mano di Lorenzo Sonego, che gli negò il tabellone principale nel torneo di casa. Ma anche nella giungla africana Bernard è durato poco, ritirandosi dopo qualche giorno pare spaventato dai morsi di qualche serpente. Dopo quella disavventura è ritornato sui campi raccogliendo ben poco, solo qualche vittoria al Changeller di Aix , fino ad accedere al tabellone del Roland Garros.

UN CARATTERE DIFFICILE, UNA VITA SREGOLATA, UN PADRE-PADRONE Eppure sembrava avere le sembianze del baby talento, quando nel 2011 si classificò tra i più giovani tennisti della storia ad infilarsi nei quarti di Wimbledon ma il suo è un talento impulsivo e schizofrenico, come il suo carattere. La storia di Tomic è un copione già visto tra la maggior parte dei tennisti che hanno avuto la sfortuna, più che fortuna di avere una carriera juniores particolarmente vincente, con un genitore (nel suo caso il padre) a soffocarlo fino allo sfinimento. Bernard ha spesso palesato una certa apatia nei confronti del suo lavoro, dicendo di non avere stimoli nel giocare ed anche un certo disprezzo, quando mesi fa confessò che potendo tornare indietro nel tempo non avrebbe mai scelto di giocare a tennis.

Una personalità difficile come quella del padre (padrone), violento ed autoritario, aggiunta ad una vita fuori dal campo poco professionale, lo ha trasformato da potenziale top ten ad uno qualunque, ora fuori abbondantemente dai primi 100.

Uno smarrimento che gli è costato anche il posto in Coppa Davis e forse l’ambizione di diventare un campione, sempre se Bernard l’abbia mai avuta.

Lorenza Paolucci

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