E stata una tra le rappresentative più numerose al recente Lemon Bowl di Roma, manifestazione in cui ha portato anche a casa il titolo Under 14 femminile. Parliamo della Tennis Training di Foligno l’unico centro 5 stelle (Top School) istituito in Umbria, che da questanno è anche sede di uno dei quattro centri permanenti della Federazione Italiana Tennis, istituiti sul territorio nazionale nell’ambito del progetto dedicato allo sviluppo dei talenti under 16. Ne parliamo con Fabrizio Alessi, uno dei quattro tecnici che nel 2007 hanno dato il via al Centro.
Partiamo dal Lemon Bowl. Che impressione ha avuto e che livelli ha raggiunto la manifestazione?
“Il Lemon Bowl è il primo torneo importante dellanno sia per numero di iscritti (questanno ha visto la partecipazione di 1400 iscritti) , sia dal punto di vista qualitativo grazie anche alla scelta di tagliare la categoria Under 16. Se guardiamo al tabellone femminile dellUnder 12 cera dellottima qualità grazie alla presenza della Pigato, Paoletti e Mencaglia, ma anche nellUnder 14 che vedeva la presenza della campionessa italiana Federica Sacco, della Dessolis, Lancellotti, Amendola e di mia figlia Linda.
Proprio Linda Alessi, sua figlia ed allieva, testa di serie n.1 ha conquistato dopo una splendida cavalcata lambito trofeo.
Si, ovviamente cè stata molta soddisfazione. Linda non è partita benissimo, pensavamo di giocare il torneo sul veloce e invece, a parte il primo incontro, si sono disputati tutti sulla terra. Le caratteristiche di Linda, anche se in questa fase gioca meglio sulla terra, in realtà le consentirebbero di esprimersi meglio sul veloce. Forse con il lavoro tecnico che sta svolgendo in questo periodo, la terra le concede più di tempo per pensare. Nel torneo, ha superato diversi turni contro giocatrici molto valide e poi in finale devo dire che ha sorpreso anche a me. Se la sua sfidante, la brava Federica Sacco, è abituata a giocare questo tipo di partite con una tale cornice di pubblico, Linda un pochino meno, ma è entrata presto in fiducia e ha preso in mano il gioco.
Fabrizio Alessi con alcune allieve della Tennis Training
Per la Tennis Training buoni riscontri sono arrivati anche da Luca Pericolini nellUnder 14 maschile e da Sofia Pizzoni nellUnder 12 fermata dalla Pigato solo in semifinale e dopo essere stata ad un passo dalla vittoria. Risultati che premiano gli investimenti fatti nel tempo dalla vostra scuola che nel tempo ha ricevuto importanti attestati di fiducia da parte della Fit.
“Basti pensare che nel 2007 siamo partiti veramente da zero con soli 8 bambini, e se siamo cresciuti è stato unicamente per il grande investimento nostro e di tutti coloro che lavorano con noi. Nel giro di breve tempo, da parte della Fit, è arrivata, prima, la certificazione come Top School 5 stelle, poi la designazione come centro tecnico regionale per i migliori under 14 diretto dal nostro coach Fabio Gorietti e dal nostro preparatore atletico Fabrizio Roscini. Infine nel 2014 il grande riconoscimento nel’essere uno dei 4 centri sul territorio nazionale voluti dalla Federazione per avviare i migliori under 16 al professionismo”.
A Foligno infatti sotto legida del Maestro Nazionale Antonio Cannavacciuolo, si allenano Guido Marson del Tennis Città di Udine, il campobassano Federico Iannacone, Francesco Forti, under 16 del Ct Cesenatico fra i più forti azzurri nella categoria, e Carlo Donato del TC Prato. Con loro ci sono anche due ragazze classe 2000, Lisa Piccinetti, che lanno scorso si è aggiudicata il titolo italiano under-13 in doppio e Gaia Bandini, campionessa regionale under 14, tesserata per il TC Sinalunga.
“I benefici di questa operazione ce ne sono da entrambe le parti. Questi ragazzi pur svolgendo un lavoro autonomo, si integrano quotidianamente con i nostri giocatori a partire da Vanni e Fabbiano , ma anche con tanti altri, dai classificati Atp ai seconda categoria. Ovviamente per i giovani il confronto con atleti già formati è un grande beneficio. La loro giornata tipo comincia alle 8,30 con gli allenamenti nella nostra struttura dove svolgono alternativamente la parte atletica e il lavoro in campo. Per pranzo tornano in hotel e nel pomeriggio, grazie ad un accordo con un istituto privato, possono svolgere le lezioni scolastiche direttamente qui nel nostro centro. Al termine riprendono gli allenamenti fino alla sera”.
Vedendo questi ragazzi e girando per i tornei, qual è lo stato di salute del tennis italiano? Avremo finalmente un top player?
“In questi ultimi anni il tennis è cambiato. Sino a qualche anno fa un ragazzo doveva in un certo senso bruciare le tappe, essere forte subito per avere buone chance di sfondare. Erano gli anni in cui nei tornei del grande slam si registravano vittorie di giocatori anche di 16/17 anni, penso a Nadal, Becker
cosa che attualmente è impensabile. Prima si riteneva fosse un difetto del tennis italiano di non avere un under 20 pronto per vincere un grande slam, ora non si vede neanche a livello mondiale.
Oggi la vita del tennista si è allungata molto di più, ovvio che il numero 1 under 16 abbia più chance di emergere, ma nella realtà il giocatore vero esce fuori dopo i 23 anni. La testimonianza labbiamo a livello femminile dove la maturità per le italiane viene raggiunta dopo i 26 anni. Basti pensare alla Farina prima, poi alla Schiavone e alla Pennetta. Questo deve essere un grande stimolo per tanti giovani per continuare a lavorare, a patto che le istituzioni tennistiche sostengano tutto il movimento. Non è un mistero che il tennis richieda un grande investimento in termini economici da parte dei giocatori.
Solo per fare un esempio noi lo vediamo con Luca Vanni numero 150 del mondo. Quello che riesce a guadagnare lo investe negli allineamenti e nei tornei. E necessario che Atp e Wta trovino un sistema che premi economicamente i giocatori top 300 che possa permettere loro di continuare ad investire su se stessi. Ad esempio attraverso un sistema che a fine carriera gli riconosca un vitalizio. Ad oggi, invece, la strada quasi obbligata per chi non entra nei primissimi posti delle classifiche è mollare precocemente la carriera agonistica per iniziare quella da maestro”.
Luca Vanni, atleta della Tennis Training, attualmente numero 148 ATP
Luca Vanni, Tomas Fabbiano i nomi di punta della Tennis Training. Una scuola che in primavera ha ospitato anche Gianluigi Quinzi. Un rapporto definitivamente concluso o che potrebbe continuare?
“La collaborazione con Gianluigi è nata lo scorso aprile quando coach Eduardo Infantino ha chiesto al nostro Fabio Gorietti, se potevamo avviare una collaborazione tecnica e noi abbiamo accettato di buon grado mettendo a disposizione il nostro tecnico Federico Torresi”.
Un rapporto iniziato con la vittoria di tre futures, uno in Romania e due in Marocco. Poi Gianluigi ha affrontato il periodo degli esami di maturità, con Torresi che lo ha seguito fino a settembre fino a quando la famiglia Quinzi ha scelto di far svolgere a Gianluigi la preparazione in Argentina.
“Quando tornerà in Italia ovviamente saremo sempre a disposizione se avrà bisogno di noi. Le sue qualità? E un ragazzo che si allena con unintensità e una forza di volontà eccezionale. Un lavoratore straordinario da prendere come esempio. A livello tecnico è molto valido e gli aspetti in cui era un pochino indietro li sta migliorando. Da un punto di vista fisico è un leone e penso che abbia tutte le qualità per emergere. Sa come si primeggia, da junior ha vinto tutto quello che si poteva vincere. Se prende fiducia e si esprime ai suoi livelli può certamente essere un giocatore da top ten. Ce lo auguriamo tutti”.
Nello sport in generale ne abbiamo svariati esempi ed anche Quinzi proviene da una famiglia di sportivi. A volte sembra quasi essere una condizione imprescindibile per poter eccellere. Quali sono i vantaggi?
Il fatto di avere dei genitori cha abbiano praticato attività sportiva ad alti livelli per i ragazzi è un vantaggio. Chi ha fatto sport sa a cosa si va incontro, conosce le emozioni avendole provate. Sa ad esempio come sono le ore prima di affrontare una gara e quello che passa per la mente dopo una sconfitta. Sa che non ci si deve esaltare per una vittoria ma nemmeno lasciarsi deprimere da una sconfitta. Crescendo, quando lo sport diventa una professione, allora si deve avere la mentalità di uno che va a lavoro: ci possono essere giorni positivi o negativi ma non per questo si abbandona la professione. Ci si rimbocca le maniche e si ricomincia a lavorare come tutti gli altri”.
Novità in cantiere per il 2015?
“Investiamo ogni giorno nei più svariati settori, ad esempio in attrezzature per la palestra, in particolare stiamo lavorando per ultimare un centro in cui eseguire tutti i test fisici standard che al momento è possibile eseguire solo a Tirrenia. Foligno in questo settore potrebbe diventare un punto di riferimento per gli atleti della regione e delle regioni limitrofe.
La nostra speranza infine è che la proprietà del Centro Sportivo Villa Candida possa, su nostra spinta, costruire altri campi , che andrebbero ad aggiungersi ai 4 in terra battuta ed uno in sintetico, cosa che ci permetterebbe di miglioraci sempre più”.