Caro Stefanos, noi ti comprendiamo (e prendiamo posizione)

“Non lo so. Sto solo cercando di capire come Federer lo abbia battuto (Nadal), sai, stile di gioco simile al mio. Sto cercando di capire. Voglio dire, non voglio perdere da Rafa 10 volte“. Già così suona diversa da come l’avete letta in giro per il web, vero? Questa è la traduzione letterale della frase pronunciata ieri da Stefanos Tsitsipas, la frase “incriminata” e che tanto scalpore ha destato. Ma andiamo con ordine, e facciamo un piccolo passo indietro.

E’ all’incirca l’ora di pranzo in Italia quando Stefanos Tsitsipas si presenta in conferenza stampa agli Australian Open al termine della semifinale maschile, in cui ha appena subito una cocente batosta  da Rafael Nadal versione deluxe ingiocabile, che al greco ha lasciato la miseria di soli sei game.

L'espressione sconsolata di Stefanos Tsitsipas ieri in conferenza stampa a Melbourne, al termine del match perso contro Nadal
L’espressione sconsolata di Stefanos Tsitsipas ieri in conferenza stampa a Melbourne, al termine del match perso contro Nadal

E’ triste e sconsolato Stefanos, è stravolto e quasi sotto shock, sembra non darsi pace, probabilmente nella sua testa stanno girando mille pensieri più o meno sconnessi, che si possono riassumere nella domanda “perchè ho perso così male?”. Non sembra avere molta voglia di parlare, comprensibile, ma malgrado questo, risponde, con pazienza e con un inglese decisamente peggiore rispetto al suo solito, alle domande dei giornalisti, che ruotano ovviamente attorno all’analisi del match. Stefanos dichiara apertamente che, malgrado le due settimane da favola, non è affatto contento di come è uscito dal torneo; che Nadal non gli ha dato scampo, che lo spagnolo ha la capacità (lui lo chiama talento) di non farlo giocare ai suoi livelli, che si sentiva lento e spesso in ritardo in campo, e che non si è mai sentito davvero in partita, “not a chance”.  Poi, verso la fine, un giornalista gli dice, per rincuorarlo, che non dovrebbe essere depresso, ricordandogli di come Federer nel 2001 a Wimbledon avesse sì battuto Sampras agli ottavi, ma si fosse poi fermato ai quarti contro Henman; e che poi tutti noi sappiamo cosa Federer abbia raggiunto negli anni successivi. E qui la frase riportata all’inizio dell’articolo, che ripetiamo e che vi chiediamo di tenere a mente (link alla trascrizione dell’intervista completa qui, per chi la volesse leggere):

“Sono d’accordo con te, sono d’accordo con te. Ma non lo so. Sto solo cercando di capire come Federer lo abbia battuto (Nadal), sai, stile di gioco simile al mio. Sto cercando di capire. Voglio dire, non voglio perdere da Rafa 10 volte“.

Ora, chiunque abbia visto o ascoltato l’intervista, ed abbia una conoscenza discreta dell’inglese, avrà sicuramente inteso il senso di quella frase, sia nella voglia di lavorare ancora più duramente, per migliorarsi e per evitare di perdere nuovamente da Nadal nei successivi confronti, sia come ulteriore attestato di stima nei confronti di Federer, per essere riuscito a battere Rafa diverse volte, e di cui evidentemente il giovane greco vorrebbe conoscere il segreto, la chiave che gli ha permesso di battere lo spagnolo in alcune delle loro epiche sfide. Sullo stile di gioco simile, beh, non ci piove, se si considera l’atteggiamento offensivo e la tendenza a prendere la rete di entrambi, così come l’utilizzo da parte di entrambi del rovescio ad una mano. Fin qui tutto bene, direte voi. E allora?

E allora è successo che, poco dopo la fine di quella conferenza stampa, in giro per il web hanno iniziato ad apparire titoli, incentrati sulla traduzione di quella frase, e che su quella frase ci hanno ricamato fino al punto di modificarne completamente il senso. Il caso forse che mi ha colpito di più è stato quello di una testata straniera che ha intitolato: “Non capisco come Federer abbia vinto più di 10 volte contro Nadal”. Totalmente falso, Tsitsipas non ha detto questo, ha usato il numero 10 arbitrariamente per fare un esempio, senza minimamente correlare quel numero al numero di vittorie o di sconfitte dello svizzero contro il maiorchino. Oppure, “Se gioco come Federer, perchè non batto Nadal?. Denominatore comune di queste traduzioni libere, per non dire fantasiose, è stato quello di far passare il messaggio che ormai Tsitsipas si sia montato così tanto la testa al punto di sentirsi ormai come Federer, se non più bravo. E allora, via alla gogna mediatica, all’indignazione dei devoti a The King, e ad una pioggia di insulti gratuiti. Nel giro di poche ore, quello che fino al giorno prima era un ragazzo bravo, promettente, talentuoso, umile, volenteroso e simpatico, di colpo è diventato il pivellino presuntuoso, ancora sporco di latte, che ha osato ledere la maestà del vate, sentendosi al suo stesso livello. Apriti cielo….

“Tu di Federer non hai nemmeno un’unghia!”  proseguendo con “Chiediti tu come hai fatto a vincere contro Roger, che se gli entrava di più il dritto quel giorno blablabla…” (monotoni e banali ragazzi, perdonatemi, rosicare è dura, ma i risultati sono quelli che parlano, e non i “se ed i “ma”), ed ancora “Sciacquati la bocca prima di parlare di Federer, tu non sei nessuno”, e così via.

Ora, pensateci un attimo: Tsitsipas non è infatti ancora nessuno, non ha vinto ancora niente di importante, ha 20 anni e solo da pochissimo tempo si è affacciato alla base dell’Olimpo del tennis, sulla cui cima ci sono Roger, Rafa, Nole, Andy M., Andy R.,  Lleyton, Pete, Andre, Jim, Boris, Stefan, Ivan …., e ne sta iniziando pian piano a salire i gradini; è cresciuto con il mito di Federer, che considera suo idolo fin da quando ha 6 anni e per cui ha sempre avuto una profonda ammirazione ed adorazione. Federer, una delle leggende di questo sport con 20 Slam all’attivo, di 18 anni più grande di lui. E’ davvero così difficile capire che a) la sua frase NON è stata detta in tono dispregiativo nei confronti del campione di Basilea e b) anche nell’ipotesi assurda in cui lo pensasse, sarebbe stato un pazzo a dirlo apertamente ed esporsi così ad un massacro mediatico? La verità, e ne sono pienamente convinto, è che solo una mente maliziosa, o semplicemente qualche scribano con voglia di racimolare un po’ di like in più, possano avere interpretato e poi opportunamente riportato quella frase con il tono dispregiativo che è stato fatto arrivare al pubblico. E, ovviamente, molti lettori ci sono cascati, con le conseguenze riportate poc’anzi. Ed è triste, e poco professionale, modificare ad-hoc delle notizie solo per la fame di scoop, rischiando di compromettere l’immagine di un’atleta; questo non è giornalismo, ma gossip da rotocalco scandalistico.

La fine dell’intervista a Stefanos Tsitsipas, con la frase “incriminata” evidenziata in giallo

E dopo questo sfogo, chiudo con un esempio. Tutti noi che giochiamo a tennis abbiamo la nostra bestia nera, vero? In tornei di circolo o di categoria, o nella partitella domenicale, tutti noi abbiamo quel giocatore che ci batte ogni volta, e vorremmo trovare la chiave tattica, la giusta strategia, per batterlo. E allora, perchè non chiedere consiglio ad un altro giocatore, magari un amico, che lo ha già battuto? Questo è il messaggio che a me, e per fortuna anche a molti altri, è passato dopo la dichiarazione di ieri del giovane greco. Uno a cui era appena passato addosso un treno in corsa, lasciandolo tramortito al tappeto, e che si stava già dannando l’anima per capire come evitare tale disfatta in futuro; uno che se avesse potuto, in quel preciso istante avrebbe preso il suo telefono, composto un numero e…“Ciao Roger, sono Stefanos….sì, hai visto l’incontro di oggi eh? Senti, io e te dobbiamo assolutamente parlare! Voglio lavorare ancora più duro, voglio diventare il nuovo numero uno e lo sai, voglio vincere Slam, anche solo un quinto dei tuoi, ma devi aiutarmi: ti prego, spiegami, come sei riuscito a battere uno come Rafa? Qual è il tuo segreto? Che tattica hai usato? Voglio sapere tutto, ti prego, aiutami a capire, sono disposto a tutto!”

Pensateci la prossima volta, manipolatori di notizie e facili haters da tastiera.  Lo ripeto, fare giornalismo è tutta un’altra cosa. Ah, PS, giusto per evitare altri fraintendimenti: chi ha scritto questo pezzo è un grande fan di Roger Federer. Buona finale a tutti!

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