Essere Victoria Duval

Anno 2013, New York,  primo turno degli Us Open. Una giovanissima Victoria Duval affronta e batte in rimonta, 5-7 6-4 6-4,  la più esperta collega australiana e vincitrice del torneo nel 2011, Samantha Stosur. Potrebbe essere l’inizio di una bellissima favola sportiva e, invece, ben presto, la vita di Victoria si trasforma in una dura realtà.

WIMBLEDON – L’anno seguente, mentre è impegnata a giocare il primo turno del tabellone di qualificazione per l’accesso al main draw del torneo di Wimbledon le viene diagnosticato il linfoma di Hodgkin, uno dei tumori più comuni tra gli adolescenti. Victoria conquista comunque l’accesso al tabellone principale in cui si arrenderà solo al terzo set contro Belina Bencic dopo avere fatto fuori la rumena Sorana Cirstea. Ma, deve abbandonare il tennis a tempo indefinito per potere ricevere adeguate cure contro la sua malattia. Vicky, come la chiamano gli amici, che è nata a Miami ma, ha passato i primi otto anni della suà gioventù ad Haiti, è forte e grazie all’aiuto di Dio ed alla tempestività della diagnosi riesce a sconfiggere il male.

GINOCCHIO – Così, a quasi vent’anni, fa il suo rientro nei campi dai gioco. E lo fa in modo romantico. Ricominciando da dove tutto è iniziato. A New York, Us Open. Vicky non riesce ad accedere al tabellone principale ma, il fatto stesso di tenere la racchetta in mano vale, per lei, più della vittoria del torneo stesso. Chiude l’anno giocando un paio di challenger in giro per gli States. Sembra tutto passato ma, putroppo, da li a poco Victoria è costretta ad un nuovo stop. Questa volta per sottoporsi ad un intervento chirurgico al ginocchio.

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INIZIO DI CARRIERA – “E’ davvero pazzesco quello che ho vissuto, nonostante, la mia giovane età”, ha dichiarato a  www.wtatennis.com la tennista americana. “Ma penso che tutto questo sia servito a farmi crescere. Sono fiera ed orgogliosa per come ho affrontato e superato le difficoltà.” Nel 2017 Victoria è tornata a calcare i campi di gioco, per la terza volta, anche se, come lei tiene a precisare non è un ritorno ma, piuttosto, un debutto. “Sarebbe surreale se la pensassi così. Per me è come se la mia carriera stesse iniziando ora.”

INDIAN HARBOUR BEACH – Padre medico a Port au Prince (la capitale haitiana), Victoria è stata seguita, anche, da Nick Bollettieri. Ad aprile ha ricevuto una wild card per l’ITF di Indian Harbour Beach. “Quando ho iniziato a giocare è stato così bello tornare in campo a gareggiare ed a fare ciò che amo di più. Vivevo, giorno per giorno, senza pormi, particolari aspettative, non sapendo come il mio corpo avrebbe reagito, ma ero felice.”

Ad Indian Harbour è arrivata fino alla semifinale, sbarazzandosi di Ajla Tomljanovic, Danielle Collins (ex campionessa NCAA che portò Simona Halep fino al terzo set agli US Open), Wang Yafan (una delle giovani promesse cinesi più promettenti) e Kayla Day (ex campione Junior US Open che ha eliminato la semifinalista degli Australian Open Mirjana Lucic-Baroni in quel di Indian Wells); ed infine eliminando l’ex numero 5 del mondo Eugenie Bouchard,  6-0, 6-3 nei quarti di finale. “Sono state partite dure ma, è stato davvero bello vedere il livello al quale ero in grado di competere.” Da quel momento Victoria, che ha compiuto 22 anni il 30 novembre ha scalato nuovamente la classifica, inanelando una serie di successi che le hanno procurato anche due finali a livello ITF (a Lubbok ed a Macon).

DOPPIO – “Ovviamente, ogni settimana che passavo  guadagnavo fiducia in me stessa e nella possibilità di tornare di nuovo, molto presto, al punto in cui avevo lasciato. ” Ma non solo questo, Victoria è anche riuscita a portare a casa un titolo, scrivendo una delle pagine più belle di questo sport. Sempre all’ITF di Lubbock, in coppia con Alisa Kleybanova, ha vinto il titolo di doppio, il primo trofeo dal 2013. “Quando stavo facendo il mio trattamento [per il linfoma di Hodgkin] Alisa mi è stata davvero di aiuto.” Dice la statunitense. “Ha vissuto la mia stessa malattia e poteva capire come mi sentissi. Ci siamo tenute in contatto. Io ho seguito i suoi risultati, lei i miei. Cosi, quando mi ha mandato un messaggio per chiedermi di giocare il doppio insieme ho risposto “Certo, amica!”  E’ stata un esperienza bellissima potere giocare accanto lei che è stato numero 20 del mondo.”

WANG YAFAN – Gli Us Open, per chi non lo avesse ancora capito, hanno per Victoria un sapore particolare. Fu lei giocare il match di addio di Kim Kljister. Per l’ex numero 87 del mondo il match più bello dell’anno è stato quello giocato contro la Wang Yafan, proprio, nelle qualificazioni degli US Open. “E’ stata una bella sensazione perché da uno svantaggio di 6-2, 4-1  ho recuperato e vinto l’incontro 2 -6, 6-4, 6-4,  probabilmente la partita migliore dell’anno.”

OBIETTIVI – Victoria ha iniziato il 2017 al numero 896 del ranking WTA! Oggi è la 231 ma lei vuole di più. “Ovviamente mi piacerebbe vincere tutti i tornei cui prenderò parte, dice ridendo, ma il mio più grande obiettivo, direi, è la mia classifica. Mi piacerebbe davvero vedermi nella Top 100 entro la fine del prossimo anno, e penso che sia decisamente fattibile, soprattutto se rimango in forma e in salute.” Quest’anno, complice anche l’assenza di Serena Williams il tennis femminile ha riservato parecchi sorprese. La Bouchard ha vinto le Finals, la Halep è numero uno del mondo ma, soprattutto la vittoria di Sloane Stephen agli Us Open in una finale tutta americana contro Madison Keys. “Vedere le mie coetanee riuscire a conquistare importanti traguardi”, dice Vicky, “mi sta dando parecchia fiducia. Se possono farlo loro, peno, posso fare anche io. Ho seguito alcuni match di CoCo [Vandeweghe] e ho notato che ha migliorato molto il gioco a rete. È molto aggressiva dalla linea di fondo, ma è anche in grado di chiudere i punti in rete.  “Sto lavorando molto su questo. Sul servizio e sulla costruzione del gioco. Mi piace vincere sfiancando i miei avversari ma vorrei provare ad essere più aggressiva.

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