Federer – Nadal, la storia infinita

Chi l’ avrebbe mai detto? Dopo quasi sei anni, Federer e Nadal tornano a disputare la finale di uno Slam, dopo quel Roland Garros del 2011, vinto dallo spagnolo; probabilmente nessuno se lo sarebbe aspettato, ma in questo Australian Open, che sembra aver riportato indietro il tempo di dieci anni, avremo la possibilità di gustare la trentacinquesima edizione di una sfida che ha diviso gli appassionati per anni.

Dopo un 2016 vissuto fra poche luci e molte ombre, a causa dei problemi al ginocchio dello svizzero, e del maiorchino che sembrava essersi smarrito, era grande la curiosità attorno a loro: Saranno ancora competitivi? Federer reggerà ancora i cinque set alla sua età, e dopo sei mesi di assenza? Nadal avrà rivisto la luce in fondo al tunnel? A quanto pare questi due campioni hanno ancora qualcosa da dire, e grazie anche alle premature eliminazioni di Djokovic e Murray, avranno a disposizione un palcoscenico unico, come la finale di uno Slam.

LE ORIGINI- Era il 2004 quando un semisconosciuto, promettente, ragazzino diciassettenne, con la canotta, i pinocchietti, numero 34 del Ranking Atp, sorprese tutti rifilando un doppio 6-3 all’ impeccabile, composto, e impassibile numero uno del mondo, nel corso del Master 1000 di Miami. Fu solo la prima di una serie di vittorie dello spagnolo, che ogni volta lasciava tutti di stucco, sovvertendo ogni pronostico; nei primi sette confronti fra i due, Nadal si impose per sei volte, dando il via a un trend che si manterrà per tutto il resto delle carriere dei due grandi rivali: Federer era e sarà sempre il più forte, ma il mancino di Manacor si trasformò con il tempo in una sorta di bestia nera per il King di Basilea. Rafa fu infatti il primo a detronizzare lo svizzero dalla prima posizione del Ranking, fu quello che interruppe il monopolio di Roger a Wimbledon, e fu quello che in tre occasioni impedì a Federer di conquistare il Grande Slam, sconfiggendolo in quel Roland Garros che sembrava stregato.

AMICI O NEMICI- Come quasi sempre accade, quando si parla di rivalità, se ne sono dette di tutti i colori sul rapporto fra i due finalisti di Melbourne: si odiano, si ignorano, sono grandi amici, probabilmente tirando anche a indovinare; in realtà Federer e Nadal hanno più e più volte manifestato profonda stima e ammirazione reciproca, senza essere amici per la pelle, divisi da due modi diversi di vivere il tennis. Forse fu una dichiarazione di King Roger, che inizialmente non considerava Nadal un rivale, perché troppo giovane, e competitivo ad altissimi livelli su un unica superficie, a dare una connotazione di gelida indifferenza da parte dell’ elvetico. Ma da grandissimo signore quale è sempre stato, il buon Federer è stato subito pronto a rivedere il suo pensiero, dopo la definitiva esplosione di Nadal: (“Sì, lui è il mio grande rivale). Lo spagnolo dal canto suo ha sempre considerato il Re, come un punto di riferimento, col quale misurarsi e confrontarsi per quantificare i propri miglioramenti.

LE GRANDI SFIDE- I match fra Roger e Rafa sono tutti memorabili e andrebbero tutti rivisti, per ammirare tutto il repertorio di questi due meravigliosi atleti. Tuttavia alcuni dei loro confronti tornano subito alla mente: come dimenticare l’ epica finale degli Internazionali d’ Italia del 2006, durata per oltre cinque ore, o quella finale di Wimbledon, da molti ritenuta una delle sfide più avvincenti di tutti i tempi, in cui lo spagnolo conquistò i Championship, dopo una maratona conclusa al tramonto, quando si incominciava a prendere in considerazione l’ ipotesi di una sospensione per oscurità. Fra tanti incontri sofferti e giocati su pochi punti di differenza, ce ne sono altri che si sono rivelati a senso unico, su tutti, le numerose sfide alle Finals in cui lo svizzero si è sempre imposto con grande semplicità, fino ad arrivare alla finale di Roma del 2013, nella quale Nadal liberò il campo in poco più di un’ ora.

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NUMERI-  Per sviscerare al meglio un’ epopea durata la bellezza di 34 puntate, si potrebbero elencare dati, numeri, e statistiche per ore ed ore, ma ci limiteremo ad elencare i principali:

Al di là dei numeri non ce la sentiamo di azzardare un pronostico; dipenderà molto dal fisico, ma anche dalle emozioni. Federer ha a disposizione un giorno di riposo in più, rispetto a Nadal, reduce dalle quasi cinque ore di gioco, contro Dimitrov. Peseranno i cinque anni di differenza, per il trentacinquenne svizzero? Roger è sempre stato il più forte, ma Rafa si confermerà sua bestia nera?

Resta comunque il fatto che per gli inguaribili nostalgici, che ancora non hanno accettato di vedere la rivalità Federer-Nadal, sostituita da quella che ha caratterizzato il 2016, fra Murray e Djokovic, sarà un opportunità, che potrebbe non ripetersi, di poter tornare indietro nel tempo, e di ammirare quello che sarà il diciottesimo Slam di Federer, o il quindicesimo di Nadal, o più semplicemente il trentacinquesimo capitolo di un duello che resterà nella storia.

 

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