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John McEnroe in Italia e ne ha per tutti

SuperMac, al secolo John Patrick McEnroe, ha rilasciato una frizzante intervista per l’edizione on line di Repubblica. Un’intervista, manco a dirlo, “alla McEnroe”.

Ne ha avute per tutti. Intanto per la politica, proponendo una davvero avventurosa candidatura per la Casa Bianca di Serena Williams. Il solito provocatore, diremmo, anche se l’idea della donna afro-americana unisce sia le figure di Barack Obama che quella di Hillary Clinton, attualmente in corsa per quella poltrona: ma crediamo che Serena non abbia molto voglia di ricoprire quel ruolo. Ironia a parte, Mac ha stilato la sua classifica di sempre, citando a sorpresa il nome di Lew Hoad, giocatore australiano poco noto agli appassionati, ma dotato di un gran tennis a cavallo tra anni ’50 e ’60. Nella sua top ten troviamo ovviamente Laver, Federer, Sampras, con Pistol-Pete davanti alla Svizzero, per il quale però John ha avuto parole di grandissimo elogio.

Ha anche indicato il suo giocatore ideale, con una sorpresina: nel gioco di volo, vuole Nadal. Sì, avete capito bene. Ben due colpi per Federer, il dritto e il servizio, mentre per il rovescio preferisce affidarsi a Djokovic. Insomma, buonismo a pacchi. Anzi, diremmo mainstream a palate. Deludente John, parecchio deludente. Avrebbe potuto parlare della corsa e della capacità di concentrazione di Nadal e Djokovic, e magari offrire il rovescio migliore a colui che lo ha veramente, ovvero Stan Wawrinka, optando per una elegante citazione di Jonas Bjorkman nel gioco di volo, il campione svedese col quale fece qualche anno fa un clamoroso ritorno vincente in doppio. Ma si parlava di giocatori in attività, e allora niente.

Non è mancato il momento autocelebrativo, quando Mac ha indicato nel torneo di Bruxelles del 1984 il suo momento tennisticamente migliore, per l’appunto nel suo anno di assoluta grazia, forse l’ultimo, citando David Foster Wallace, dell’era Classica del tennis mondiale, prima dell’arrivo degli spagnoli e degli argentini, e del dominio dei giocatori fisicamente più preparati e specializzati nella pressione da fondo campo. Per onesta John ha anche citato la sua peggiore delusione, ovvero la sconfitta del Roland Garros, proprio del 1984, contro Ivan Lendl (ma va? chi l’avrebbe mai detto!).

Poi un (altro) po’ di buonismo: non ha obiettato alla domanda che citava Roma come “quinto Slam” (certo), ha avuto parole di apprezzamento per l’Italia (sorvolando sulle surreali esibizioni ai tempi di Adriano e Corrado, quando rischiò il linciaggio nel palazzetto dello sport di Bergamo per palese disinteresse nel match) e per qualche mito dello sport quale Pelè (il “Federer del calcio”) e Maradona. Coerente il riferimento a Fabio Fognini, “giocatore che esprime il suo carattere e che fa bene al tennis” (talvolta non a se stesso però, ndr) e alla classe di Adriano Panatta (concordiamo).

Infine, dall’alto dei sui 56 anni, ha affermato che forse continuerà a giocare nel Senior Tour Atp per un altro anno, dando l’appuntamento per le prossime esibizioni del 20 e 22 novembre a Verona e Modena. Fossi in voi, abitanti della zona, ci andrei.

Alberto Maiale

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