ATP Finals, a regnare è la monotonia. Senza Federer e Nadal tutta un’altra storia

Servizio, dritto e rovescio. Scambi lunghi ma davvero poco spettacolo. Così possiamo riassumere fino ad ora questa edizione delle Atp World Tour Finals. Non c’è Federer, non c’è Nadal, non ci sono i due eterni rivali che hanno segnato la storia moderna ed ecco allora che crolla l’appeal del tennis maschile e di conseguenza si guardano meno partite e soprattutto se ne parla meno.

MURRAY E DJOKOVIC FENOMENI, MA… – Perchè per quanto Djokovic e Murray con il loro tennis lineare e a specchio possano essere fenomenali, ci mancano senza dubbio l’eleganza degli atteggiamenti e dei gesti tecnici di Federer- soprattutto il serve and volley che fino ad ora nella 02 Arena abbiamo visto veramente poco- le difese impossibili, i vincenti con il dritto in topspin da una posizione di difesa e la combattività di Nadal. Ci mancano i due eroi tanto diversi quanto straordinari che per svariati anni sono riusciti a tenere tantissimi appassionati incollati davanti alla televisione e a stimolare una marea di commenti sui social Network. Quei commenti che si sono enormemente affievoliti durante la stagione in generale ma soprattutto durante queste Atp Finals che nonostante la serrata battaglia tra Murray e Djokovic per la prima piazza mondiale non sembrano suscitare molto interesse. Assente di un certo peso anche l’argento olimpico Juan Martin Del Potro, giocatore molto amato fuori e dentro il terreno di gioco.

A ciò si aggiungono anche un Monfils infortunato ed un Wawrinka non in grande condizione, sconfitto nel match d’esordio senza appello dallo stesso Nishikori che mercoledì ha dato vita con Andy Murray alla partita fino ad ora più combattuta. Sono stati però pochi tutto sommato gli scambi degni nota dato che non si sono visti molti vincenti ma piuttosto scambi logoranti e interminabili giocati per lo più sulla diagonale incrociata che di per se non riescono a coinvolgere il pubblico, abituato ad una tipologia di gioco incentrato maggiormente sulla ricerca del vincente. Neanche il terreno di gioco, giudicato più rapido rispetto agli scorsi anni, è riuscito a velocizzare i punti ad eccezione del servizio, componente fondamentale della strategia di Milos Raonic che a suon di ace (a proposito del gioco monocorde, ad esclusione di qualche sortita a rete) ieri sera ha infranto il sogno semifinale del talento austriaco Dominic Thiem.

FINALE GIA’ CERTO – Dunque con Djokovic e Raonic già certi della semifinale non ci resta che attendere cosa accadrà oggi nel gruppo McEnroe. La speranza è quella di vedere un bel match tra Wawrinka e Murray soprattutto se lo svizzero dovesse riuscire ad esprimersi al livello Us Open ma la sensazione è che anche questo torneo, come del resto quasi tutti quelli di questa stagione, avrà un finale scontato.

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