Quando rivedremo Camila in campo?

La Giorgi ha dato forfait al Citi Open di Washington a cui era iscritta, riconfermando la sua programmazione da top 20.

Inizio scrivendo che Camila Giorgi sta bene, non è infortunata. In molti hanno pensato ad un forfait al Citi Open di Washington a causa, appunto, di un problema fisico, ma non è così. Era lecito pensarlo anche perchè alla vigilia di Wimbledon Camila non era al top della condizione, e per questo diversi avevano prospettato (fortunatamente sbagliando) una sua uscita estremamente prematura; è bene che si sappia, in ogni caso, che la maceratese non è mai stata al top della forma durante la campagna all’All England: lo testimoniano (anche) alcuni momenti (mi viene in mente per esempio il match contro Siniakova) in cui l’italiana si è accasciata per toccarsi la gamba. Atteggiamento che sappiamo non essere da Camila, mai eloquente ed esplicita nemmeno con il linguaggio del corpo, a meno di casi particolari come quello sopracitato.

La verità è che Camila Giorgi, pur essendo al trentasettesimo posto della classifica Wta, ha una programmazione da top twenty. Il che è piuttosto strano, visto che il suo best ranking è stato trenta del mondo, ma tant’è. Per farvi un esempio, Federer l’anno scorso ha giocato sessantadue match, Camila quarantuno; si, è vero, so che starete pensando che Roger bene o male in fondo nei tornei che gioca ci arriva sempre e invece per la Giorgi non è esattamente così. Prendiamo allora il numero di competizioni disputate nel 2017: Camila ha giocato sedici tornei, Federer quattordici. Dallo Us Open in poi, infatti, l’azzurra non è più scesa in campo fino all’anno nuovo, in parte a causa di un problema al gomito che avvertì già in quella che sarebbe stata l’ultima partita della stagione contro la Rybarikova. In ogni caso, decidere di giocare pochi tornei all’anno non è di per sé né un bene né un male, è semplicemente una scelta più o meno condivisibile. Evidentemente la posizione in classifica non è per Camila una priorità.

Tornando all’attualità strettissima, è verosimile che rivedremo la Giorgi in campo dal Premier di Cincinnati, in cui non sarà però di diritto nel tabellone principale. La nostra dovrà superare le qualificazioni, dove la attendono avversarie tutt’altro che semplici come Hsieh, Sasnovich, Martic, Cornet e Siniakova, solo per citarne alcune. Dall’Ohio Camila si trasferirà in Connecticut per giocare a New Haven, ultimo torneo in preparazione a quello di Flushing Meadows, l’unico dei tre in cui è già sicura di essere nel tabellone principale. Agli Us Open, non essendo testa di serie, l’italiana dovrà sperare in un buon sorteggio: se dovesse essere eliminata subito ritornerebbe ad avere la classifica per entrare nel main draw solo agli International. Alla luce di questi dati è lecito pensare che sarebbe meglio giocasse di più: ad esempio restano razionalmente inspiegabili le ragioni per cui abbia deciso di non giocare questa settimana a Washington (considerando anche che l’anno scorso aveva giocato), a meno che, come penso, si sia presa una pausa un po’ più lunga del previsto (a mio avviso, tra l’altro, meritatissima).

In ogni caso, in un periodo storico in cui dopo di lei c’è di fatto il vuoto, non ritengo sia giusto criticare Camila Giorgi per la programmazione: ora come ora è l’unica che potrebbe essere capace di regalare all’Italia del tennis delle soddisfazioni anche in campo femminile. Ricordatelo.

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