La prima semifinale sul velocissimo cemento blu di Stoccolma è stata quella che ha interessato l’Italia più da vicino. In campo è sceso infatti il “nostro” numero uno Fabio Fognini contro il numero otto del mondo Grigor Dimitrov: i due si sono giocati un posto nella finale dell’Intrum Open, di cui proprio Grisha è testa di serie numero uno.
Fabio, di nero vestito, con questa partita cercava oltre alla finale anche il pareggio negli head-to-head, che erano 3-2 in favore di Grigor. I primi turni di servizio sono stati mantenuti da entrambi senza troppi problemi, che sono cominciati, per Dimitrov, dal terzo gioco: il bulgaro ha infatti concesso due palle-break, che però è riuscito ad annullare. Nel game successivo, Grisha ha reagito ed ha lasciato a quindici Fogna, guadagnando quasi subito il doppio vantaggio sull’italiano. L’azzurro, sul 4-1, è stato costretto a chiamare nuovamente (come già aveva fatto ieri) il fisioterapista per il problema al ginocchio. Il set si è poi concluso senza che Fabio avesse una vera occasione di recupero, con il bulgaro estremamente solido soprattutto con la prima di servizio.
Un incredibile secondo parziale si è aperto con Fabio che ha ceduto il servizio nel primo gioco, facendo credere a Grigor che da quel momento in poi anche il secondo set sarebbe stato un esercizio di ordinaria amministrazione. Troppi gli errori non forzati dell’italiano, che ha spesso visto la sua pallina bloccarsi spesso sul nastro. Ma poi, ecco che si è verificato quello che probabilmente nessuno, sul Centrale di Stoccolma, si sarebbe immaginato. Grisha è calato con la prima di servizio, Fabio ha aumentato il ritmo ed è riuscito prima a pareggiare, e poi a passare in vantaggio, strappando il servizio al bulgaro per due volte di fila. Prima di oggi, Dimitrov non aveva mai subito neanche un break nel torneo. Nel settimo game, poi, il classe ’91 ha avuto un moto d’orgoglio ed è arrivato a due palle-break, aiutato anche da un errore di troppo di Fognini: la seconda l’ha realizzata con un lungolinea di rovescio imprendibile. Dopo otto giochi, nuova parità, dunque, sul quattro a quattro. Da quel momento è stato il bulgaro a faticare a mantenere i propri turni di battuta, perchè Fabio ha sempre risposto in modo molto profondo e aggressivo: comunque, nessuna occasione reale di break, nè da una parte nè dall’altra, e allora il set si è deciso al tie-break. Gioco decisivo in cui il “nostro” ha subìto, nel primo punto, un mini-break, e poi un altro dopo che Dimitrov aveva tenuto entrambi i punti sulla propria battuta. Dopo il cambio campo (hanno girato sul 5-1), Fogna ha recuperato un punto sul servizio dell’avversario, ma poi, sul suo servizio ha mandato un dritto in corridio mandando Dimitrov a quattro match point: è bastato il primo, perchè la volèe di Fabio si è arenata sulla rete. Nei saluti di rito, poi, una lunga “chiaccherata” amichevole tra i due, che forse avevano bisogno anche di qualche spiegazione vicendevole.
Dimitrov, ora in vantaggio quattro a due negli head-to-head con Fognini, domani affronterà in finale uno tra Verdasco e del Potro. Il ligure, comunque, abbandona la Svezia a testa altissima.
Quattro a uno per DelPo, invece, il conto degli scontri diretti tra lui e Verdasco (alla prima semifinale dopo il torneo di Boston di luglio), scesi in campo per guadagnarsi il secondo posto libero per la finale dell’Intrum Open. Due break per parte in un primo set in cui ad andare in vantaggio era stato per due volte lo spagnolo, salvo poi farsi contro-breakkare altrettante volte dalla Torre di Tandil. Dopo cinquantuno minuti di gioco, è stato il tie-break a decidere le sorti del primo parziale. Gioco decisivo che per la prima volta nel torneo è stato ostile a delPo, ma che, bisogna dirlo, Verdasco ha giocato davvero da grande: decisivo il decimo punto, uno dei più belli del match, che gli ha permesso di prendersi il mini-break decisivo per poi chiudere il parziale col suo servizio.
All’inizio del secondo set sembrava che DelPo non si fosse ancora ripreso dall’aver perso il primo set (e anche il primo parziale perso nel torneo), mentre dall’altra parte, Verdasco è parso in fiducia. Nonostante ciò, l’argentino è stato bravo ad approfittare degli errori non forzati dello spagnolo, che nel terzo gioco si è visto strappare il servizio, riuscendo a mettere a segno un solo punto sul proprio turno di battuta. Il game decisivo è stato appunto il terzo, che ha orientato la frazione verso la terra di Tandil; nei turni di battuta successivi neanche più una palla break da segnalare. Il computo dei set è quindi andato in parità.
Le palle-break che sono mancate nel secondo set sono piovute all’inizio del terzo: undici palle-break in quattro giochi, che tra doppi falli e dritti all’incrocio delle righe hanno sancito una situazione di equilibrio sul due a due. Girandola di emozioni per Verdasco all’inizio del terzo e decisivo parziale, che prima è passato in vantaggio due a zero, poi si è fatto recuperare un break ed ha poi avuto altre tre occasioni per andare nuovamente a due lunghezze di vantaggio, annullate divinamente dalla torre di Tandil (quel sublime dritto all’incrocio delle righe, appunto, ad annullare la terza). Fino al 6-6, poi, una sola occasione di strappare il servizio all’avversario, in favore di Verdasco, resa vana da delPo. Il gioco decisivo si è aperto con un secco 6-0 in favore dell’argentino che ha subito messo in chiaro di non voler perdere il secondo tie-break nello stesso match. Con sei match-point, è stato per lui un gioco da ragazzi strappare il biglietto per la finale dell’ATP 250 di Stoccolma.
ATP Stoccolma, semifinale:
[1] G. Dimitrov b. [6] F. Fognini 6-3 7-6(2)
J. M. del Potro b. F. Verdasco 6-7 6-4 7-6(1)