Roberta Vinci non sta vivendo bene quello che probabilmente sarà l’ultimo anno della sua carriera. A Madrid è tornata alla vittoria dopo quasi due mesi di digiuno per poi buttare all’aria, ad un passo dal traguardo, il bel match contro Simona Halep.
MOMENTO NO E MANCANZA DI MOTIVAZIONI – A Roma è uscita al primo turno per mano della russa Ekaterina Makarova, avversaria alla sua portata ed ha spiegato il motivo tangibile del suo momento no “devo ritrovare la voglia di rimettermi a soffrire, perché ora faccio fatica”. Sembra la tarantina abbia perso motivazioni ed a 34 anni compiuti la cosa è più che comprensibile.
Facile quindi che a fine anno possa decidere di dire addio al tennis giocato, lei a riguardo non scioglie le riserve, rimandando ogni decisione al dicembre che verrà.
Sarà sicuramente difficile rivedere la Vinci che due anni fa impedì il grande Slam a Serena Williams ma la speranza resta comunque quella di vederla tornare competitiva a partire da Parigi, dove magari stimolata da un palcoscenico tanto importante, potrebbe avere sussulti d’orgoglio. Meglio sarebbe forse attendere anche i tornei sull’erba, dove Roberta con il suo gioco di “fioretto” ha in passato ottenuto risultati importanti.
UN PROBABILE ADDIO – La parabola discendente della Vinci cala il sipario sul periodo d’oro del tennis italiano in gonnella che vide nella finale Slam del 2015 tra Roberta e Flavia Pennetta il suo ultimo e più forte acuto. Così come l’addio della tennista tarantina rappresenterà la scomparsa di un tennis “vintage” fatto di tocchi di fino e giocate leggiadre, quel tennis da giocare con racchette di legno.
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