Nole Djokovic ha visibilmente mostrato la sua soddisfazione per questa seconda vittoria consecutiva in terra asiatica. La presenza nel 500 di Pechino, necessaria per rafforzare la sua sponsorizzazione milionaria asiatica, ma superflua dal punto di vista della programmazione, e questa vittoria numero 25 in un master 1000 a Shanghai, rappresentano un risultato “monstre” in questo già trionfale 2015.
Le sue dichiarazioni non sono state esattamente di circostanza, infatti. Con molta lucidità il serbo ha detto che “queste due settimane sono indubbiamente state le migliori della mia carriera: non ho accusato la fatica fisica, sono rimasto concentrato dal primo match a Pechino fino alla finale di oggi mantenendo la piena intensità del mio tennis“. In riferimento alla facilità con cui ha eliminato via via il meglio del tennis mondiale durante queste due settimane ha affermato che “mi rendo perfettamente conto che aver giocato al massimo un tie-break in due settimane, senza mai rischiare nulla in tutti questi match sia un risultato straordinario. Non posso che essere contentissimo di questo livello e averlo raggiunto mi spienge a continuare ad allenarmi, a tenere alta l’intensità“. E sempre a proposito del futuro ha detto che “vorrei continuare a giocare a questi livelli per diversi anni ancora. Ho 28 anni e sono consapevole del fatto che restare al top della condizione anche tecnica, viaggiando, con una famiglia, non sarà facile. L’essere padre può distarmi dal tenere alto il livello degli allenamenti, senza intaccare lo stile di vita necessario per il mio tennis“. Infine un pensiero, naturalmente, per il team: “ho tutti con me. Mia moglie, la mia famiglia ed in particolare i miei fratelli, che mi spronano e mi aiutano negli allenamenti, nella preparazione. Un gruppo di tecnici fantastico. Tutto è in equilibrio, e vorrei che questo momento durasse infinitamente“.
Da parte sua Jo-Wilfried Tsonga è apparso deluso. Il giocatore francese ha provato a giocare con braccio sciolto, è anche riuscito a fare un break al granitico serbo, ma ha ammesso che “non sono riuscito ad esprimere il mio miglior tennis, questo è sicuro. Nel primo set ho servito abbastanza male, senza mai raggiungere le velocità necessarie a mettere Nole in difficoltà. Nel secondo set ha migliorato le percentuali, servito qualche aces e annullato anche piuttosto facilmente delle palle break, ma al primo vero assolto di Nole ho commesso delle leggerezze tattiche“. A proposito dei scelte tattiche a Tsonga è stato fatto notare che in questo match ha tentato di mischiare le carte, arretrando e rallentando. Il francese ha così commentato: “Sì, è vero, ho provato a mettermi dietro e giocare dei rovesci in back per togliere ritmo a Djokovic. L’obiettivo era provare a spostarmi sul dritto e attaccare, ma non sono riuscito molto spesso ad attuare questo schema, lui si muoveva benissimo e non sbagliava praticamente mai“.
Infine, un pensiero per la volata della ATP Finals di Londra: “ho qualche chances di agganciare l’ottavo posto se faccio un finale di stagione su questo livello, magari con un bel risultato a Bercy, in casa, ci tengo molto. Sono in lotta con Richard (Gasquet, ndr), mi dispiace che solo uno di sicuro andrà come riserva, tra noi, sempre che non si inserisca qualche altro concorrente, come Anderson che ritengo sia un cliente pericoloso“.