Spesso ci si interroga sull’eredità che uno sportivo lascerà dietro sè. Di solito è determinata dai tornei vinti, dai record conquistati o stabiliti. Nel caso di Roger Federer è sicuramente qualcosa di più e la sua popolarità non è solamente legata al gioco, ma anche al personaggio che ispira bontà e correttezza che si è costruito negli anni.
Non è solo la tecnica, anche se vederlo è sempre una lezione di tennis e il suo diritto, impugnato semi-western in un’epoca di impugnature western che è stato definito dal compianto Forster Wallace “frustata liquida”, ma sono i trionfi e la sua sportività che lo hanno sempre contraddistinto che gli hanno consentito di conquistare il cuore dei tifosi in tutto il mondo, che addirittura si tatuano le sue iniziali e tifano per lui come se giocasse sempre in casa, a volte anche a discapito dei campioni locali.
In quasi 2 decenni ha letteralmente dominato il tennis e la considerazione nei suoi riguardi da parte del pubblico e dei colleghi non ha mai smesso di crescere. “Non è solo il giocatore, ma la persona; non è solo il fatto di vincere ma il modo in cui vince. Ci ricorda continuamente come si dovrebbe giocare a tennis e come dovrebbe comportarsi un campione”.
Per farla breve, l’eredità che lo svizzero lascerà sarà la somma di abilità e professionalità, popolarità e longevità agonistica. Praticamente “L’unicità di Federer”.
La sua rinuncia a Dubai ed ora a Indian Wells ha molto deluso i fans e persino i giocatori a cui senza di lui non sembrerà neanche lo stesso torneo.
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