Alla scoperta di Roberto Marcora, giovane talento del tennis italiano

Roberto Marcora, nasce a Busto Arsizio il 30 agosto 1989, frequenta il Liceo Scientifico Statale Arturo Tosi di Busto Arsizio e dopo essersi diplomato nell’estate 2008, decide di prendersi un anno sabbatico in cui pensa a quale strada intraprendere nel suo futuro.

Decide di concentrarsi sulla carriera tennistica molto più tardi rispetto ai suo colleghi e oggi, a distanza di quasi sei anni dal suo inizio carriera,lunedì 23 è diventato numero 279 nel Ranking mondiale ATP.

Ha vinto 7 tornei Futures e sembra essere un potenziale campione del tennis italiano: nel 2012 vince Madrid sul duro,  nel 2013 vince il torneo di Båstad e Siena sulla terra battuta e Ramat Hasharon sul duro.

Il 2014, invece, sembra essere un anno di grandi soddisfazioni per lui, è già riuscito a portare a casa tre titoli Futures ed è riuscito ad arrivare per la prima volta in finale al Futures di Busto Arsizio, torneo di casa.

Era la la terza edizione del trofeo F. B. A Mitsubishi Autorex, 15.000 $ di montepremi, che si svolge presso il tennis Club di Busto Arsizio. Il sogno di vincere l’ottavo titolo internazionale, forse il più significativo proprio perché su questi campi ha cominciato a giocare a tennis, è sfumato in finale. A strappargli il titolo è stato Stefano Travaglia, testa di serie numero 1 del torneo, che lo ha battuto al terzo set con un risultato di 6-2, 4-6, 6-4.

Roberto e Riccardo Sinicropi al Tennis Club di Busto Arsizio

Ho avuto l’occasione di incontrare Roberto poco prima del suo incontro di primo turno contro Riccardo Sinicropi , mentre era seduto ad applicare il grip bianco al manico della sua racchetta. Non avevo mai intervistato nessuno prima, ma quel giorno mi sono detta che dovevo provarci. Mi sono avvicinata e gli ho chiesto se avrebbe potuto rispondere a qualche domanda. Roberto è stato gentilissimo ed ha risposto a tutto molto cortesemente.

Nell’intervista, che trovate interamente riportata su ubitennis.com, ha spiegato quanto sarebbe stato importante vincere questo torneo e di quanto nell’ultimo anno abbia dovuto lavorare sull’aspetto mentale del gioco, cercando di diminuire la tensione e lavorando su veri e propri “raptus isterici” che in passato hanno condizionato il suo gioco, in campo e persino durante gli allenamenti a Milano. Insieme al suo coach, Uros Vico, ha deciso di affidarsi ad uno specialista ed ora è contento del lavoro che stanno facendo insieme.

Le aspettative qui a Busto erano molte, non solo perché si trattava di vincere sui campi che l’avevano visto crescere nel corso degli anni, ma anche perché vincere avrebbe significato un passo in avanti verso il principale obiettivo dell’anno: le qualificazioni agli US Open.  A Roberto mancavano 40 punti per potervi accedere, vincere gliene avrebbe fatti guadagnare ben 27. Arrivando il finale ne ha comunque guadagnati 15, perciò l’obiettivo è sempre più vicino.

Nulla sembra impossibile per questo ragazzo che continua a perseguire il suo sogno e che nell’intervista ha dichiarato: “l’appetito vien mangiando”.

Quando ti poni un obiettivo e riesci a raggiungerlo, nel momento in cui arrivi al traguardo è già il momento di prefissarne un altro.

Ora sono in corso gli Internazionali d’Umbria a Todi e a Roberto è stata assegnata una wild card, come a Travaglia e Giannessi.

Interessante scoprire che talenti come Dimitrov, Anderson e Paire in passato abbiano calcato i campi del Tennis Club Todi e la scorsa edizione ha visto Giraldo, numero 35  nel Ranking ATP, arrivare in finale.

Auguro un grosso in bocca al lupo a questo giovane tennista, un ragazzo semplice, ma determinato a prendersi a tutti i costi quello che vuole. Qualità che a uno sportivo non deve mai mancare ed è ciò che non dovrebbe mai mancare ad ognuno di noi nella vita di tutti i giorni.

Sono sicura che Roberto riuscirà a scalare la classifica e chissà, forse un giorno lo ritroveremo tra i big del circuito italiano.

Yelena Apebe

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