[tps_title]SERVIZIO[/tps_title]
Spesso sentirete gli avversari di Federer dire che lo svizzero non ha modelli al servizio, in effetti molti credono che lui giochi per puro istinto. Purtroppo si sbagliano. La verità è che Federer è quello che nel circuito pensa di più alla strategia.
Nel corso della scorsa estate, il servizio preferito di Federer era quello “a uscire”. Circa la metà di questi – il 47%- erano a uscire, il 42% centrali e l’11% al corpo. Quando Federer serve sul 40 pari, preferisce il servizio a uscire nel 52% delle volte. Ma osservando con più attenzione, possiamo notare che nei primi 2 punti del game serve esterno, per portarsi a 30-0. L’avversario a questo punto si aspetta un altro servizio a uscire, e questo è il motivo percui Roger tenderà a servire al centro. Tutto questo sembra abbastanza semplice, ma secondo l’analista Craig O’Shannessy non è uno schema che chiunque nello spogliatoio sembra aver colto.
Nel mondo di campi d’erba di Federer, gli avversari annaspano come cani. Per confondere i suoi avversari sul 40-0 tende a non servire mai il suo servizio preferito, per creare l’illusione di un gioco vario. Ciò potrebbe significare fare un servizio potentissimo, oppure per disturbare l’avversario, un servizio al corpo. Se perde il punto sul 40-0 non è un problema, infatti potrebbe addirittura aiutarlo nello svolgersi della partita, perché l’avversario avrà l’impressione che l’ex numero 1 del mondo non abbia schemi o strategie.
[tps_title]ROVESCIO[/tps_title]
In un’epoca di giocatori da fondocampo, il gioco di Federer potrebbe considerarsi un tentativo di mix fra Mozart e un concerto Heavy Metal. E non c’è niente di più glamour del suo rovescio a una mano . Ma sorprendentemente è ancora maggiore l’efficacia della bellezza. Una palla Slazenger che parte dalle corde di Federer raggiunge nell’aria 5.300 rivoluzioni al minuto.
C’è moltissimo Spin, molto di più di quello dei suoi rivali Big Four, che lo fanno tutti a due mani. Ha molto più Spin di quello di Nadal, che ha un valore di 4.300 giri al minuto, e molto più alto di quello di Djokovic, che è 2.800 giri, o di quello di Andy Murray che fa 2.500. Come disse un famoso coach, Federer si muove come un fantasma, e questo nonostante corra molto meno dei suoi avversari. In media a Wimbledon lo scorso anno Federer ha percorso 10,13 metri per punto,Andy Murray 10,57. E questo schema si è ripetuto anche negli altri 3 Slam.
[tps_title]A RETE[/tps_title]
Strano a dirsi, ma la percentuale dei punti di Federer a rete a Wimbledon è inferiore a quella degli altri Major. In una statistica che mette a confronto le varie superfici Slam è interessante notare il numero delle finali vinte da Federer. Nelle sette occasioni in cui ha vinto il titolo a Wimbledon, ha fatto il 66% dei punti a rete. Già impressionante. Ma non è niente se confrontato con l’83% vinti a rete nell’unico French Open vinto e del 73% dei punti a rete vinti quando ha vinto il titolo agli US Open.
Si potrebbe pensare che il tasso di successo ottenuto nelle finali a Wimbledon sia legato al fatto che la palla sull’erba viaggi più bassa e questo lo renda più avventuroso che sul cemento di Melbourne o New York, ma non è così. Federer ha una media di 12 approcci a set nelle finali a Wimbledon, la stessa che ha avuto a Melbourne e poco più di quella agli US Open, che era di 10. Maggiore di quella al Roland Garros che era solo di 4.
[tps_title]IL MIGLIOR COACH PER FEDERER? SE STESSO[/tps_title]
Il prossimo sarà il primo Wimbledon di Federer con Ljubicic come coach. Ma qualsiasi cosa conquisti con il croato, questa partnership non porterà più gloria allo svizzero delle volte in cui è stato coach e mentore di se stesso. Otto su 17 titoli Slam di Federer sono infatti stati vinti quando il Re “viaggiava da solo”.
Fonte: Wimbledon