Jannik sul velluto

Miami, fu quinto Slam, quest’anno è un torneo più che mai azzoppato dai forfait eccellenti, dai premi ridotti e dai veleni assortiti di un movimento che soffre la pandemia in varie forme (come tutta l’umanità, del resto). D’altra parte questa è per molti l’occasione per mettersi in mostra e per fare almeno un po’ di strada, perché tolti i tre tenori e Thiem, di mostri intoccabili ne sono rimasti pochi, guidati dal sanguinario numero due Daniil Medvedev, e poi c’è un sottobosco gorgogliante composto da giocatori più o meno giovani e più o meno forti, ma digiuni di trofei di questa importanza. In questo gruppo famelico rientra a pieno titolo il nostro Jannik, che a Dubai non ha affatto sfigurato, sconfitto ai quarti dal violentissimo Karatsev, il russo più inatteso, spuntato dal nulla come un vendicatore e ora pronto a fare la voce grossa anche sul suolo americano.
Oggi di fronte a Sinner c’è Gaston, già battuto in quel di Marsiglia, e la missione è quella di respingerlo senza perderci troppe energie, perché così fanno quelli che vogliono arrivare in fondo.

Il primo set è quello che ci vuole: dopo un approccio non ideale durato i primi cinque punti, Jannik comincia a martellare e in 26 minuti porta a casa un 6-2 in cui non rischia mai il servizio e viceversa piazza due break che gli spianano la strada. Il primo game del secondo parziale ha tutta l’aria di uno spartiacque decisivo e dunque si lotta più che mai e dopo una sfibrante oscillazione di vantaggi Jannik fa valere il superiore peso di palla, fa il break e conferma subito dopo nonostante un gran bel punto del francese che però non ci crede più di tanto: 2-0. Nel sesto game c’è il primo (e unico) momento di vera sofferenza per Jannik, che infila quattro gratuiti e concede tre palle break, ma le annulla con pazienza, senza forzare troppo la battuta né i singoli colpi ma cercando una progressione in grado di smorzare (sic) ogni velleità creativa dello smorzatore seriale transalpino.
Nel game successivo è un doppio fallo a fruttare una nuova opportunità per Jannik che la sigilla con un passante incrociato di dritto e va giustamente a servire per il match. Non ci sono sorprese e il secondo 6-2 chiude un match con poca storia, durato un’ora e qualche spicciolo. Al prossimo turno andrà in scena un nuovo atto della sfida con Khachanov, che nella sua breve storia ha già regalato parecchie emozioni.

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