Si è da poco concluso il match dal sapore dell’ovvio tra Petra Kvitova e Lucie Safarova: 7-5 7-5. Match ovvio soprattutto in virtù dei precedenti tra le due (7-0 per la ceca più titolata).
Il primo set scorre via senza particolari sussulti, la chiave è il servizio: si arriva sul 5-5 senza break. Il secondo set si apre invece con una Safarova on fire, capace di piazzare vincenti a ripetizione e ad issarsi sul 3-0. Dal 3-0, Safarova sparisce dal campo, subisce il ritorno della Kvitova e torna a giocare solo sul 3-3. Da questo momento in poi la partita diventa più equilibrata: Safarova si sente a suo agio quando è indietro nel punteggio e sciorina il suo miglior tennis tra ace di seconda, chiusure vincenti in lungolinea e rovesci da urlo. Ma non basta, perché la storia si ripete: sul 5-5, la Kvitova dimostra di avere quel qualcosa in più a livello di testa rispetto alla sua avversaria.
Ottava vittoria di Petra su Lucie in altrettanti confronti diretti per una ceca oggi ritrovata e abbastanza convincente. L’impressione è che la Kvitova non abbia le armi, in questo momento, per poter dire la sua in questo Masters di Singapore, ma nulla è perduto e, oggi, la vittoria è frutto anche di personalità e di una sorprendente verve difensiva. Quanto alla Safarova, non è la vittima sacrificale del girone ma sembra sempre che ci creda troppo poco, che manchi il fuoco della passione.
Nelle scorse ore l’allenatore di Petra, Kotyza, ha attaccato duramente la sua assistita in una sessione di allenamento, quindi pubblicamente. Stando a quanto riportano i giornalisti cechi, Kotyza è risentito del fatto che la Kvitova non sia molto concentrata sul tennis: l’amore per il fidanzato, giocatore di hockey, è più forte che mai e la pausa che la Kvitova si è presa quest’anno non ha fatto altro che ravvivare questo sentimento per il caldo focolar della casa. Da qui il litigio, ora di dominio pubblico. A cui è seguita una vittoria. Brava Petra.