Il pagellone degli Internazionali d’Italia

Alexander Zverev

Andy Murray: 0. 

Ingenerosi? Per nulla. Il numero 1 al mondo si presenta a Roma da detentore del titolo. E da un lungo periodo negativo non riesce a trarre cattiveria per riemergere e resta completamente in balia del tennis spumeggiante di Fognini, senza adottare contromisure. Assolutamente da recuperare.

Tennis: Miami Open-Murray v Dimitrov

Lucas Pouille: 2. 

Già semifinalista a Roma e con due preziosi quarti Slam sulle spalle, viene preso a pallate all’esordio da Querrey. Rappresenta uno dei giovani più interessanti del circuito, ma sarebbe ora di trovare un pizzico di continuità in più.

Grigor Dimitrov: 4,5.

Un pizzico sfortunato nel trovare subito un ispirato Del Potro all’esordio, ma il bulgaro dovrebbe presentarsi più spesso in fondo ai tornei, proprio in nome di quella maturità finalmente trovata. Crolla sul più bello e fatica ad opporsi ai traccianti di dritto dell’argentino. Torneo assolutamente da dimenticare.

Stanislas Wawrinka: 5.

Dov’è finito Stan the man?! Lo svizzero non riesce ad esprimere il tennis spumeggiante che lo ha condotto a diventare campione Slam ed il suo è un preoccupante e continuo calo di rendimento. Fatica a superare più di due turni a torneo e cede malamente a John Isner.

 

Tomas Berdych: 5,5.

Appare stranamente solido e sereno nello sbrigare le prime due pratiche (M. Zverev e Berlocq), ma inevitabilmente crolla quando c’è da dimostrare quel qualcosa in più. Agli ottavi subisce nettamente il gioco di Raonic e va a casa in due parziali, confermando l’etichetta di eterno incompiuto.

Kei Nishikori – David Goffin: 6.

Il cammino di entrambi sembra piuttosto positivo fino agli ottavi, dove poi si spengono esprimendo un gioco prevedibile rispettivamente contro Del Potro e Cilic.

Rafa Nadal: 6,5.

Arriva a Roma con tutti i favori del pronostico, ma si deve arrendere ad una prestazione superba di Thiem ai quarti. Avrebbe potuto fare qualcosa in più, ma anche la stanchezza ha avuto la sua influenza. Ora riposo e a tutta verso il Roland Garros. 

Milos Raonic: 7.

Nonostante il lungo stop per infortunio, si presenta agli Internazionali in ottime condizioni e gioca un tennis molto offensivo. Il suo cammino si ferma ai quarti contro uno scatenato Zverev. Nel complesso, comunque, un buon torneo per il canadese. 

Marin Cilic: 7,5.

Buona prova e buone sensazioni per Parigi per Cilic, che cede ai quarti al tie-break contro un ispirato Isner. La sconfitta ci può stare in match del genere, ma la fiducia è in crescendo anche sul rosso.

Juan Martin Del Potro: 8.

Ha incantato tutti con la commovente storia del rientro e il pubblico italiano lo ama tantissimo. Grinta e fucilate di dritto lo spingono fino ai quarti, dove però trova un Djokovic decisamente superiore. Se dovesse riuscire a sistemare ancora il rovescio, potremmo sentire ancora parlare in grande di lui. 

John Isner: 8,5.

Super torneo per il gigante americano, che regola Wawrinka e Cilic raggiungendo una storica semifinale al Foro. Cede alla distanza contro Zverev, ma sarà comunque un torneo da ricordare per lui considerando soprattutto la superficie. Dominic Thiem: 8,5.

Da sola la partita contro Rafa varrebbe un 10 pieno, ma pesa su di lui la sconfitta nettissima in semifinale. E’ pur vero che ha ben pochi demeriti, ma non è mai riuscito a mettere minimamente pressione al serbo. La crescita procede tuttavia spedita, sarà ancora protagonista durante la stagione.

Novak Djokovic: 9.

Valutazione difficile per il serbo, che inizia il torneo con un match giocato malissimo contro Bedene e con tutti i fantasmi dell’ultimo anno. Piano piano però inizia a crescere sotto tutti i profili, battendo nettamente Del Potro e poi annichilendo Thiem sotto lo stupore generale: in semifinale una prestazione mostruosa. All’ultimo atto ritorna un tennista umano ma lascia ben sperare per il Roland Garros.

Alexander Zverev: 10.

Una settimana meravigliosa per il ventenne tedesco, da tutti riconosciuto come futuro numero 1 mondiale. Sulla superficie a lui meno gradita, dimostra una grinta ed una tenuta mentale da primissimi della classe, lottando come un leone e mantenendo la lucidità anche nei momenti clou. La finale è un saggio di potenza, concretezza e determinazione. Necessiterebbe di una narrazione a parte, ma siamo tutti contenti che finalmente il “nuovo” stia davvero avanzando.

Fabio Fognini: come spesso accade, impossibile da giudicare!

Chiudiamo per forza con l’uomo della settimana per il tennis italiano viste tutte le altre delusioni. Il Centrale cade ai suoi piedi dopo un saggio di talento e potenza clamoroso contro il numero 1 del mondo, annichilito completamente. Al turno successivo, contro il futuro vincitore del torneo, in pratica non gioca, cadendo in pessime querelle con l’arbitro e sfogandosi di continuo con la sua innocente Babolat. A giustificazione di ciò, v’era indubbiamente l’attesa per il piccolo Federico, primogenito avuto da Flavia Pennetta, nato poi il giorno dopo. Fabio è il solito spettacolare folle.

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