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Luca Vanni, una storia fantastica per raggiungere un sogno

Nel tennis ce ne sono a milioni di storie così: storie di scelte di vita, storie di sacrificio, storie d’inferno, di purgatorio e, qualche volta, anche di paradiso. La sua storia è nata piano e venuta fuori alla distanza, se possibile anche più lentamente di come aveva mosso i primi passi nello straordinario mondo del tennis professionistico. Il protagonista è Luca Vanni, 29enne toscano che a 18 anni era appena 3.2 e che vedeva il tennis nel suo futuro in modo estremamente nitido, anche se gli studi sono venuti prima, e questo è sicuramente un ulteriore motivo di stima. Conseguito il diploma, proprio quando la strada sembrava tracciata nella sua mente, ecco che arrivano i primi problemi, e non di poco conto, con la rottura di menisco e collaterale, prima di un ginocchio e poi subito successivamente dell’altro, facendo terminare sul nascere la stagione dei suoi vent’anni, facilmente definibile come cruciale per un ragazzo di talento in rampa di lancio. Tanti mollano, neanche per colpa loro probabilmente, ma per quei mille che dicono basta ce ne sono  altri, di quelli che non si preoccupano del tempo o delle convergenze astrali per mettere se stessi in una nuova, irresistibile luce. Luca Vanni è tornato a competere ripartendo da dove aveva lasciato, toccando già la Top400 nel 2008 dopo aver vinto due tornei Futures in Ucraina, ormai a distanza dalla prima vittoria assoluta in quel di Avezzano, per poi restare stabile intorno alla posizione 350 nel triennio 2010-2012 fino all’ingresso tanto agognato nei primi 300 giocatori del mondo. Altro giro, altra corsa, verrebbe da dire per sdrammatizzare, perché Luca è costretto a subire un’operazione ad un ginocchio, motivo a causa del quale si vede tornare al di fuori dei primi 800 giocatori del mondo. La tenacia, unita ad una tempra morale impressionante, rendono comunque possibile ciò che, ormai alla soglia dei 28 anni, sarebbe potuto sembrare impossibile a chiunque o quasi, facendo addirittura sembrare scontata una scelta invece molto difficile da prendere, ovvero quella di tornare a mettersi in gioco all’età di 28 anni sapendo di dover ripartire da zero, rifondando in toto una classifica duramente compromessa da un malaugurato infortunio. Certe sensazioni può lasciartele solo la racchetta da tennis, il morbido contrasto con la terra rossa e la solitudine del campo, colpo dopo colpo, partita dopo partita, e per non essere spiazzati da tante, tantissime situazioni così difficili da gestire, è necessario avere piena fiducia in se stessi e nella strada che si intende percorrere fino all’obiettivo finale, capaci di ripartire dopo le brutte sconfitte e restando lucidi dopo i risultati più importanti. Se il 2012 era stato l’anno dorato per Vanni, ecco che quello appena trascorso ha reso tutto ancora più dolce, con il best ranking di N.151 del mondo che ha scritto una nuova storia ed ha permesso a questo ragazzo di tornare a sognare da vicino un posto nei primi 100, così come aveva fatto sui campi frequentati da ragazzo, senza però la consapevolezza di arrivare alla fine di un percorso tanto lungo e difficile quanto poi gratificante e luminoso. Negli anni di storie del tennis ne sono state raccontate all’infinito, con arrivi e partenze sempre nuovi a dare nuova linfa a chi vive di tennis e spera un giorno di percorrere le nobili orme dei campioni di ogni tempo; Luca Vanni rappresenta una delle stelle più fulgide del tennis italiano, soprattutto perché su di lui non ci sono mai stati quei riflettori che spesso accecano chi non sa guardare troppo lontano, ma dal buio dei momenti più difficili è riuscito a mettere un piede davanti all’altro, fino ad arrivare alla fine del sogno, dove inizia la più splendida delle realtà.

Lorenzo Cialdani

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