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Janko Tipsarevic, obiettivo Top-30

Ci sono gli avversari, che li affronti sul campo, ci combatti, lotti, vinci e perdi ma alla fine hai giocato, hai vissuto. Poi ci sono loro, i malanni, gli infortuni, e quelli sono subdoli, sono nemici imbattibili, ti bloccano, ti deprimono, ti sconfiggono sempre.

Janko Tipsarevic, eliminato ieri al secondo turno sull’erba del neonato torneo turco di Antalya dal nostro Seppi, ne sa qualcosa. La sua risalita contro corrente nel ranking mondiale prosegue con la tenacia e la consapevolezza di chi è stato circa diciotto mesi dentro i primi 10 (dal 14/11/2011 al 06/05/2013) e sa di poterci tornare. Nonostante tutto. Intanto, dopo aver iniziato il 2017 al n°144 del mondo, adesso è già al 61esimo posto e, stando alle sue parole, il suo miglior tennis deve ancora arrivare.

Non faremo qui l’elenco dei contrattempi che hanno funestato la carriera recente del serbo; basti sapere che meno di due anni fa, quando fu costretto a fermarsi per l’ennesima volta a causa di un dolore al ginocchio (poi operato), era scivolato oltre la millesima posizione mondiale e che, mentre nel 2014 non ha giocato nemmeno un match, l’anno successivo è sceso in campo appena tredici volte in singolare tra tabelloni principali e qualificazioni, prima di fermarsi nuovamente fino ad aprile 2016, quando ha battuto il cileno Hans Podlipnik-Castillo al primo turno del challenger di Ostrava.

Ecco, la seconda carriera del 33enne di Belgrado è iniziata sulla terra ceca di Ostrava e fin da subito è stata contrassegnata da prestazioni inevitabilmente altalenanti. Discontinue. All’inizio praticamente solo sconfitte (Berlocq, Delbonis, Raonic, Vesely) poi la fiammata al Queen’s, la vittoria contro Dimitrov, il ritorno in Davis, di nuovo un trofeo tra le mani (il challenger di Chengdou, per aggiudicarsi il quale ha dovuto vincere sette incontri come in un major)e la semifinale a Shenzhen, rovinata tanto per cambiare da un ritiro (contro il francese Gasquet).

L’obiettivo per il 2017 è semplice: tornare fra i primi 30 giocatori del mondo. Il piano per centrarlo, altrettanto semplice: partecipare ai challenger asiatici di Bangkok 1 e 2, Qingdao e Kunming, accumulare più punti possibile (nel suo caso, tutti: quattro tornei e altrettanti titoli, 20 vittorie e due soli set ceduti) per entrare nel main-draw dei tornei maggiori. Anche se la sua superficie preferita rimane il duro, sull’erba Janko se l’è sempre cavata piuttosto bene (36-31 il suo record in carriera) come le ultime partite hanno confermato. A ‘s-Hertogenbosch ha battuto lo specialista Sugita prima di cedere in tre set a Cilic; al Queen’s ha perso 5-7, 7-6. 7-6 con Troicki e questa settimana a Eastbourne ha battuto il sudafricano Harris prima di cedere a Seppi in tre partite.

Tipsarevic vorrebbe tornare quello che era nelle sue stagioni migliori, ovvero un tennista dal rendimento costante che è riuscito a giocare ben due Masters e a vincere una Davis, nel 2010. In un tennis che sembra premiare i frutti maturi, l’età non è un problema. “Voglio solo continuare a giocare senza sentire dolori” ha ammesso di recente Janko e questa potrebbe essere la ricetta della rinascita. Dopo Wimbledon inizierà la lunga stagione sul cemento americano e lì Tipsarevic potrà giocare le sue carte per presentarsi poi al mese asiatico, continente in cui si trova particolarmente a suo agio, per tentare l’attacco alla Top-30. Da un combattente come lui è lecito attendersi il massimo. Torneremo sull’argomento a fine stagione, per vedere cosa avrà saputo fare.

Peppe Nacca

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Peppe Nacca

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