Le 10 delusioni degli Us Open

[tps_title] Marin Cilic [/tps_title]

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Per quanto riguarda le delusioni non si poteva non citare Cilic, tennista croato stra favorito per un posto in finale, che però ha perso dall’ostico, ma decisamente alla portata, Diego Schwartzman ed ha così lasciato un grosso buco in quella parte del tabellone. C’è da sottolineare, però, che Cilic non aveva disputato alcun torneo dopo Wimbledon a causa di un problema che lo aveva tenuto fermo ai box e, tra l’altro, gli aveva fatto perdere i 1000 punti conquistati l’anno precedente in Canada.[tps_title] Alexander Zverev [/tps_title]

L’altra grande delusione della parte bassa è stata Alexander Zverev, reduce dalla brillante vittoria a Montreal contro Roger Federer, ma che non ha saputo reggere ai colpi di Borna Coric, vincitore in 4 set. Il tennista tedesco, che nel primo turno aveva sconfitto a fatica il barbadiano King, ha evidenziato diverse lacune che deve colmare, una di queste la poca costanza, che non gli permette di esprimere il suo miglior tennis per un lungo periodo di tempo. Per lui rimane il tabù slam: mai oltre il quarto turno quest’anno.[tps_title] Richard Gasquet [/tps_title]

Nella parte alta, invece, ha disputato un torneo molto sotto le aspettative Richard Gasquet, estromesso al primo turno per mano del lucky loser Mayer, ma che non era assolutamente non nella miglior forma. A supportare questa tesi ci ha pensato lo stesso Gasquet, che attualmente è impegnato a Szczecin ed è tornato a giocare un Challenger dopo molti anni. Dopo Wimbledon, il francese aveva preso parte ad entrambi i 1000 sul cemento americano, ma aveva rimediato due stese al secondo turno rispettivamente per mano di Alexander Zverev e Rafa Nadal, quest’ultimo l’avversario che presumibilmente avrebbe affrontato al terzo turno.[tps_title] Tomas Berdych [/tps_title]

Passa inesorabile il tempo anche per Tomas Berdych, tennista ceco che è stato per quasi tutta la durata della carriera di poco sotto i top ma, molto raramente, non ha raggiunto la seconda settimana negli slam. A Flushing Meadows invece è successo e l’autore di questa celebre eliminazione è stato l’ucraino Dolgopolov, giocatore abbastanza scomodo da affrontare soprattutto se in giornata, ma contro il quale Berdych aveva vinto 4 delle ultime 5 volte. Continua quindi il periodo no del ceco che negli ultimi due tornei disputati aveva perso a Cincinnati da Del Potro in 3 set e da Kokkinakis a Los Cabos.[tps_title] Jo-Wilfried Tsonga [/tps_title]

Non intende finire neppure il momento negativo del francese Tsonga, che non riesce più a vincere e continua a perdere incontri che qualche tempo fa avrebbe portato a casa senza grossi patemi. La sconfitta dell’ex Top 10 passa però in secondo piano poichè arrivata contro un astro nascente del tennis, vale a dire Shapovalov, che sul cemento nordamericano ha già sconfitto avversari del calibro di Nadal o Del Potro, ma ancora non ha avuto modo di confrontarsi con grandi battitori, per esempio Karlovic o Querrey, proprio i due giocatori che hanno battuto Tsonga negli ultimi impegni.[tps_title] Grigor Dimitrov [/tps_title]

Dopo la brillante vittoria a Cincinnati, uno dei tennisti più attesi era Grigor Dimitrov, dal quale ci si aspettava tanto e, anche in virtù di un tabellone non impossibile, avrebbe potuto consacrarsi definitivamente e magari staccare direttamente a Flushing Meadows l’accesso per le Finals. A batterlo invece è stato il giovanissimo Rublev, il quale ha messo a referto il record di precocità ai quarti di finale in uno slam, ma che un giocatore come il bulgaro, ovvero pieno di ambizioni e di talento, deve sconfiggere senza se e senza ma.[tps_title] Nick Kyrgios [/tps_title]

Come il bulgaro Dimitrov, anche lui si era spinto fino in finale a Cincinnati, uscendo però sconfitto, e perciò aveva creato un clima di attesa intorno a lui. Come ben sappiamo, però, l’australiano è spesso abbandonato dalla testa, che non lo assiste e lo porta a giocare partite a limite del vergognoso ed a fare qualche bravata di troppo, come ad esempio una notte di divertimento a Londra che gli è costata il rapporto con la sua ex-fidanzata Tomljanovic. A New York, purtroppo si è manifestato quanto temuto ed il torneo di Kyrgios è durato appena 4 set, condito da un’eliminazione al primo turno contro il connazionale Millman che lascia molto l’amaro in bocca.[tps_title] Jack Sock [/tps_title]

Un giocatore passato un po’ in sordina, ma che in realtà ha subito un’eliminazione piuttosto difficile da digerire è stato Jack Sock, tennista di casa che è stato estromesso al primo turno dall’australiano Thompson, il quale l’ha spuntata 64 al quinto dopo una battaglia durata 4 ore esatte e che Sock sembrava ormai aver portato a casa grazie al break decisivo ottenuto nel settimo game del quinto set. Questa eliminazione non fa altro che aumentare i rimpianti in Sock in quanto avrebbe potuto tranquillamente raggiungere almeno il quarto turno e giocarsi tutte le sue carte.[tps_title] Karen Khachanov [/tps_title]

Lo stesso discorso di Sock vale per il russo Khachanov, che ha dovuto salutare Flushing Meadows anzitempo a causa della sconfitta al primo turno contro un avversario certamente non irresistibile come Lu, il quale ha vinto in rimonta in 4 set ed ha privato gli appassionati di una probabile sfida Khachanov-Querrey al terzo turno, che avrebbe offerto molto spettacolo, soprattutto per la potenza dei colpi che caratterizza i due giocatori. Avara di soddisfazioni dunque la stagione sul cemento americano di Khachanov, che ha perso al primo turno in Canada da Carreno Busta ed è stato estromesso da Cincinnati per mano del nipponico Sugita.[tps_title] Fabio Fognini [/tps_title]

Infine, non potevamo non citare Fabio Fognini, che ha deluso sia dal punto di vista tennistico, dato che ha perso al primo turno contro il connazionale Travaglia, ma soprattutto dal punto di vista umano in quanto ha decisamente esagerato con le parole, richiamando in negativo l’attenzione su di sè e facendo passare in secondo piano la vittoria di Steto. Ovviamente sono arrivate le scuse, ma ciò non toglie un vergognoso comportamento tenuto in campo che purtroppo ha dato l’ennesima riconferma di quanto affermato da sempre, ovvero che un giocatore con un talento del genere, se fosse stato aiutato dalla testa, chissà dove sarebbe potuto arrivare.

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