Il campione croato ha analizzato pregi e difetti della Francia, rivale della sua Croazia in semifinale di Davis Cup.
La sovrabbondanza dei transalpini – «Ogni anno sono tra i candidati alla vittoria finale. Se si giocassero quattro incontri di singolare, vincerebbero tutte le partite. Per noi che disponiamo di due giocatori di valore assoluto è più difficile. Però, a volte, quest’ultima condizione è vantaggiosa. In tutti i match schieriamo i nostri tennisti più forti. Loro sanno già quello che devono fare. Invece, è più facile sbagliare quando hai molte possibilità di scelta».
Capitolo Yannick Noah – «È una persona piena di energia, grazie a questo riesce a tirare fuori il meglio dai suoi giocatori. Però secondo me, per un capitano di Davis Cup è basilare la lunghezza del progetto: servono almeno cinque anni per raggiungere dei traguardi importanti. Nikki Pilic è il mio punto di riferimento, lui sapeva sempre quando intervenire».
Il giovane Lucas Pouille – «La prima volta che l’ho visto giocare colpiva la palla alla grande. Ma ho sempre detto che c’è una grossa differenza tra un ottimo colpitore e un campione. Serve tempo per capirlo. Lucas ha le idee chiare su chi vuole diventare. Quando si allenava a Dubai era molto concentrato e preso da quello che faceva. L’anno prossimo sarà più complesso per lui, perché dovrà confermarsi».
L’ascesa del britannico che sfida Musetti per un posto nella storia Questa sera, al Mutua…
Un talento internazionale con il cuore tricolore Nel firmamento del tennis mondiale, si affaccia una…
Le Nitto ATP Finals continueranno a parlare italiano almeno fino al 2027. La conferma, arrivata…
Il primo allenatore non si dimentica mai. Per Carlos Alcaraz, quel ruolo fondamentale è stato…
Aryna Sabalenka continua a scrivere la sua storia al Mutua Madrid Open, dove si è…
Un nuovo Musetti alla Caja Mágica La crescita di Lorenzo Musetti continua a impressionare. Sulla…