Boris Becker: “Sascha Zverev non è ancora soddisfatto”

Alexander Sascha Zverev ha da poco vinto il suo titolo più importante, le Atp Finals di Londra battendo il candidato principale alla vittoria finale, Novak Djokovic.

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AtpWorldTour.com ha intervistato Boris Becker, ultimo tedesco a vincere le finals nel 1995, il cui nome è stato spesso accostato a Zverev come suo possibile allenatore.

“Penso sia stata la sua vittoria più importante finora, ha vinto 3 titoli Master 1000, ma questo titolo è arrivato eliminando Federer e Djokovic, penso sia la svolta che tutti si aspettavano. E’ stato disegnato come futuro numero 1, ha giocato bene negli ultimi due anni, solamente negli Slam gli è mancato qualcosa. Penso che veder come ha affrontato il torneo di Londra sia un ottimo auspicio per il 2019. Quando inizi a vincere contro i migliori del mondo, capisci che puoi far parte di quel cerchio, e cambiano molte cose.”

Tutti lo disegnano come nuovo numero 1, secondo te ha le qualità per esserlo? E che pressione deve gestire?

“Bé non è così facile diventare numero 1, attualmente il posto è occupato, Djokovic l’ha riconquistato da poco, ma Rafa e Roger son ancora lì a lottare. In più c’è da far i conti con altri ragazzi molto forti quali Tsisipas, Kachanov e Shapovalov. Penso che la pressione sia l’ultimo dei problemi di Sascha, talvolta la si sottovaluta o sopravaluta a seconda dei casi. Se sentisse la pressione non sarebbe rimasto così in alto in classifica negli ultimi due anni, se non sai gestirla è meglio far un altro lavoro. Rimango dell’idea che la concorrenza sia il suo problema principale.”

Ti ricordi la prima volta in cui l’hai visto e su cosa è migliorato secondo te in questo biennio?

“Quando suo fratello Misha aveva 20 anni l’ho sostenuto con la federazione tedesca, parlai con lui e i genitori e proprio Misha mi disse che Sascha era più forte. Ai tempi aveva 10 anni ed era alto e magro, il tempo gli ha dato ragione. Penso che la convinzione sia la sua qualità migliore, è costantemente in Top5 e non la ottieni giocando un buon torneo l’anno, ma giocandone bene tanti tornando a difenderli. Gli altri ti osservano capiscono come giochi, la competizione si evolve, lui sta crescendo , penso che la sua convinzione sia la sua arma in più.”

Pensi che ci sia un aspetto del suo gioco che deve migliorare per compiere un ulteriore passo avanti? E secondo te, Ivan come può arricchire il suo gioco?

“Penso ci sia differenza tra essere con continuità tra i primi 10 o tra i primi 5, vorrei sottolineare che lui è nel secondo gruppo. Sta studiando, poteva continuare con suo padre e il suo team, invece lo ha modificato, ha aggiunto Ivan Lendl dimostrando che punta alla cima. A settembre son stato molto contento dell’annuncio della loro collaborazione perché penso che con Ivan nel suo angolo possa arrivare in cima. Ivan lo può aiutare nella comprensione del gioco saper cosa fare e quando farlo. E’ un’attitudine, mentalità non è questione di colpi. C’è molta differenza tra svegliarsi la mattina, andare ad allenarsi e farlo quando devi giocare una semifinale o una finale contro i migliori. Alcuni allenatori quando arrivano in semifinale si rilassano un po’, a quel punto il torneo è già positivo, quando nel tuo angolo c’è Ivan il torneo comincia in quell’incontro.”

Hai parlato spesso con Sascha, che consigli gli hai dato?

“Facendo parte della federazione tedesca ho cercato di fargli da mentore negli ultimi due anni, gli sono molto vicino, parliamo spesso di tennis, gli fornisco le mie impressioni e lui è come una spugna. Vuole parlare, conoscere, fare pratica, penso sia l’aspetto più importante, capire che ha ancora molte cose da fare per eccellere.”

Prima uno studente, poi una spugna, qualità che ha sempre avuto?

“Lo conosco da un paio d’anni, ha questa convinzione e certezza, che non è arroganza, di sentirsi uno dei migliori e di potere puntare alla cima.”

Quale pensi sia il più grosso malinteso su Sascha da parte dell’opinione pubblica?

“E’ molto loquace, regala sempre interviste interessanti, anche quella post vittoria all’O2 arena è stata molto divertente, e secondo gli standard tedeschi passa per un’arrogante a cui non importa di esserlo. Vi assicuro che non c’è niente di più lontano dalla verità.”

Quanto pensi possa esser importante per il movimento tennistico tedesco?

“Ora è una superstar, insieme ad Angie Kerber può davvero riportare la Germania sotto i riflettori del tennis che conta, hanno guadagnato molta popolarità negli ultimi due anni e tutto ciò non può che far bene al movimento. Gli anni scorsi abbiamo avuto ottimi giocatori come Tommy Haas, Rainer Schuettler e Philip Kohlsreiber, ma credo che Sascha sia speciale. Ha solo 21 anni spero che possa continuare a giocare alla grande per molto tempo.”

Parole al miele quelle di Bum-Bum Becker per il suo connazionale, che denotano la profonda stima che nutre verso il fresco vincitore delle Nitto Finals di Londra, tra le righe salta all’occhio chi si offrirebbe di rimpiazzare Lendl se la collaborazione dovesse per qualche motivo interrompersi.

 

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